Non dormire (o quasi): il segreto di Fabio per parare a 44 anni

Minuto 82’ di Inter-Fluminense, i nerazzurri sono sotto di un gol e attaccano alla ricerca del pareggio. Cross dalla destra di Sebastiano Esposito, Lautaro riceve in area e calcia di prima intenzione sul primo palo. Ma il portiere dei brasiliani è reattivissimo e con i piedi respinge. Il capitano nerazzurro si mette le mani sul volto, non può crederci. ‘Ma che parata ha fatto?’ avrà pensato, come tutti. Parare un tiro del genere da una posizione molto ravvicinata è possibile solo se si ha istinto e grandi riflessi. Facile, se sei un portiere professionista. Un po’ meno se, come Fábio Deivson Lopes Maciel, a fine settembre compirai 45 anni. È nato a Nobres, in Brasile, il 30 settembre del 1980 e da tre anni difende la porta del Fluminense. Prima è stato per una vita al Cruzeiro, di cui è il recordman per partite giocate, ma con la maglia del Flu sta vivendo una seconda giovinezza. Il suo segreto per giocare ancora ad altissimi livelli? Dorme pochissimo. Sì, avete letto bene. In una intervista del 2024 a GEGlobo Fabio ha raccontato che dorme circa 3-4 ore per notte: “Ci sono giorni in cui vado a dormire alle 4 del mattino, mi alzo alle 7 per portare i miei figli a scuola e andare ad allenarmi. Ma ci sono altri in cui non dormo nemmeno”. Ha spiegato di soffrire della ‘sindrome del sonno corto’: riesce ad avere un sonno profondo e a riposare a sufficienza anche dormendo poco, come confermato da un test del sonno che ha effettuato quando era al Cruzeiro. Ma non è finita qui. Un’altra ‘anomalia’ caratterizza Fabio. Ha rivelato che i suoi allenamenti in palestra si possono “contare sulle dita di una mano” e non fa mai massaggi ai suoi muscoli. Una routine decisamente sui generis ma che per Fabio sembra funzionare. E dire che tre anni fa sembrava a un passo dall’appendere gli scarpini – o meglio, i guantoni – al chiodo. Nel 2022, dopo 17 anni al Cruzeiro, non ha trovato l’accordo per il rinnovo. Il nuovo presidente del club, Ronaldo il Fenomeno, gli aveva proposto appena 3 mesi di contratto. Troppo pochi per Fabio, che si vedeva volare tra i pali ancora a lungo. Ormai 42enne, il portiere brasiliano era però tra i pochissimi a credere ancora nelle sue capacità. Ha trovato supporto nella fede e ancora oggi è certo che sia stato Dio ad aiutarlo a trovare una nuova squadra e a rilanciarsi: “Molti pensavano che fossi finito ma io ero sicuro che la mia carriera non sarebbe terminata. E sono sicuro che sia stata la mano di Dio a far sì che io arrivassi al Fluminense. Volevo avere l'opportunità di giocare e dimostrare di avere ancora le carte in regola. Andare contro tutti quelli che dicevano che mi sarei ritirato. Non mi hanno dato credito, ma Dio conosce il mio cuore”. Così, è arrivata la chiamata del Fluminense, che in quegli anni ha scelto di puntare su tanti giocatori di esperienza per iniziare a vincere. Missione completata in pochissimo tempo: nel 2023 il Flu vince la prima Copa Libertadores della sua storia e vola ai vertici del calcio sudamericano. La vittoria gli regala anche la qualificazione al Mondiale per Club, dove la storia del ‘vecchietto’ Fabio ha fatto il giro del mondo. Nelle prime quattro partite del torneo ha subìto appena due gol e in ben tre occasioni è riuscito a mantenere la porta inviolata, il più delle volte grazie ad alcuni suoi straordinari interventi. Parate e miracoli che continuerà a fare almeno per un altro anno, visto che di recente ha rinnovato il suo contratto fino a dicembre 2026. Per la pensione c’è ancora tempo. Di dormire e riposarsi Fabio non ne vuole proprio sapere…

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