Le nuove sfide del calcio femminile per il 2025

Solamente sei anni fa in Italia si è iniziato a parlare delle imprese delle ragazze azzurre. Era il 2019 e in Francia si giocava un Mondiale, trasmesso anche da Sky Sport, che ha infiammato il pubblico italiano. Complice la continua delusione di quegli anni della Nazionale maschile, le ragazze azzurre sostenute e seguite con assiduità e ardore, giunsero fino ai quarti di finale del torneo più importante. Da quel momento il calcio femminile nel nostro Paese ha vissuto un periodo contraddittorio: da una parte le giocatrici sono riuscite a raggiungere lo stato di professioniste , ma allo stesso tempo hanno perso appeal con due risultati negativi agli Europei inglesi del 2022 e ai Mondiali australiani e neozelandesi del 2023. Quello che è certo è che questo sport crea spesso antitesi: tra chi lo segue con passione e tra chi non ci crede affatto, ad esempio. Ma la dualità contrapposta è anche interna: mentre le giocatrici d’élite, infatti, affrontano un carico di lavoro sempre più elevato, lo sviluppo di molte altre calciatrici è ancora ostacolato dalla mancanza di opportunità, definita ‘sottocarico’. Questo aspetto è stato oggetto di un recente studio pubblicato da FIFPro e da Football Benchmark . Partiamo, però, da un doveroso bilancio della scorsa stagione dove si sono raggiunti traguardi importanti e sono state attivate innovazioni per lo sviluppo del calcio femminile professionistico. A partire da nuove e più accurate tutele con l’aggiornamento dei protocolli di maternità della FIFA per giocatrici e coach che offrono una maggiore protezione durante e dopo la gravidanza e ampliano il supporto per la maternità non biologica, garantendo così maggiore inclusività nello sport. E’ stato inserito anche l’aumento degli incentivi finanziari con la UEFA che ha già annunciato un incremento del 156% del montepremi per l’Europeo femminile della prossima estate, raggiungendo un totale di 41 milioni di euro. Inoltre, il 30%-40% dei premi sarà destinato alle giocatrici, mentre gli introiti per i club saliranno a 6 milioni di euro. A livello di club all’estero è da segnalare l’accordo collettivo raggiunto nel 2024 nella NWSL, la lega calcio statunitense. Le disposizioni includono miglioramenti nella retribuzione e nei benefici, con il tetto salariale base quasi raddoppiato da 3,3 milioni di dollari nel 2025 a 5,1 milioni entro il 2030. L’accordo ha anche elevato gli standard professionali con maggiori investimenti nelle strutture, nel personale e nei voli charter. E visto che ci troviamo proprio nel periodo giusto, è bene accennare a come sia cresciuto anche il calciomercato a livello femminile. Il trasferimento di Racheal Kundananji, attaccante zambiana, al Bay FC nella NWSL ha stabilito un nuovo record con una quota di trasferimento di 735.000 euro . Questo traguardo è avvenuto in una storica finestra di trasferimenti invernale, dove è arrivato anche l’esborso dell’Orlando Pride per assicurarsi le prestazioni di Barbra Banda per 740.000 dollari dallo Shanghai Shengli. Si tratta della seconda cifra più alta nella storia del calcio mondiale che certifica una spesa internazionale nel calcio femminile che ha raggiunto 1,96 milioni di euro con un aumento del 150% rispetto al 2023. In Inghilterra, poi, dove si gioca in assoluto il campionato più competitivo di calcio anche a livello femminile, la Women’s Professional League Limited ha assunto la gestione delle prime due leghe femminili britanniche. La Premier League ha partecipato a questo progetto con 20 milioni di sterline di finanziamenti compreso un concreto supporto operativo. Per intenderci, è come se la Lega Serie A contribuisse con incentivi monetari, pratici e strutturali per sostenere il campionato femminile. Ma non solo, alla fine del 2024, la UEFA ha lanciato ‘Unstoppable’, un’iniziativa che prevede una strategia di sei anni per elevare il calcio femminile portandolo a essere lo sport di squadra più praticato da donne e ragazze in ogni paese europeo, aumentando così il numero di campionati completamente professionistici. Si tratta di obiettivi raggiungibili, non di sogni. E come primo passo è arrivato l’annuncio di nuove affascinanti competizioni. La FIFA ha, infatti, ufficializzato la prima edizione della Women’s Club World Cup, prevista per i mesi di gennaio e febbraio del 2026, tra circa un anno. Il torneo vedrà la partecipazione di 16 squadre di club e si terrà ogni quattro anni, rappresentando un passo importante verso la globalizzazione del calcio femminile e potendo così offrire più partite internazionali alle giocatrici. Questa nuova competizione sarà fondamentale per i club italiani. Se da una parte Roma e Juventus sono le società che hanno disputato maggiori partite europee con la partecipazione alla Women’s Champions League, è vero anche che quest’anno nessun club nostrano è riuscito a superare i gironi. Quest’anno la Roma è andata davvero molto vicino al traguardo nel girone A con Lione, Wolfsburg e Galatasaray. Il gruppo è stato dominato dalle francesi con 18 punti e 6 vittorie su 6, al secondo posto si sono piazzate Wolfsburg e Roma a 9 punti, a parimerito, ma la differenza reti ha favorito le tedesche. E il divario è proprio qui: la Roma contro il Lione ha perso sia all’andata sia al ritorno subendo 7 gol e segnandone uno soltanto. Contro ił Wolfsburg ha vinto 1-0 all’andata e ha perso poi 6 a 1 in Germania. La squadra di Alessandro Spugna ha raggiunto comunque 9 punti come il Wolfsburg, ma aver subito così tante reti ha condizionato il percorso. La mancanza di esperienza internazionale è stata lampante nella gestione delle situazioni e delle avversarie. Ecco perché giocare un altro torneo internazionale oltre alla Champions League, può davvero rappresentare un valore aggiunto per far crescere ulteriormente il nostro calcio. Nonostante i progressi corrano veloci in un mondo ancora plasmabile da novità e idee che possano renderlo sempre più accattivante, però resta vivo il problema del contrasto sempre più evidente tra le giocatrici di alto livello che sono sottoposte a un sempre maggior impegno e tra la maggior parte delle altre giocatrici che, invece, non ha abbastanza tempo di gioco e sperimenta così il ‘sottocarico’. La disparità nei carichi di lavoro, come dicevamo, è il tema centrale che andrà affrontato nel 2025, come emerge dal rapporto congiunto di FIFPRO e Football Benchmark. Nello studio "From High-Usage to Underload: A Tale of Two Industries" sono stati esaminati i principali eventi competitivi, finanziari e organizzativi del 2024 e le sfide affrontate dalle giocatrici. Lo studio ha valutato l’equilibrio competitivo delle principali competizioni, andando ad analizzare il numero di vittorie schiaccianti, definite come partite decise con un margine di quattro o più gol di differenza. E questo ci riporta proprio al discorso fatto per i club italiani impegnati nella Women’s Champions League di cui parlavamo sopra. Se Roma e Juventus in Italia vincono senza troppi problemi, in Europa la storia è differente. FIFPRO e Football Benchmark hanno esaminato le principali competizioni di club femminili in 10 stagioni, tenendo conto delle differenze di dimensioni delle leghe e dei calendari delle partite. La Première Ligue francese e la NWSL rappresentano gli estremi. La lega statunitense si è dimostrata la più equilibrata, con grandi differenze di gol che si verificano raramente. Ciò riflette una struttura competitiva nella NWSL che favorisce la competitività, mentre leghe come la Première Ligue francese sono dominate da una o due squadre d’élite, creando significative disparità nella qualità delle squadre. Promuovere l’equilibrio competitivo è cruciale per mantenere l’interesse a lungo termine e favorire la crescita del calcio femminile. Motivo per il quale nella nostra Serie A, dalla stagione 2022/23 - quella del raggiungimento del professionismo - è cambiato il format: il campionato è stato ridotto a 10 squadre partecipanti che si affrontano a turno nella prima fase, con un consueto girone di andata e uno di ritorno; poi, dopo la prima fase, le prime cinque squadre classificate si affrontano in una poule valida per l’assegnazione dello scudetto, mentre le ultime cinque si affrontano in una poule salvezza. Una strategia adottata proprio per cercare di dare maggior numero di opportunità di gioco a tutte le calciatrici e per tentare di rendere il campionato più accattivante. L’analisi dello studio di FIFPRO e Football Benchmark è proseguita con l’obiettivo di mappare il numero di minuti giocati da ogni membro della rosa di un club nel corso della stagione 2023/24 . I risultati hanno mostrato che molte giocatrici hanno totalizzato meno di 500 minuti, indicando un grave problema di sottoutilizzo. Mentre un piccolo gruppo di calciatrici impiegate regolarmente, ha giocato quasi ogni minuto disponibile. Esistono, dunque, significative disparità nel modo in cui le squadre gestiscono la rotazione della rosa: alcuni club riescono a far ampio turn over grazie a sostitute di qualità, mentre altri si affidano allo stesso undici a causa di una disponibilità limitata di giocatrici e risorse finanziarie. Questo evidenzia quanto sia necessario investire nello sviluppo, nello scouting e nelle opportunità di impiego per provare a mantenere un ecosistema calcistico sostenibile, contribuendo all’afflusso di nuovi talenti. L’interessantissimo studio offre poi anche un approfondimento a livello di Nazionali sull’equilibrio competitivo delle squadre partecipanti ai Giochi Olimpici di Parigi, dei carichi di partite e di viaggi nella stagione 2023/24 e si concentra su un campione di 300 giocatrici del calcio professionistico femminile. L’analisi ha esaminato il numero di minuti giocati da ciascuna atleta in ogni squadra, tra la fine della Coppa del Mondo FIFA Femminile 2023 e l'inizio delle Olimpiadi. Sono state considerate tutte le partite, ad eccezione delle amichevoli tra club. E, a proposito di disparità, c’è da sottolineare che soltanto 11 delle 12 squadre partecipanti a Parigi 2024 sono state analizzabili, poiché più della metà della squadra dello Zambia giocava nel campionato nazionale in quel determinato periodo e non è stato possibile ottenere dati affidabili e precisi sul loro tempo di gioco. In termini di minuti medi giocati durante il periodo analizzato, Nazionali come Spagna, Francia, Stati Uniti e Germania hanno guidato la classifica, mentre Nuova Zelanda, Nigeria e Colombia si trovavano nella fascia più bassa. La media delle calciatrici della squadra spagnola ha registrato 3274 minuti , mentre la media delle giocatrici olimpiche colombiane era di soli 1967 minuti. Una delle principali ragioni di questa enorme differenza risiede nell’accesso alle competizioni. Le stelle spagnole giocano per i migliori club nazionali ed europei nei principali campionati e partecipano anche a partite internazionali di club, aumentando significativamente il loro carico di partite. Molte altre giocatrici non hanno le stesse opportunità di gioco. Per quanto riguarda il divario totale di minuti tra le giocatrici di una stessa Nazionale, il Giappone ha registrato la disparità più ampia, con una differenza di 3750 minuti tra la giocatrice con il totale più alto e quella con il totale più basso. Al contrario, la Germania ha mostrato il divario più sottile, pari a 1904 minuti. Questa maggior equilibrio nella distribuzione del carico di lavoro può essere attribuita alla composizione della squadra tedesca, in cui 15 delle 18 giocatrici militavano nella Frauen-Bundesliga , con tempi di gioco simili tra le componenti della squadra. Attraverso questi preziosi dati, il 2025 si presenta come un anno di transizione che culminerà con uno degli eventi più attesi: il prossimo Europeo che si terrà a luglio. La Svizzera, paese ospitante, punta a utilizzare l'evento come catalizzatore per la crescita, con l'obiettivo di raddoppiare la partecipazione al calcio femminile da 40.000 a 80.000 entro il 2027 e aumentare il numero di allenatrici e arbitri donne da 2500 a 5000. Il progetto della Federazione Svizzera di Calcio si concentra anche sulla professionalizzazione della Women’s Super League, sperando di raddoppiare il pubblico in campionato e il seguito sui social media attraverso campagne ad hoc. Nel 2025 si terranno, inoltre, tornei continentali per squadre nazionali anche in Sud America e in Africa. La Copa América Femenina, ad esempio, non servirà più come qualificazione sudamericana per il successivo Mondiale, ma da quest’anno sarà organizzato un torneo di qualificazione separato. Questo cambiamento voluto dalla CONMEBOL ha l’obiettivo di semplificare i processi di qualificazione. Nel prossimo futuro, dunque, le priorità riguarderanno le questioni legate al carico di lavoro e al benessere delle giocatrici con investimenti continui nello sviluppo. Il desiderio di far crescere questo sport è evidente, non sarà un processo immediato, ma ogni iniziativa sarà efficace per raggiungere sempre maggiore riconoscimento.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Le nuove sfide del calcio femminile per il 2025

Gaia Brunelli