Alia Guagni lascia il calcio: il suo messaggio vale per tutte

“Mi piace stare sulla fascia perché ho bisogno di vedere lo spazio, il campo, ho bisogno di andare”. Quel bisogno si è fatto sentire sempre più forte per Alia Guagni. Quella necessità di andare, di lasciar andare. Il calcio. Per rimettersi in gioco con la stessa determinazione e velocità che l’hanno sempre contraddistinta. Con quello spiccato accento toscano e con quel suo sorriso contagioso, Alia è stata una delle protagoniste dell’ultimo ventennio di calcio femminile. Quello in cui tanto è cambiato, quello che ha avuto l’evoluzione maggiore in termini di qualità, credibilità e visibilità. Tanta e preziosa sarà l’eredità che lei, come le calciatrici della sua generazione, lasceranno alle giovani leve. Una su tutte la conquista del professionismo del calcio femminile, primo tra gli sport femminili in Italia a essere considerato tale. Era il primo luglio 2022. Alia lo ripete spesso: è stata una battaglia fatta per chi verrà dopo, per le bambine che coltivano questo sogno. Sapeva che per lei, come per altre della sua generazione, il tempo per vivere nel professionismo non sarebbe stato tanto. Sono, infatti, trascorsi poco meno di tre anni dall’annuncio ufficiale e, senza dubbio, ne dovranno passare almeno altrettanti per assaporarne la vera efficacia, per vederne i veri risultati. Ma oggi, a 37 anni . Alia Guagni ha deciso di salutare il calcio giocato, quantomeno a livello professionistico. A qualche settimana dal ritiro di Sara Gama, arriva, dunque, un altro sontuoso arrivederci. Nata a Firenze, Alia a 9 anni scopre la sua più grande passione. E allora via, coda di cavallo e corse forsennate ai giardinetti prima e in una squadra maschile poi. Fino a quando entra nelle giovanili del Firenze, società della sua città. Viola, come La Viola. Andrea, il suo papà, come presidente. Alia si sente fin da subito a casa e ama ricordare quelli come i suoi anni più belli, grazie anche all’appoggio dei suoi genitori. Gioca con la squadra Primavera dal 1997 al 2002, poi le sue peculiarità calcistiche si fanno notare e con il Firenze fa il suo debutto in Serie B nella stagione 2002/03 in cui segna 15 gol, dando una grossa mano alla promozione in A2. Tre anni dopo arriva il tanto agognato passaggio in Serie A. Dopo svariate stagioni in cui le prestazioni del Firenze risultano parecchio altalenanti, nel 2015 arriva la cessione del titolo sportivo alla Fiorentina Women’s, squadra femminile affiliata a quella maschile. E qui arriva la vera svolta nella sua carriera. Ma prima ancora di vestire la maglia della sua amata Fiorentina, durante le pause estive del campionato italiano si trasferisce negli Stati Uniti per mettersi alla prova in un torneo molto più competitivo. Alla prima estate indossa la maglia del Seattle dove come allenatore c’è Antonio Cincotta . Insieme conquistano negli Usa il titolo dello stato di Washington e la Evergreen Cup, la coppa nazionale. Poi nella stessa estate gioca 8 partite con il Pali Blues, società con sede a Los Angeles, nella Women’s Premier Soccer League. Nelle due estati successive, quella del 2014 e quella del 2015, invece, vola a Washington con l’FC Tacoma. Queste esperienze la fanno tornare in Italia con una certezza: dal punto di vista tattico non c’è nulla da invidiare, anzi. Ma dal punto di vista dell’intensità e dell’atletismo il campionato italiano è molto indietro. Con queste prerogative inizia il suo percorso come bandiera della Fiorentina femminile. L’avvento dell’affiliazione delle squadre femminili a quelle maschili richiede un impegno decisamente più intenso. Prima gli allenamenti si svolgevano tre volte alla settimana alle otto di sera, adesso si vive per e con il calcio. Insomma, con la Fiorentina Women’s inizia la vera vita da calciatrice di Alia Guagni. Il primo anno si chiude con un terzo posto in classifica, ma le basi perché la viola possa essere protagonista sono state gettate. E così, infatti, nella stagione 2016/17 la Fiorentina conquista il suo primo scudetto e lo fa scendendo in campo al Franchi, davanti a 8mila spettatori, in una giornata che Alia non dimenticherà mai: festa scudetto nel suo stadio, quello dei suoi anni da tifosa, con la dedica finale ai suoi genitori. 21 vittorie e una sola sconfitta, un trionfo meritato per una società all’avanguardia. Nella stessa stagione arriva anche la vittoria della Coppa Italia, 1-0 contro il Brescia: al quinto minuto il gol decisivo di Alia Guagni. Nell’anno successivo la Fiorentina vince ancora la Coppa Italia e la Supercoppa Italiana. E arriviamo così all’ormai noto Mondiale in Francia, quello in cui molte delle calciatrici azzurre vengono prese in considerazione dai club esteri. Una di queste è proprio Alia che, nonostante sia sempre rimasta fedele alla sua città e a quella maglia viola, nell’estate del 2020 cede alle lusinghe dell’Atletico di Madrid. Purtroppo, però, l’esperienza spagnola non sarà così positiva come si preannunciava. Complice il Covid e qualche infortunio, Guagni non riesce a esprimersi al meglio, per quanto comunque riesca a mettere in bacheca una Supercoppa di Spagna, conquistata anche grazie al suo calcio di rigore decisivo battuto contro il Barcellona in semifinale. “Ringrazio e saluto tutti coloro che mi hanno accompagnata in questa bella avventura”, scrive su Instagram prima di lasciare Madrid. Una frase che torna attuale oggi… E così dopo le vicissitudini con l’Atletico, a gennaio del 2022 sceglie di tornare in Italia, al Milan, dove resta anche nelle due stagioni successive. Ma dopo 51 presenze e due gol è ancora tempo di cambiare. È l’estate del 2024, a ottobre Alia compirà 37 anni e, sarà stato l’innesto di nuove e più efficaci tutele sulla maternità nel calcio femminile, oppure semplicemente l’inesorabile scorrere del tempo, ma uno dei difensori più forti d’Italia decide che fosse il momento di mettere al sicuro il proprio futuro di donna. Il desiderio di diventare mamma non può e non deve essere mai in contrasto con la carriera e così Alia, con un lungo post su Instagram, fa sapere di aver deciso di congelare i suoi ovuli per poterli trasformare in famiglia quando arriverà il momento giusto. Il messaggio che lancia è tutt’altro che banale, anzi. È un gesto di grande coraggio e di grande cuore e sottolinea quanto sia importante, attraverso i social, condividere argomenti seri e delicati, in modo tale che possano essere di supporto e aiuto per il prossimo. Ma come dice alla fine del post, il momento non è ancora arrivato perché "l’AliaCalciatrice è ancora sulla piazza”. Passa meno di un mese e arriva l’annuncio della nuova destinazione calcistica: Como. “Qui c’è un grande progetto che punta tutto sul femminile perché crede nelle donne…”. Questa è una delle prime dichiarazioni fatte al suo arrivo sul lago. Si percepisce una maturità acquisita, un cambiamento di pensiero: da padrona di casa a Firenze, a padrona di casa nel calcio femminile. Se prima il suo mondo era il colore viola insieme alla passione per il pallone, oggi Alia ha raggiunto un livello di esperienza e di conoscenza di questo ambiente che la portano a ragionare diversamente, quasi da dirigente. Al Como parla di progetto collettivo, di sostenere un movimento quello femminile che le sta tanto a cuore. Ed è probabilmente anche grazie a questa trasformazione mentale ed emotiva che Alia ha saputo decidere con razionalità e maturità il suo futuro. La sua dote migliore è stata quella di riuscire a non perdere mai l’orientamento, anche quando le luci sono diventate quasi accecanti. Ha sempre mantenuto l’attenzione fissa sugli obiettivi, nonostante si definisca molto simile a Dory , forse perché a volte è capace di isolarsi nei suoi pensieri, nella sua realtà. Ma questo non può che essere un pregio. Alia Guagni ha sempre dimostrato di esserci, di metterci la faccia anche di fronte agli ostacoli più insormontabili. La sua pretesa è sempre stata una: dare visibilità e riconoscibilità al calcio femminile, oggi sa che i traguardi ottenuti sono stati una vittoria di gruppo, quello stesso gruppo che ha messo per la prima volta tutta l’Italia in ascolto e in visione durante i Mondiali del 2019. Alia Guagni è e sarà sempre un’esponente della generazione di calciatrici che è stata capace di cambiare per sempre la storia del nostro calcio femminile. Grazie Alia, “È stato tutto molto bello”.

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