Messi, altro che anni 30: non passa mai di moda

Liga

Alfredo Corallo

messi_pallone_d_oro_2012_getty

Oggi compie 30 anni, venerdì prossimo sposerà Antonella: per il fuoriclasse del Barcellona si preannuncia una settimana molto movimentata dopo una stagione non particolarmente ricca di grandi emozioni e dominata dal rivale di sempre Cristiano Ronaldo. Ma l'attaccante argentino è pronto a tornare in passerella...

"Leo era un bambino timido, che parlava pochissimo. Ci si accorgeva di lui solo quando giocava a pallone...". Tra le varie biografie che nel tempo sono state create a sua immagine e somiglianza, la testimonianza della compagnetta di scuola Cintia Arellano aiuta meglio di altre a capire perché, il mondo - se non fosse stato per i problemi con il fisco, di cui avrebbe fatto volentieri a meno - sembrava quasi essersi dimenticato di lui. Ed era necessario che compiesse 30 anni, una cifra tonda (29 o 31 lo avrebbero serenamente lasciato nel suo a-dorato "anonimato") per scoprire che su questo pianeta non esiste soltanto Cristiano Ronaldo. Persino sui guai con le tasse il portoghese è riuscito a "rubargli" la scena: non bastava la Champions, la Liga, il Pallone d'Oro. E dire che la Pulce qualche gollettino (54!) l'avrebbe segnato anche quest'anno, vincendo pure un paio di trofei: ma da quelle parti (i più educati) sostengono che Supercopa e Copa del Rey siano buone - al massimo - per infilarci gli ombrelli. Per l'occasione suggeriamo un uso alternativo: da secchiello per lo champagne, quello che stapperà stasera, perché ci sembra di ricordare che a Leo le bollicine non dispiacciano affatto...

 

Leo Deejay  

Il Messi che abbiamo conosciuto noi è tutt'altro che quello disegnato dalla compagna di banco. Qualche anno fa, proprio in vista del suo compleanno (era il 22 giugno del 2013) al mega party organizzato per lui a Milano dagli amici Domenico (Dolce) e Stefano (Gabbana) scoprimmo un ragazzo estroverso, esuberante, tanto da improvvisarsi deejay: certo era impossibile non farsi contagiare dall'atmosfera di quella festa e, vuoi la complicità di qualche flûte di Moët & Chandon, il fuoriclasse argentino smentì clamorosamente la sua nomea di pantofolaio (chiedere a Pippo Inzaghi, che era con lui nel privé. E ciao bresaola...).

 

 

Giacche rosse e papillon a pois

A Leo - che era arrivato al Metropol intorno alla mezzanotte dopo aver visto lo spettacolare 4-2 di Confederations Cup tra Italia e Brasile - fu riservata un'entrata epica: "prelevato" dalle bellissime cheerleaders colorate d'oro (in omaggio al suo metallo preferito...) e accompagnato fino al palchetto "reale" che si affacciava su questa sorta di arena impazzita al ritmo di "Simply the best" della Turner. E tra habitué del jetset e supermodelle di mezzo metro più alte, Messi non sembrò per nulla imbarazzato nel suo smoking bianco (ma se ne libererà in fretta, finirà con la camicia ampiamente sbottonata. Ma niente cravatta in testa...). D'altronde, chi avrebbe mai immaginato di vederlo a ritirare il Pallone d'oro in giacche "psichedeliche" e papillon a pois...

 

Divo-anti-Divo

La collaborazione in atto dal 2010 con i due stilisti ha progressivamente "rimodellato" l'idea del ragazzino tirato su a milanesa alla napolitana e alfajores, i tipici biscotti sudamericani farciti al dulce de leche che gli preparava l'amatissima nonna Celia e che erano il vero segreto di quelle vagonate di gol da baby-fenomeno (ma la ricetta non è cambiata, se è vero che li mangia ancora). Sempre con lo sguardo rivolto ai bambini della sua Fundación, in nome delle difficoltà che ebbe per la disfunzione ormonale che gli impediva la crescita, ma con un pizzico di stravaganza nei cambi di look: la stessa che la fidanzata Antonella condensò nella tinta blondo platino che tanto di moda andava la scorsa estate. Così, oggi, il divo-anti-divo Messi "balla" in questo contrasto tra riservatezza, da cui è "costretto" a uscire soprattutto per esigenze contrattuali con gli sponsor; e dei rari momenti "puramente" social, dedicati perlopiù alla famiglia, che domina sui suoi profili: come quello in programma venerdì prossimo, quando sposerà a Rosario la fidanzata storica.

Hoy pasamos a conocer el restaurante bellavista !!! Linda noche !!

Un post condiviso da Leo Messi (@leomessi) in data:

 

Antonella e il Papa

La Roccuzzo non è Irina Shayk. Non è la femme fatale che ci aspettiamo da un Ronaldo (anche se con Georgina ci ha un po' spiazzato). E non è nemmeno un tipo di argentina alla Belen, o alla Wanda (a proposito, anche Mauro Icardi era alla famosa festa di D&G, ma passò inosservato: si rifarà). Antonella è la ragazzina che giocava in cortile con lui, quella a cui tutti almeno una volta abbiamo promesso, in preda al batticuore: "Ti sposerò, un giorno. E faremo tanti figli...". Ecco, Messi ha "optato" per il percorso inverso, ma cosa importa, se è stato di parola: Mateo e Thiago saranno i paggetti delle nozze di mamma e papà. Con la benedizione del suo primo tifoso, nonché punto di riferimento scelto dalla Pulce nel suo nuovo cammino di fede e che ha addirittura scavalcato Maradona nelle sue gerarchie di idolo: Papa Francesco.

 

 

Lasciatemi cantare

Se Antonella è di origini calabresi, nelle vene di Leo scorre sangue marchigiano. Sempre nel 2013 eravamo andati a Recanati, nella città natale di Giacomo Leopardi, dove vive Leandro Messi, falegname e "maestro preseparo" che è riuscito a dimostrare la parentela - seppur alla lontana - con il "cugino" Leo, che sogna di incontrare prima o poi (è quello nella foto con la maglietta del Barça). Ma i suoi legami con l'Italia - in realtà - non sono poi così radicati: lo shopping, le partite per la Pace e un paio di incontri in Vaticano con il Pontefice; le vacanze a Capri e alle isole Eolie; la passione per le canzoni di Eros Ramazzotti e la stima per Francesco Totti: gli unici italiani, peraltro (Totti e Ramazzotti) che compaiono sul suo profilo di Instagram, se vogliamo considerarlo come indicatore dei suoi rapporti con il nostro Paese. E Bruno Conti, che può raccontare ai nipotini (anzi, ce li ha portati direttamente) di essere stato a casa sua. O forse sarà Messi che potrà dire un giorno di avere ospite Marazico, il migliore giocatore di Spagna 1982, un campione del mondo. Lui...

UN GRANDE !!! Que fenómeno !!!

Un post condiviso da Leo Messi (@leomessi) in data:

Ídolo !! Un placer haberte conocido.// Idol , a pleasure to have met you🎤🎤

Un post condiviso da Leo Messi (@leomessi) in data:

 

Feliz cumple, Lio

L'ossessione del Mondiale e di una vittoria con la camiseta dell'Albiceleste è l'ultimissimo ostacolo che impedisce ai fan di Messi di eleggerlo a migliore nella storia del calcio e, di conseguenza, elevarlo al di sopra di Maradona. La biografia che contiene il racconto della compagna di scuola citato all'inizio della nostra storia è stata scritta da un giornalista italiano, Luca Caioli, che in un'intervista di qualche anno ci fornì un'immagine molto evocativa dell'essenza di Messi: "Tra lui e Maradona si è creato una sorta di rapporto edipico, un problema che nasce dall'ostinata ricerca degli argentini di un successore di Diego, ma a Messi non si può chiedere di essere quello che non è, parlare male di Bush o fumare il sigaro con Fidel Castro". Un brindisi sarà più che sufficiente. Feliz cumple, Lio.

¡Arrancando el día con unos mates!! #buenosdias

Un post condiviso da Leo Messi (@leomessi) in data: