Boateng: "Con la testa giusta, sarei stato titolare 10 anni nel Real Madrid"

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Il 32enne arrivato a gennaio al Barcellona confessa i rimpianti di una carriera: "Se avessi avuto accanto un agente o un parente pronto a darmi consigli, sarebbe stato diverso". E sul compagno di squadra ideale non ha dubbi: "Ibrahimovic, un vero leader"

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Mossa a sorpresa nella sessione di calciomercato invernale del Barcellona, traguardo toccato a 32 anni, dopo una carriera "con tanti rimpianti". Per sua stessa ammissione. Parola di Kevin-Prince Boateng. Il centrocampista offensivo ghanese con radici a Berlino ha parlato del suo percorso professionale nel corso di un'intervista ai microfoni di Dazn. "La testa è fondamentale, ma l'ho capito troppo tardi e ovviamente ora me ne pento – il suo rammarico - sarebbe stato bello se un agente o un membro della famiglia mi avesse dato buoni consigli. Mi sarebbe piaciuto, ma mi è toccato farcela da solo. Prendendo decisioni migliori, avrei giocato per 10 anni nel Real Madrid o nel Manchester United oppure sarei titolare nel Barcellona". Maglia con la quale sin qui ha collezionato invece solo tre presenze dal primo minuto, contro Valladolid e Huesca nella Liga e contro il Siviglia in Coppa del Re. Bilanci parziali di una carriera che ha visto Boateng vestire le maglie di Herta Berlino, Tottenham, Borussia Dortmund, Portsmouth, Milan, Schalke 04, Las Palmas, Eintracht Francoforte, Sassuolo e appunto Barcellona, con la conquista di uno scudetto e una Supercoppa in Italia, una Coppa di Lega in Inghilterra e una coppa di Germania prima della Liga festeggiata in blaugrana pochi giorni fa.

Boateng e i ricordi: tra Ibra e Klopp

Tra i rimpianti di Prince, affiorano anche dei ricordi positivi. Come quello nutrito nei confronti di Zlatan Ibrahimovic, identificato come il compagno di squadra con il quale ha avuto la miglior intesa in campo: "Quando sono entrato nello spogliatoio il primo giorno al Milan – è il racconto di Boateng - Ibrahimovic mi ha chiamato con il mio nome. Ho pensato: 'Wow, conosce il mio nome'. Andiamo d'accordo. Zlatan è un leader. Non ho mai incontrato una persona così ambiziosa. Se perde in allenamento, non ti parla per quattro giorni". Elogi trasversali, che riguardano anche Jurgen Klopp, l'allenatore che ha voluto Boateng al Dortmund nel 2009 e che incrocerà nella semifinale di andata di Champions League sulla panchina del Liverpool: "Ha una grande capacità di esaltare i calciatori che allena, riesce a far sentire importanti tutti e la squadra darebbe il sangue per lui. Lo ha mostrato a Dortmund e ora lo sta confermando a Liverpool".