Barcellona, Bartomeu non si dimette e aspetta di sapere se si terrà il referendum

Liga

Il presidente del Barcellona ha parlato in conferenza stampa al termine della riunione della giunta direttiva del club: nessuna dimissione, si aspetta la decisione del governo catalano che potrebbe autorizzare il referendum (in cui i soci voteranno la sfiducia) già per il prossimo fine settimana, nonostante i tentativi del presidente di rinviarlo a metà novembre. Il tutto con la sfida di Champions contro la Juve alle porte

Si è tenuta la riunione della giunta direttiva del Barcellona, al termine della quale il presidente Bartomeu ha fatto chiarezza sulla sua posizione nel corso di conferenza stampa telematica: niente dimissioni, almeno per il momento. Il motto del numero uno del Barcellona è resistere, nonostante ormai abbia tutti contro, con il club che sta attraversando uno dei momenti più complicati della sua storia, anche a livello di risultati.

Il "balletto" del referendum

Nel corso della riunione, il consiglio di amministrazione ha deciso di aspettare di conoscere la posizione ufficiale del governo sul referendum dei soci fissato per il prossimo 1 e 2 novembre con sede unica il Camp Nou. Referendum nel quale i soci voteranno la sfiducia a Bartomeu, e che il presidente ha fatto di tutto per far saltare o per rinviare. Prima denunciando alla Guardia Civil presunte irregolarità nella raccolta firme (denuncia rispedita al mittente), poi aggrappandosi all’emergenza Covid, parlando di problemi organizzativi legati alle misure anti-Covid (ricevendo come risposta che non esiste "alcun impedimento legale o sanitario"), e infine chiedendo al Segretario per lo Sport e l'Attività Fisica della Generalitat de Catalunya di rinviare la riunione al 15 e 16 novembre per garantire una maggior sicurezza dei partecipanti, considerando che molti di loro sono ultrasessantenni e residenti fuori Barcellona.

Domani la decisione del Governo

Motivo per cui la giunta e il presidente hanno deciso di non dimettersi e di aspettare il verdetto che domani mattina la Generalitat darà sulla possibilità di fare il referendum, con la speranza che sia negativa o che sia per la metà di novembre (con la Spagna che ogni giorno che passa si avvicina sempre più al lockdown, che farebbe saltare del tutto il referendum). In tutto ciò, all’orizzonte c’è la partita di Champions contro la Juventus, dopo che il Barça si è lasciato alle spalle un Clasico perso contro il Real Madrid.

Le parole di Bartomeu

"Abbiamo messo in atto meccanismi adeguati per tenere la votazione – ha spiegato Bartomeu alla stampa - proponendo l'1 e il 2 novembre in 13 località della Catalogna. Giovedì scorso la nostra richiesta di avere 15 giorni di proroga non è stata accolta. Il Governo non ha accettato la nostra proposta di farlo il 15 e il 16 novembre con modalità decentrata. Ieri il governo spagnolo ha decretato lo stato di allarme e il coprifuoco, e noi abbiamo inviato una lettera alla Generalitat de Catalunya chiedendo come si potesse garantire il voto dei membri di età superiore ai 65 anni e la salvaguardia della loro salute. Abbiamo deciso che ci rivedremo quando avremo una risposta”.

Koeman e il "caso Messi"

La conferenza stampa è stata anche l'occasione per toccare tanti altri argomenti che tengono banco in casa Barça, a partire dal bilancio dell'ultima stagione, con una perdita straordinaria: "Il Covid ci ha colpito e il Barça ha accusato il colpo in ambito economico: 200 milioni di perdite, qualcosa che nessuno poteva prevedere".

 

Poi un ringraziamento per Koeman: "Abbiamo deciso di scommettere su Ronald Koeman, l'allenatore ideale per affrontare una ristrutturazione della rosa. Oggi voglio ringraziarlo per aver accettato l'incarico: deve prendere decisioni impopolari e coraggiose che stanno già dando i loro frutti".

 

"Messi? La priorità era che facesse parte del nuovo progetto e ho deciso di non accettare di discuterne. Sono stato accusato di aver forzato il suo addio per salvare i conti; ma non avrei mai rafforzato un rivale diretto”.