L'addio di Imanol Alguacil alla Real Sociedad e un ‘Sentimiento de orfandad’

A San Sebastian, per tutti, è semplicemente Imanol. Senza cognome. Perché uno di famiglia non lo chiami in maniera formale. Basta il nome. E quando un famigliare se ne va, niente è più come prima. El Diario Vasco, uno dei principali quotidiani dei Paesi Baschi, ha paragonato l’addio di Imanol Alguacil alla Real Sociedad alla perdita di un genitore. ‘Sentimiento de orfandad’. Basterebbe questo per capire quanto l’allenatore basco ha fatto per la sua Real Sociedad. Ma c’è di più. Per descrivercelo, Eneko Perez – giornalista de El Diario Vasco – utilizza queste parole: “Sentimiento, identidad, símbolo y leyenda. Pero sobre todo Sentimiento Realista”. In pochi sono riusciti a incarnare i valori della Real Sociedad come Imanol Alguacil, prima da calciatore e poi da allenatore . Ora però la sua avventura alla Real è giunta al termine. Alguacil è nato il 4 luglio 1971 a Orio, un piccolo paesino sulla costa di circa 6mila abitanti dei Paesi Baschi dove lo sport più praticato è il canottaggio. Ma oltre al mare – e al ciclismo – la grande passione di Imanol è il calcio. Inizia a giocare da bambino nell’Orioko, club della sua città. Da lì arriva al settore giovanile della Real Sociedad, il club della sua vita. Dopo tutta la trafila nelle giovanili, arriva nella seconda squadra del club e infine, il 29 settembre del 1990, esordisce in prima squadra. In totale le partite giocate con la maglia della Real sono 129, i gol segnati 7. Gioca come terzino destro, non è un calciatore di grande talento ma si fa apprezzare per il suo impegno e il suo spirito di sacrificio. È un grande lavoratore, forte fisicamente, rapido ed è molto attento tatticamente. Nel 1998 lascia la Real Sociedad e passa al Villarreal, dove gioca per due anni. Si ritira nel 2003, ad appena 32 anni, dopo aver giocato anche nel Real Jaen, Cartagonova e Burgos. Terminata la vita da calciatore, Imanol torna nella ‘sua’ Orio. Lì trascorre le sue giornate tra mare, montagna, bicicletta, amici e famiglia. È un uomo semplice, non ama i riflettori e per essere felice gli basta stare nella sua città con le persone a lui più care. A Orio inizia anche ad allenare una squadra di bambini e così trova la sua strada. Nel 2011 torna alla Real Sociedad, dove per due anni è allenatore nelle giovanili. Nel 2013 diventa il viceallenatore di Asier Santana nella seconda squadra del club e dalla stagione successiva viene promosso a primo allenatore. Resta alla guida della Real Sociedad B fino al 19 marzo 2018, quando la società lo sceglie come traghettatore della prima squadra per terminare la stagione. Nell’estate dello stesso anno torna a guidare la Real B ma a dicembre è richiamato in prima squadra per cambiare le sorti di una stagione iniziata male. Da dicembre 2018 inizia ufficialmente l’avventura di Imanol Alguacil alla guida della Real Sociedad. Il suo successo più grande arriva nel 2021, quando vince la Coppa del Re in una finale tutta basca contro l’Athletic Bilbao. Un successo storico e che porta definitivamente Imanol nella leggenda della Real Sociedad. Prima di questa vittoria il club di San Sebastian non vinceva un trofeo da ben 34 anni e la festa in città è durata giorni. Ma in queste stagioni Alguacil si toglie anche tante altre soddisfazioni. Raggiunge altre due semifinali di Coppa del Re, fa esordire oltre 30 canterani e porta il club a un livello altissimo. Centra cinque qualificazioni consecutive alle coppe europee e nella stagione 2023-24 partecipa alla Champions League, vincendo vince il girone e mettendosi alle spalle Inter e Benfica. “In questi anni si è affermato come uno degli allenatori spagnoli più forti” ci racconta Eneko Perez. “Propone un calcio offensivo e collettivo, senza però mai scoprirsi troppo. Ama avere il controllo della partita, tenere il pallone e poi andare in verticale alla ricerca degli attaccanti. A livello tattico è spesso riuscito a mettere in difficoltà grandi avversari come Real Madrid, Barcellona, Manchester United e Napoli. Per il suo legame con il mare e il suo temperamento da leader, è sempre stato paragonato al capitano di una nave dai tifosi della Real”. Da sempre il rapporto tra Imanol e i tifosi della Real è speciale: “Lui è molto legato alla cultura basca e i tifosi si rivedono in lui. Rappresenta il club, i tifosi, la città e anche tutta la provincia. Seppur non in maniera totalizzante come l’Athletic, anche la Real Sociedad cerca di avere in rosa quasi esclusivamente giocatori baschi e di conseguenza il legame tra la squadra e la propria terra è fortissimo. Nella rosa attuale ci sono 14-15 giocatori baschi, tutti usciti dal settore giovanile della Real. L’orgoglio basco e l’identità basca sono ben rappresentati anche nel club di San Sebastian”. Il suo addio è chiaramente stato accolto con grande dispiacere, anche se era nell’aria: “Con il contratto in scadenza a giugno 2025 e senza notizie di un rinnovo imminente, i tifosi si aspettavano il suo addio a fine stagione. Il dispiacere però è stato lo stesso grandissimo. La tristezza e il dolore hanno invaso la tifoseria della Real, perché Imanol è davvero una leggenda del club”. Ora le ultime partite prima dell’addio ufficiale. Questo weekend l'ultimo derby contro l'Athletic. Poi, contro il Girona, il prossimo 18 maggio, l’ultima all’Anoeta, davanti alla sua gente. C’è chi già piange. Nessuno è davvero pronto. Né Imanol, né i tifosi Txuri-urdin. Perché non si è mai realmente preparati a dire addio a uno di famiglia.

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L'addio di Imanol Alguacil alla Real Sociedad e un ‘Sentimiento de orfandad’

Emiliano Tomasini