Italia, mezzo Para... guaio: ci salva De Rossi
MondialiSotto una pioggia battente gli azzurri giocano bene ma non vanno oltre l'1-1 al debutto contro i sudamericani: Acaraz sblocca al 39', il centrocampista della Roma pareggia al 63'. Si ferma Buffon: risentimento al nervo sciatico. FOTO E VIDEO
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LE PAGELLE DI GIORGIO PORRA'
ITALIA-PARAGUAY 1-1
39' Alcaraz (P), 63' De Rossi (I)
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Finisce 1-1 a Città del Capo la prima partita dell'Italia al Mondiale sudafricano. L'avvio degli azzurri è incoraggiante. La squadra di Lippi doma un Paraguay ordinato, ma che non appare in grado di reggere il confronto. Ma il calcio, si sa, non è una scienza esatta. Sotto il diluvio i sudamericani passano in vantaggio al 40'. Tutto nasce da un calcio di punizione, tra l'altro piuttosto dubbio. Il cross trova la retroguardia azzurra impreparata, mentre molto più reattivo è Alcaraz, difensore biancorosso, che colpisce indistrubato. E' l'unico momento di blackout dei nostri, che accusano il colpo e non reagiscono. A questo punto meglio aspettare il break per cercare di riordinare le idee, mentre il Paraguay gestisce con disinvoltura il possesso palla fino al termine del primo tempo.
La musica suonata dall'orchestra azzurra non cambia nella ripresa, anzi peggiora. E si ferma Buffon, l'angelo custode azzurro, che deve fare i conti con un capriccioso nervo sciatico. Tra i pali, al suo posto, esordio per Marchetti.
Quando meno te lo aspetti arriva il pareggio di De Rossi. E' il 63'. Anche questo gol arriva dopo un calcio piazzato, un corner stavolta, partito dai piedi Pepe. Villar è battuto. L'esultanza del centrocampista della Roma è un mix di gioia, rabbia, orgoglio. L'orgoglio di una squadra che vuole dimostrare di essere all'altezza della situazione per difendere il titolo del 2006.
L'Italia a questo punto cambia marcia. Non c'è un vero assedio alla porta paraguaiana, ma l'ingresso di Camoranesi prima e di Di Natale poi dà maggiore freschezza e incisività all'attacco azzurro. Mentre Pepe continua a recuperare palloni importanti, è Montolivo a lavorare al raddoppio. E' lui, allo scadere, a liberare il destro indirizzato nell'angolino in basso a sinistra. Villar c'è. Come c'è una buona pressione finale dell'Italia, che però non sortisce gli effetti desiderati.
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Finisce 1-1 a Città del Capo la prima partita dell'Italia al Mondiale sudafricano. L'avvio degli azzurri è incoraggiante. La squadra di Lippi doma un Paraguay ordinato, ma che non appare in grado di reggere il confronto. Ma il calcio, si sa, non è una scienza esatta. Sotto il diluvio i sudamericani passano in vantaggio al 40'. Tutto nasce da un calcio di punizione, tra l'altro piuttosto dubbio. Il cross trova la retroguardia azzurra impreparata, mentre molto più reattivo è Alcaraz, difensore biancorosso, che colpisce indistrubato. E' l'unico momento di blackout dei nostri, che accusano il colpo e non reagiscono. A questo punto meglio aspettare il break per cercare di riordinare le idee, mentre il Paraguay gestisce con disinvoltura il possesso palla fino al termine del primo tempo.
La musica suonata dall'orchestra azzurra non cambia nella ripresa, anzi peggiora. E si ferma Buffon, l'angelo custode azzurro, che deve fare i conti con un capriccioso nervo sciatico. Tra i pali, al suo posto, esordio per Marchetti.
Quando meno te lo aspetti arriva il pareggio di De Rossi. E' il 63'. Anche questo gol arriva dopo un calcio piazzato, un corner stavolta, partito dai piedi Pepe. Villar è battuto. L'esultanza del centrocampista della Roma è un mix di gioia, rabbia, orgoglio. L'orgoglio di una squadra che vuole dimostrare di essere all'altezza della situazione per difendere il titolo del 2006.
L'Italia a questo punto cambia marcia. Non c'è un vero assedio alla porta paraguaiana, ma l'ingresso di Camoranesi prima e di Di Natale poi dà maggiore freschezza e incisività all'attacco azzurro. Mentre Pepe continua a recuperare palloni importanti, è Montolivo a lavorare al raddoppio. E' lui, allo scadere, a liberare il destro indirizzato nell'angolino in basso a sinistra. Villar c'è. Come c'è una buona pressione finale dell'Italia, che però non sortisce gli effetti desiderati.
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