Accadde oggi: Totò Schillaci entra e segna, iniziano le "Notti magiche" di Italia ‘90

Mondiali

Domenico Motisi

Totò Schillaci esulta durante i Mondiali di Italia '90 (Ansa)
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Esattamente il 9 giugno 1990 l’Italia debuttò nel Mondiale di casa contro l’Austria. A decidere il match fu l’attaccante palermitano, entrato nel secondo tempo. Da quel momento non si fermerà più e per lui, più di ogni altro, le parole dell’inno cantato da Edoardo Bennato e Gianna Nannini si rivelarono profetiche

Ci sono momenti, personaggi, episodi che da soli rappresentano l’immagine di un’intera competizione. La storia dei Mondiali ne è piena e anche se noi tifosi italiani non potremo associare la Coppa del mondo 2018 a qualcosa di "nostro", possiamo comunque ricordare con nostalgia, felicità o rammarico gli eventi del passato. Nel caso del Mondiale del 1990, il giochino è piuttosto semplice: basta rievocare le "Notti magiche" di Edoardo Bennato e Gianna Nannini per vedere materializzarsi gli occhi "spiritati" di Totò Schillaci. Poco importa se la competizione la portò a casa la Germania, quelle rimarranno per sempre le "Notti magiche" del centravanti palermitano della nostra nazionale. Notti che iniziarono esattamente il 9 giugno 1990 quando Totò regalò la vittoria agli azzurri all’esordio nel torneo contro l’Austria.

Il primo gol di Totò, l’Italia scaccia l’incubo austriaco

Il primo gol di Totò, l’Italia scaccia l’incubo austriaco

"Qual è la mia paura prima dell’esordio? Quella di non vincere la partita". Furono queste le parole del Ct Azeglio Vicini poco prima dell’esordio azzurro del 9 giugno a Roma. Il Mondiale, in realtà, era già iniziato il giorno prima, con i campioni del mondo in carica dell’Argentina clamorosamente battuti dal Camerun per 1-0 con un gol di Francois Omam Biyik. L’Italia non voleva dunque regalare la seconda sorpresa del torneo in appena due giorni. Il primo match degli azzurri fu contro l’Austria e la paura di Vicini stava per concretizzarsi, almeno fino alla seconda metà del secondo tempo quando il Ct richiamò in panchina Andrea Carnevale e mise in campo Totò Schillaci al 75'. Dopo appena quattro minuti, Vialli scambia con Donadoni, salta un avversario, mette la palla al centro, la prende di testa Schillaci: è 1-0. L’Olimpico esplode, il classe ’64 di Palermo segna la prima delle sei reti nel suo Mondiale.

Il Mondiale da favola di Schillaci

Non doveva neppure essere convocato, ma le 15 reti messe a segno con la maglia della Juventus convinsero Vicini a portare Schillaci tra i 22 del Mondiale. La coppia prescelta era però quella formata da Gianluca Vialli e Andrea Carnevale, infatti anche dopo la rete decisiva all’esordio Totò rimase in panchina pure nel secondo match, quello contro gli Stati Uniti vinto 1-0 grazie a un gol di Giannini. Dalla terza partita, però, Schillaci non lasciò più il campo, impossibile metterlo fuori: segnava ogni volta che toccava la palla. Un gol al 9' alla prima da titolare contro la Cecoslovacchia nel girone, poi l’1-0 agli ottavi (vinti 2-0) contro l’Uruguay, la rete decisiva nell’1-0 all’Irlanda ai quarti di finale, il gol dell’1-0 nella tragica semifinale di Napoli contro l’Argentina (1-1 dopo i supplementari e vittoria albiceleste ai rigori) e infine il gol del 2-1 nella finale terzo-quarto posto contro l’Inghilterra. In poche parole, Schillaci segnò in tutti e cinque i match giocati dal primo minuto al Mondiale, a cui si aggiunge il gol all’esordio quando subentrò a Carnevale. Al termine della competizione, il centravanti palermitano vinse il titolo di miglior giocatore e quello di capocannoniere con le sue sei reti. Quell’anno arrivò secondo anche nella classifica del Pallone d’oro, vinto da Lothar Matthaus campione del mondo con la sua Germania.

Schillaci dopo Italia ‘90

Finita la magia di Italia ’90, Schillaci tornò a giocare con la "sua" Juventus (Totò non ha mai nascosto la sua passione per i colori bianconeri fin da bambino). Tuttavia, quegli occhi "spiritati" delle "Notti magiche" non si videro più: soltanto cinque i gol in 29 presenze nella stagione 1990-91, appena sei l’anno successivo. Poi il passaggio all’Inter ma anche nei due anni in nerazzurro dal 1992 al 1994 non riuscì, per via di numerosi infortuni, a confermare lo stato di grazia del Mondiale italiano. Così, ad appena 30 anni, Schillaci decise di lasciare la Serie A per diventare il primo italiano a giocare nel campionato giapponese. L’eroe di Italia ’90 firmò per lo Júbilo Iwata, con cui segnò 56 gol in 78 partite. Autista personale, interprete e migliaia di fan per i quali la leggenda di Totò non si era mai affievolita. Lo stesso Schillaci ha sempre descritto positivamente la sua avventura in Giappone dove, ha detto nel corso di un’intervista, continua ad avere numerosi amici. Proprio con lo Júbilo Iwata subì un grave infortunio nel 1997, fu il preludio allo stop definitivo arrivato poco dopo quando non era ancora 35enne.

La tv, la politica e la scuola calcio a Palermo

Lasciato definitivamente il calcio giocato, Schillaci ritorna nella sua Palermo dove a partire dal 2000 dirige il centro sportivo per ragazzi "Louis Ribolla". Per Totò però non mancano avventure parallele come quella politica (alle elezioni amministrative del 2001 si candida come consigliere comunale del capoluogo siciliano, ottiene circa 2000 voti e l’elezione ma si dimette nel 2003) e quella televisiva. È del 2004 la sua partecipazione ad un reality show nel quale si classifica terzo. Poi, nel 2008, appare nel film e nel nel 2011 interpreta il ruolo di un boss mafioso in una serie televisiva. In ogni caso, qualsiasi cosa decida di fare, Totò sarà sempre quello che il 9 giugno del 1990 diede il via alle "Notti magiche". Come disse lui stesso, "nemmeno un folle avrebbe mai potuto immaginare cosa mi stava per accadere. Ci sono periodi nella vita di un calciatore nei quali ti riesce tutto. Basta che respiri e la metti dentro. Per me questo stato di grazia è coinciso con quel campionato del mondo. Vuol dire che qualcuno, da lassù, ha deciso che Totò Schillaci dovesse diventare l'eroe di Italia '90".