
Italia, emergenza attaccanti: da Immobile a Chinaglia, bomber a digiuno in Nazionale
Nessun problema del centravanti a detta di Roberto Mancini, Ct che tuttavia rimpiange i gol di '9' assoluti come Immobile e Belotti. Non sono gli unici cannonieri in Serie A dalla parentesi critica in Nazionale: all'elenco si aggiungono infatti punte spietate in campionato ma allergiche all'Azzurro
MANCINI: "L'ITALIA NON HA IL PROBLEMA DEL CENTRAVANTI" - GLI AZZURRI AL QUIRINALE. FOTO

"A volte gli attaccanti giocano bene ma non segnano, poi tutto può cambiare: non esiste quindi un problema". Parole di Roberto Mancini, Ct che tuttavia rimpiange i gol perduti di Immobile e Belotti. Due sentenze in Serie A sebbene in difficoltà in maglia Azzurra: bomber allergici all’Azzurro in buona compagnia nella storia della Nazionale

CIRO IMMOBILE. Due volte capocannoniere della Serie A con le maglie di Torino e Lazio, bomber decisamente meno prolifico in Nazionale: 7 centri in 34 presenze, lui che ha attraversato i mandati di Prandelli e Conte oltre a Ventura e Mancini. Quasi un paradosso per chi ha varcato i 150 gol in carriera e figura tra i marcatori assoluti nella storia biancoceleste

ANDREA BELOTTI. Binari paralleli al Ciro per il "Gallo", 5 reti in 20 partite in Azzurro con l’ultimo squillo riservato all’Arabia Saudita. Addirittura la numero 9 è stata consegnata a Lasagna, lui che in stagione vanta buoni numeri (4 centri in 9 gare) e da tempo è un punto fermo del Torino. Che succede a Belotti in Nazionale?

ANTONIO DI NATALE. Due volte capocannoniere in campionato tra il 2010 e il 2011, l’ex goleador dell’Udinese si è ritagliato in maglia bianconera la bellezza di 227 gol complessivi. Un patrimonio assoluto per Totò che, tuttavia, non ha convinto appieno nel suo decennio in Nazionale: 11 reti in 42 partite, troppo poco per uno degli attaccanti più prolifici di sempre in Serie A

MARCO BORRIELLO. Un presente a Ibiza e una carriera che l’ha visto superare quota 100 reti per il centravanti dalle tante maglie indossate. Le migliori annate? Milan e Genoa (due volte), Roma e Cagliari ma non la parantesi nell’Italia: 7 presenze spalmate in tre anni senza gol all’attivo. Donadoni gli diede fiducia, Lippi decise di farne a meno in Sudafrica

GIAMPAOLO PAZZINI. Attualmente impegnato a Verona a caccia del ritorno in Serie A, il "Pazzo" strabiliò alla Sampdoria in tandem con Cassano tanto da guadagnarsi la chiamata di Lippi. Il suo bilancio Azzurro recita 4 reti in 25 presenze, bottino insufficiente notato da Prandelli: fuori agli Europei del 2012 e in Confederations Cup, bocciatura poi definitiva

ALESSANDRO MATRI. Poca fortuna anche per il centravanti del Sassuolo, 7 volte in Nazionale tra il 2011 e il 2015 con un solo gol personale (Ucraina all’esordio). Attaccante dai buoni numeri in carriera, nulla a che vedere con l’intermezzo Azzurro mai davvero convincente

FABRIZIO MICCOLI. Valanghe di gol nell’avventura al Palermo, tuttavia l’avventura della punta salentina in Nazionale si era già esaurita da anni: 10 gettoni e 2 reti contro Portogallo e Finlandia tra il 2003 e il 2004, periodo nel quale indossava le maglie di Perugia e Juventus. Fu Trapattoni a dargli fiducia a differenza di Lippi, Ct che lo escluse dai convocati per il Mondiale 2010 poiché infortunato

MARCO DI VAIO. Altro bomber prolifico, ben 269 gol segnati in carriera dalla Lazio al Bologna: la maglia rossoblù lo vide addirittura realizzare 66 centri nonostante avesse già varcato i trent’anni di età. Il suo triennio in Azzurro è invece circoscritto tra il 2001 e il 2004 ovvero gli anni di Parma e Juventus: 14 partite e 2 reti, troppo poco per essere confermato nel primo mandato di Marcello Lippi

TOMMASO ROCCHI. Ritiratosi nel 2016, attaccante dal gol facile all’Empoli e soprattutto alla Lazio (105 reti complessive), Rocchi si affacciò all’Italia reduce dal trionfo Mondiale e affidata a Donadoni: tre presenze e nessuna gioia, poco fortunato anche con l’Italia Olimpica di Casiraghi dove rimediò un infortunio

VINCENZO MONTELLA. Dove planava l’Aeroplanino i gol erano assicurati, d’altronde 191 centri realizzati in carriera non sono un bottino accessibile per chiunque. Peccato che nelle sue 20 presenze in Nazionale tra il 1999 e il 2005 abbia gioito solo 3 volte quanti i Ct che si sono affidati a lui: Zoff, Trapattoni e Lippi, quest’ultimo l’ultimo a fidarsi del Montella targato Azzurro

GIUSEPPE SIGNORI. Tre volte capocannoniere in Serie A, oltre 250 gol segnati in carriera ma con l’enorme cruccio della Nazionale italiana. Colpa di Arrigo Sacchi che lo vedeva esterno sinistro nel suo 4-4-2, posizione lontano dall’area di rigore dove Beppe non faceva mai prigionieri. Il risultato? Solo 7 reti in 28 presenze, lui che in Azzurro finiva per destreggiarsi come assist-man piuttosto che bomber

RUGGERO RIZZITELLI. Nove presenze e 2 gol distribuiti in Nazionale tra il 1988 e il 1991 per l’allora attaccante della Roma, uno che coi club non ha accusato difficoltà nel superare lo scoglio dei 100 centri in carriera. Eppure in Azzurro, chiamato inizialmente da Vicini, non riuscì a strabiliare sebbene andò a segno nella prima partita da Ct di Sacchi

ANDREA CARNEVALE. All’elenco degli attaccanti spuntati in Nazionale s’iscrive pure l’ex Napoli, quasi 150 volte a segno da professionista eppure in gol solo in due occasioni in Azzurro. Furono 10 le sue presenze nell’Italia di Vicini tra il 1988 e il 1990, periodo nel quale vinceva con l’altro azzurro in Serie A e in Europa. Ai Mondiali casalinghi fu lui a lasciare spazio al devastante Totò Schillaci

ALDO SERENA. Altro giro e altra corsa con l’ex centravanti di Inter e Milan, 24 gettoni totali nell’Italia con solo 5 gol personali. Una pochezza per chi ha sfiorato il traguardo delle 150 reti con i club, difficoltà in Nazionale registrate invece durante i mandati di Bearzot e Vicini. Fu lui a sbagliare il rigore decisivo contro l’Argentina nella semifinale mondiale del 1990

BRUNO GIORDANO. Ben 170 reti segnate dalla Lazio al Napoli e dall’Ascoli al Bologna, peccato che l’ex bomber biancoceleste non riuscì ad imporsi in Azzurro: un gol in 13 presenze tra il 1978 e il 1985, periodo nel quale sedeva in panchina Bearzot. Quasi un paradosso per lui che fece sfracelli con l’U-21 di Vicini

ROBERTO PRUZZO. Non andò meglio allo scatenato bomber di Genoa e soprattutto Roma, 201 reti segnate coi club che lo rendono eterno soprattutto nella Capitale. Il suo cruccio è ovviamente quello Azzurro: 6 presenze e nessun gol, digiuno che convinse Bearzot a fare a meno di lui. Una vicenda che ha dell’incredibile considerando i suoi tre titoli di capocannoniere in Serie A

GIORGIO CHINAGLIA. Uno invece il titolo da re del gol in A (1973/74) per Long John, centravanti che ha scritto la storia della Lazio prima di conquistare gli Stati Uniti a suon di reti. E in Nazionale? Solo 4 centri in 14 partite, periodo nel quale è piuttosto ricordato il diverbio con Valcareggi (reo di averlo sostituito contro Haiti) prima di non fare breccia nemmeno nel Ct Bernardini