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Italia, 70 anni fa il viaggio in nave in Brasile verso i Mondiali 1950. FOTO
Il 4 giugno 1950, la Nazionale italiana di calcio salpa su una motonave da Napoli alla volta del Brasile, dove si disputano i Mondiali. Nei 16 giorni di viaggio succede di tutto: giocatori ingrassati, allenamenti sul ponte, scherzi, palloni in mare e anche un'amichevole a Las Palmas dove il portiere viene fatto giocare all'ala. Ripercorriamo quelle due settimane che hanno fatto la storia del nostro calcio
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LA NAZIONALE DEL 1950 - L'Italia arriva ai Mondiali di calcio del 1950 da bicampione in carica. E' infatti la prima edizione che si disputa dopo la Seconda Guerra Mondiale. Gli azzurri hanno conquistato le ultime due Coppe del mondo nel 1934 e nel 1938. In Brasile si troveranno 13 squadre, con la Seleçao grande favorita alla vigilia
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BONIPERTI E LA SQUADRA AZZURRA - L'Italia, oltre alla Grande Guerra, deve far fronte a un'altra immane tragedia che l'ha colpita un anno prima, con la scomparsa del Grande Torino nell'incidente aereo di Superga. Il gruppo è nuovo: spiccano gli juventini Boniperti e Parola, gli interisti Amedei e Lorenzi
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IN NAVE PER SUPERGA - L'Italia piange ancora il Grande Torino, così alle 36 ore di volo per raggiungere il Brasile, si preferisce imbarcarsi in nave. Il viaggio prevede una durata di 16 giorni, con partenza fissata al porto di Napoli il 4 giugno 1950
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IL GRUPPO TERRORIZZATO DALL'AEREO - L'impressione suscitata da Superga è ancora viva in molti giocatori, tanto da spingere per il viaggio in nave. Guidati da Bardelli e Lorenzi, la Federazione decide così di intraprendere questo lungo viaggio alla volta del Brasile
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SISES, LA MOTONAVE DEGLI AGNELLI - Il gruppo azzurro si imbarca così sulla Sises, motonave di proprietà della famiglia Agnelli, che in pratica regala il viaggio alla comitiva azzurra. E' manna per la Federazione, che navigava in ristrettezze economiche. Il rimborso spese di 50mila lire non sempre poteva essere elargito...
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BARDELLI, L'UOMO CHE DECIDE PER LA NAVE - In questa foto vediamo il presidente del Torino Ferruccio Novo (sulla destra), intento a parlare con Ermes Muccinelli. Novo era il Ct di quella nazionale assieme ad Aldo Bardelli, caporedattore di Stadio, l’uomo che davvero decide - per paura - di andare in nave
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IL PROBLEMA DEL MAL DI MARE - Solcare l'oceano Atlantico non è cosa da poco. Il viaggio doveva servire, nelle intenzioni, a far smaltire al gruppo le scorie del campionato e ritemprarlo con l'aria di mare. Tranne Boniperti, però, tutti soffrono di forti nausee a causa del mal di mare
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CARTE, PING-PONG E GINNASTICA - Il gruppo deve prepararsi a un Mondiale, così ci si tiene in forma con esercizi e aerobica, tenuta sul ponte sotto gli occhi incuriositi degli altri passeggeri. I giocatori, però, preferiscono il ping-pong e le carte alle sedute di atletica
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LE SEDUTE CON IL PALLONE - Non mancano le sedute con il pallone, seppur ridotte visto il poco spazio a disposizione. I tre portieri Sentimenti, Moro e Casari si tengono impegnati cercando di parare più palloni possibili...
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TUTTI I PALLONI FINISCONO IN MARE - A bordo la truppa aveva a disposizione un paio di carrelli di palloni. Dopo qualche giorno però, complici il nervosismo e la scarsa attenzione, i palloni finirono tutti in mare. "Mica potevamo fermare la nave per recuperarli", ha scherzato Egisto Pandolfini, intervistato anni dopo
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LA SOSTA A LAS PALMAS - Dopo qualche giorno di navigazione, la Sises fa scalo a Las Palmas, nelle Canarie. L'Italia ne approfitta per scendere dalla nave, sgranchirsi le gambe e soprattuto disputare un'amichevole. I giornalisti della 'Settimana Incom' spediscono in Italia i rulli, con cui viene girato il cinegiornale
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IL PORTIERE SCHIERATO ALL'ALA - Dell'amichevole contro il Las Palmas non si sa molto. Sicuramente gli azzurri, campioni del mondo in carica, furono accolti alla grande dal pubblico isolano. C'è poi la particolare storia di Sentimenti IV, portiere dell'Italia, che fu schierato da ala in quel match
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DISCIPLINA E DIVERTIMENTO - Le tante ore a disposizione del gruppo consentono ai giocatori di svagarsi in vari modi. Tra massaggi e sedute di atletica, c'è stato anche il tempo per imparare a stare al timone e fare conoscenza con gli strumenti della nave
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LE FESTE E I TRAVESTIMENTI - La noia della traversata oceanica viene interrotta da qualche gag improvvisata. I più scatenati sono Lorenzi, Remondini e Cappello, che sfoggiano anche un sombrero acquistato alle Canarie
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GIOCATORI STANCHI E INGRASSATI - La vita di bordo non giova allo stato fisico del gruppo azzurro: tutti i giocatori arrivano in Brasile stanchi e ingrassati. "Arrivammo a San Paolo stanchi e senza preparazione", la confessione di Amadei. Cinque giorni dopo, il 25 giugno, era in programma l'esordio con la Svezia
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LA SCONFITTA CON LA SVEZIA - La prima partita vede di fronte l'Italia ai dilettanti della Svezia. Dopo 7' azzurri in vantaggio con Carapellese, ma gli svedesi pareggiano Jepsson e passano in vantaggio con Andersson.
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Gli svedesi segnano il terzo gol ancora con Jepsson, con l'inutile gol di Muccinelli che illude le migliaia di emigrati italiani presenti sulle tribune dello stadio Pacaembu. Finisce 3-2 per la Svezia
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L'INUTILE VITTORIA CON IL PARAGUAY - Il successo per 2-0 con il Paraguay (Carapellese, Pandolfini) lascia solo più amaro in bocca al gruppo azzurro, che esce di scena nella prima fase dei Mondiali
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ITALIA, NIENTE DIVISE IN GIRO PER SAN PAOLO - Scoppia la grande delusione dei migliaia di italiani emigrati in Brasile (in 200mila avevano accolto la Nazionale al nel giorno dell'arrivo). Per le strade, gli azzurri sono invitati a non portare la divisa per non essere riconosciuti...
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TUTTI IN AEREO (O QUASI) - Al ritorno, vista la grande delusione e la voglia di tornare presto in Italia, scelgono tutti l'aereo (33 ore di volo). Solo Lorenzi e Carapellese preferiscono la nave, ma sbagliano l'imbarco e arrivano a Genova dopo un mese di viaggio e due soste in Spagna e in Francia
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1950, GHIGGIA E IL MARACANAZO - Il Mondiale del 1950 sarà poi vinto dall'Uruguay, che nella finale del Maracanà, davanti a oltre 200mila spettatori, batte il Brasile in rimonta 2-1 grazie a Schiaffino e Ghiggia, che al 79' firma il gol dell'ormai famoso 'Maracanazo'