Le parole del Commissario Tecnico a 'Vivo Azzurro': "Allenare una squadra nella quale si identifica un popolo è totalizzante". Sul Mondiale: "Qualificazione fondamentale, ora pensiamo a battere la Germania. Mi è piaciuto impegno dei ragazzi in Nations League"
"Non dobbiamo pensare al sorteggio ma a battere la Germania: la sfida tra nazionale italiana e nazionale tedesca fa parte della storia del calcio mondiale, è quella che ogni ct vuole giocare". Luciano Spalletti pensa da commissario tecnico azzurro h24 ("lo vorrei scritto sulla carta di identità: allenare un club nel quale si identifica un popolo intero è totalizzante") con l'obiettivo di riportare l'Italia al Mondiale dopo due mancate partecipazioni. Ma prima di sapere in quale dei due gironi di qualificazione possibile sarà inclusa la sua nazionale, chiede di concentrarsi sul quarto di finale di Nations League di fine marzo contro i tedeschi, che tra l'altro determinerà l'inclusione in uno o l'altro dei due gruppi possibili. "Italia-Germania ha offerto partite fondamentali della storia del calcio - ha detto Spalletti, intervistato da VivoAzzurro, la piattaforma Ott della Figc - Per un ct è la sfida da dover giocare. Uno che allena la nazionale e non gioca quella partita, è come se allenasse Milan o Inter senza mai fare il derby... Sono state tutte sfide bellissime, a cominciare da quella del 2006 col gol di Del Piero all'ultimo minuto, dove tutti speravamo che quella corsa non finisse mai: volevamo correre con lui con la bandiera in mano".
"Qualificazione al Mondiale importantissima per la nostra nazione"
Spalletti ha parlato della qualificazione al Mondiale ("è importantissima per la nostra nazione. Lo diciamo col sorriso ma tutti nel mondo aspettano che l'Italia giochi, tutti i nostri connazionali sono lì a sventolare la bandiera dell'Italia come fosse la foto del figlio che non vedono da tanto tempo perché sono a lavorare all'estero, e se la tengono nel portafoglio.."), e ha fatto il punto sul percorso di crescita dalla squadra. "Al primo raduno dopo l'Europeo - ha raccontato - ci siamo ritrovati e abbiamo parlato di quel che è successo: probabilmente ho sbagliato qualcosa anche io, a voler mettere troppe cose in testa. Così, alle volte, gli ingranaggi della mente si inceppano. Sono ragazzi maturi, con loro posso parlare di tutto; qualcosa devo far passare, è importante capire che alla base di ogni risultato c'è l'impegno. La leggerezza, il divertimento, anche la superficialità, possono essere deleterie... L'idea che per giocare a calcio si deve esser un po' 'grulli' non va, alla base c'è l'impegno".
"Italia sta cercando la sua identità"
E se il Brasile si associa a un calcio leggero, col suo ritmo, la sua danza; l'Olanda all'idea di un architetto moderno che progetta il futuro; la Germania all'idea di solidità e sostanza", l'Italia sta cercando la sua identità". "Mi è piaciuto dei ragazzi - il bilancio del ct - l'impegno mostrato in Nations: si vede una squadra che lavora per andare ad essere un gruppo compatto, che ha la visione di voler diventare una squadra forte che gioca un calcio aperto e totale, da leader". Ci sono poi giocatori da recuperare e altri da monitorare. "Pellegrini è un calciatore che Ranieri sta rimettendo a posto, ha qualità tecniche e piede per i calci piazzati, importanti nel calcio di oggi - le sue parole - Su Chiesa siamo lì a sperare che posso giocare con più continuità: sarei molto favorevole a vederlo rientrare in Italia. Ha la qualità rara di guardare negli occhi l'avversario e sfondare la linea, per affrontare poi quella successiva. Ora stanno facendo bene Orsolini e Politano, li abbiamo sotto controllo... E poi Maldini, ha fatto vedere giocate che possono tornare utili in partite importanti che andremo a disputare". Elogio di Cambiaso: "E' un calciatore moderno. Il mio giocatore ideale è quello che mette il talento a disposizione di chi in squadra ne ha meno. Mi hanno fatto piacere i complimenti che gli ha fatto Guardiola, ma non mi hanno sorpreso...".
"Vorrei rubare potenza di Riva, l'astuzia di Paolo Rossi e l'inventiva di Del Piero"
Delle nazionali del passato, Spalletti ha confessato che vorrebbe rubare "la potenza di Gigi Riva, Rombo di Tuono, a quella del '70; l'astuzia di Paolo Rossi a quella dell'82; l'inventiva di Del Piero a quella del 2006". "Della nostra nazionale - l'osservazione - si è detto che manca la seconda punta, il giocatore che inventa, vede linee di passaggio lì dove le difese avversarie le nascondono. Il numero 10 è stato un ruolo importante nella storia della nostra nazionale". Infine, una preferenza per le qualificazione mondiali. "Preferirei il girone a quattro a quello a cinque, e sarebbe meglio cominciarle a settembre piuttosto che a giugno. Per la nostra esperienza, vedo che non arrivano giocatori scarichi come a fine stagione ma giocatori rigenerati".