
Premier League, tutti gli allenatori della stagione 2019-2020. FOTO
Ai nastri di partenza la nuova Premier League, campionato vinto nelle ultime due edizioni dal Manchester City di Guardiola. È proprio Pep il manager da battere, concorrenza che non manca dalle big alle outsiders tra uomini d'esperienza e colleghi in rampa di lancio. Tre le novità in panchina in estate: scopriamo tutti gli allenatori del prossimo torneo
MANCHESTER UNITED-CHELSEA LIVE

Ai nastri di partenza la nuova Premier League, campionato vinto nelle ultime due edizioni dal Manchester City di Guardiola. È proprio Pep il manager da battere, concorrenza che non manca dalle big alle outsiders tra uomini d’esperienza e colleghi in rampa di lancio. Tre le novità in panchina in estate: scopriamo tutti gli allenatori del prossimo torneo
Premier League, tutte le maglie della nuova stagione
UNAI EMERY (Arsenal). In rigoroso ordine alfabetico dei club, iniziamo dal 47enne spagnolo confermato sulla panchina dei Gunners dopo l’ultima stagione: 5° posto in Premier e finale di Europa League persa contro Sarri per Emery, manager che proprio nella competizione europea vanta un record di trionfi (3, come Trapattoni) ai tempi del Siviglia. Ci riproverà con un tridente super: Aubameyang, Lacazette e l’ultimo arrivato Pépé

DEAN SMITH (Aston Villa). Chi ha ritrovato la Premier League a distanza di tre anni sono i Villans, promossi nella massima serie attraverso i playoff vinti contro il Derby County. Artefice della rinascita è l’ex difensore classe 1971, rodato in Championship allenando il Brentford e affiancato in panchina da un’icona come John Terry. Non sono mancati acquisti estivi di livello, Wesley su tutti: basterà per mantenere la categoria?

EDDIE HOWE (Bournemouth). Solo 41 anni all’anagrafe ma da oltre vent’anni legato ai Cherries tra campo e panchina, club trascinato dalla League One alla Premier conquistata nel 2015 dove mai era arrivato. Da allora buoni piazzamenti in classifica (16°, 9°, 12° e 14° posto) per i rossoneri dall’identità consolidata e dalle new entry utili alla causa: parliamo di Danjuma, Billing e Kelly, pedine funzionali al gioco di Howe

GRAHAM POTTER (Brighton). Uno dei tre cambi estivi in panchina ha riguardato i Seagulls che, reduci dalle stagioni con Chris Hughton, si sono affidati al 44enne ex difensore emerso in Svezia: memorabili gli anni alla guida dell’Östersund, accompagnato dalla quarta divisione nazionale ai gironi di Europa League. Reduce dal 10° posto in Championship con lo Swansea, Potter è chiamato a migliorare il 17° posto dell’ultima Premier

SEAN DYCHE (Burnley). Lo chiamano "Ginger Mou" e dal 2012 è un punto fermo dei Clarets, condotti in Premier a distanza di quattro anni e in pianta stabile nella massima serie dal 2016. Il fiore all’occhiello resta la stagione 2017/18, archiviata al 7° posto con la qualificazione all’Europa League negata dall’Olympiacos nello spareggio. Più delicato l’ultimo campionato chiuso a +6 sul Cardiff retrocesso: obbligatorio fare meglio in questa Premier

FRANK LAMPARD (Chelsea). Tredici anni e oltre 600 partite disputate con i Blues da Frankie, erede di Maurizio Sarri sulla panchina del club più amato. Ritorno a casa per l’ex centrocampista classe 1978, idolo di Stamford Bridge dove ha conquistato 13 titoli segnando 211 gol (miglior marcatore all-time della società). La prima esperienza in panchina l’ha visto guidare il Derby County fino alla finale playoff persa contro l’Aston Villa, ma poco male: si è guadagnato la Premier League grazie al suo Chelsea

ROY HODGSON (Crystal Palace). Da un manager in rampa di lancio come Lampard a un decano della panchina del calibro del 71enne inglese, curriculum infinito con tappe dall’Italia (Inter e Udinese) alle Nazionali (Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Finlandia e Inghilterra) fino al presente a Selhurst Park. Qui Hodgson è d’attualità dal settembre 2017, incarico che l’ha visto collezionare salvezze tranquille (11° e 12° posto)

MARCO SILVA (Everton). Chi ha invece sfiorato l’accesso all’Europa è stato il tecnico portoghese, classe 1977 da un anno sulla panchina dei Toffees. Dopo gli inizi in patria e lo scudetto in Grecia con l’Olympiacos, Marco Silva ha ottenuto meno fortune alla guida dell’Hull City (retrocesso) e del Watford (esonerato e sostituito da Gracia). Dopo l’8° posto dell’ultima Premier e acquisti di qualità (Kean su tutti), può davvero puntare in alto

BRENDAN RODGERS (Leicester). Sulla panchina delle Foxes dallo scorso febbraio, quando si separò dal Celtic prendendo il posto di Puel, il 46enne nordirlandese ha ritrovato un incarico in Premier League dopo le stagioni al Liverpool senza titoli né soddisfazioni. Trofei (7) conquistati in Scozia a precedere un positivo 9° posto alla guida del Leicester: gli arrivi di Tielemans e Perez hanno alzato il livello della squadra

JÜRGEN KLOPP (Liverpool). Beffato nuovamente da Guardiola nel Community Shield, ultimo atto di una rivalità che ha alimentato la scorsa stagione in Premier League. Poco male per l’allenatore tedesco, 52 anni e un calcio "heavy metal" che entusiasma per interpreti e spettacolo: il trionfo in Champions League sul Tottenham, 6° titolo dei Reds nella competizione, ha spezzato il suo tabù nelle finali ed esaltato il popolo del Liverpool dopo lo splendido lavoro svolto al Borussia Dortmund

PEP GUARDIOLA (Manchester City). Inevitabilmente è l’uomo da battere in Inghilterra, d’altronde dal Community Shield del 2018 ha conquistato tutti i 5 trofei nazionali disputati con i Citizens. Sono 28 i titoli ottenuti dal 48enne spagnolo in panchina, successi che lo consegnano tra gli allenatori più vincenti di sempre: merito dei trionfi con Barcellona, Bayern Monaco e appunto un Manchester City infarcito di stelle. Al vertice della Premier nelle ultime due edizioni, Pep pretende ora la festa in Champions League

OLE GUNNAR SOLSKJAER (Manchester United). A 45 anni si è ritrovato alla guida della sua squadra, quella dove realizzò 127 gol in 12 anni vincendo tutto (17 i trofei in bacheca). Il suo ritorno a Old Trafford è coinciso con l’esonero di José Mourinho, fiducia ad interim conquistata a fine marzo grazie agli ottimi risultati tra tutte le competizioni. Peccato per l’ultima parte di stagione: fuori ai quarti in Champions ed FA Cup, mentre in campionato ha chiuso al 6° posto ottenendo il pass per l’Europa League

STEVE BRUCE (Newcastle). Non c’è più Rafa Benitez sulla panchina dei Magpies, addio dettato dall’irrinunciabile offerta recapitata dalla Cina. E dopo il 13° posto nell’ultima Premier League, chi proverà ad alzare l’asticella è il 60enne inglese dai gloriosi trascorsi in campo al Manchester United. Vent’anni da allenatore per Bruce, manager che a metà luglio ha salutato lo Sheffield Wednesday accettando la proposta del Newcastle

DANIEL FARKE (Norwich). Klopp non è l’unico allenatore tedesco in Premier League, merito della presenza del 42enne svezzato nella squadra riserve del Borussia Dortmund. Dal 2017 sulla panchina dei Canaries, superando l’apprendistato in Championship (14° posto), Farke ha dominato l’ultimo campionato con 27 vittorie e 94 punti riportando i gialloverdi nella massima serie a distanza di tre anni. Un banco di prova importante per un manager promettente

CHRIS WILDER (Sheffield United). Neopromosso come Farke è il 51enne inglese, giunto proprio alle spalle del Norwich nell’ultima Championship: 2° posto con 89 punti e Premier ritrovata dopo 12 anni. Ormai un volto familiare nel club dove giocò da difensore, Wilder ha accettato la panchina dei Blades nel 2016 quando militavano in League One: due promozioni più tardi lo ritroviamo nella massima serie con i biancorossi

RALPH HASENHÜTTL (Southampton). Qualche difficoltà di troppo per i Saints nella Premier 2018/2019, chiusa al 16° posto a +5 sul Cardiff terzultimo. A blindare la salvezza fu il primo allenatore austriaco del campionato, erede di Hughes in panchina che raddrizzò risultati e classifica. Da manager aveva portato per la prima volta l’Ingolstadt in Bundesliga, campionato dove col Lipsia si è spinto fino alla 2^ posizione

MAURICIO POCHETTINO (Tottenham). Sfiorato il trionfo in Champions League, negato dal Liverpool nell’epilogo di Madrid, il 47enne argentino è rimasto alla guida degli Spurs dove allena dal 2014 e che ha iscritto tra le grandi potenze della Premier. Mancano i trionfi, vero, ma risultati e piazzamenti sono dalla sua parte: mai sotto il 5° posto in campionato dal suo avvento, Poch ha fatto strada anche nelle coppe inglesi ed europee

JAVI GRACIA (Watford). Finalisti nell’ultima edizione di FA Cup persa contro l’invincibile Manchester City, gli Hornets hanno confermato in panchina lo spagnolo classe 1970 in carica dal gennaio 2018. Un 14° e un 11° posto in campionato centrati da Gracia, risultati in ascesa che valgono la permanenza alla guida del Watford dei Pozzo. In precedenza aveva allenato anche in Grecia e Russia prima di stabilirsi in Inghilterra

MANUEL PELLEGRINI (West Ham). Guida tecnica ribadita pure tra gli Hammers con "El Ingeniero", 65enne cileno che vinse la Premier nel 2014 con il Manchester City. Un curriculum importante quello di Pellegrini dal Sudamerica all’Europa (Villarreal, Real Madrid e Malaga), tappe che l’hanno riportato in Inghilterra nel maggio 2018: 10° posto raggiunto dal West Ham nella scorsa stagione, posizione da migliorare con gli arrivi di Haller e Fornals

NUNO ESPIRITO SANTO (Wolverhampton). Chiudiamo con l’allenatore classe 1974, portoghese alla guida dei Wolves dai tantissimi connazionali (8) in squadra. Precedentemente legato in panchina a Porto e Valencia, Nuno Espirito Santo si è accasato agli Wolves nel 2017 centrando subito la promozione in Premier League. E dodici mesi più tardi ecco il 7° posto in classifica, piazzamento che vale la rincorsa al tabellone principale di Europa League. La inseguirà con un italiano in rosa, l’ex Milan Cutrone