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Coronavirus, Salah dona cibo e due vitelli al suo villaggio in Egitto

Premier League

Da sempre vicino al suo Paese, l'attaccante del Liverpool ha donato una gran quantità di cibo agli abitanti di Nagrig, il villaggio dove è nato. Il calciatore, inoltre, ha fatto macellare due vitelli distribuendo carne alle famiglie più in difficoltà per l'emergenza Covid-19

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Un mano di aiuto nei confronti del suo Egitto in questo momento così delicato per tutta la popolazione mondiale. L’attaccante del Liverpool Mohamed Salah ha donato una gran quantità di cibo e carne agli abitanti di Nagrig, il piccolissimo centro sul delta del Nilo da cui proviene, per aiutare le famiglie colpite dalle ripercussioni economiche del Coronavirus. Lo ha riferito al quotidiano egiziano Al-Masry Al-Youm suo padre, Salah Ghaly, aggiungendo che il campione del Liverpool augura salute ai propri compaesani e li esorta a seguire le prescrizioni contro il virus. Fra l'altro saranno macellati due vitelli e la carne distribuita agli abitanti di Nagrig (circa 9.000 persone secondo un censimento 2006) e di altri villaggi vicini del governatorato di Gharbiyya, ha annunciato il genitore di Salah come riporta il sito Egypt Independent.

Un impegno costante a favore del suo popolo

Un sostegno in prima linea a chi è più in difficoltà, Salah infatti non è nuovo a iniziative del genere. La fondazione benefica dell'attaccante della nazionale egiziana continua ad assistere regolarmente un "elevato numero di famiglie del villaggio", ha riferito inoltre il padre del calciatore ex Roma. Nato nella contigua Basyoun, a sei km di distanza, Salah nel dicembre 2018 donò 900 mila sterline egiziane (circa 50mila euro) all'ospedale della cittadina e due ettari di terreno per costruirvi un depuratore d'acqua, ricorda Egypt Independent. Ancor più generoso è stato nei confronti dell'Egitto, nonostante un rapporto a volte conflittuale: nell'agosto scorso il Salah donò tre milioni di dollari all'Istituto nazionale egiziano per la ricerca sul cancro (Nci). I contributi a una serie di progetti umanitari e caritatevoli gli sono valsi, nel febbraio scorso, la nomina a primo ambasciatore per le "Instant network schools", un programma dell'Onu che connette rifugiati e studenti di paesi ospitanti offrendo opportunità di educazione online di alto livello.