Jorginho: "Troppe critiche perché mi ha voluto Sarri, ho pensato di lasciare il Chelsea"

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Le parole del centrocampista a FourFourTwo: "L'anno scorso ho ricevuto troppe critiche ingiuste perché ero arrivato con Sarri e allora mi sono domandato se fosse giusto lasciare questo club. Però poi ho lavorato come sempre per far cambiare idea ai tifosi, in tutte le mie avventure ho avuto delle difficoltà. Lampard? Ha sempre parlato bene di me, lo ringrazio"

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A Napoli la definitiva consacrazione dopo tre anni straordinari con Sarri, poi il trasferimento al Chelsea in Inghilterra. Jorginho è ora anche uno dei punti fermi della Nazionale italiana, considerato tra i registi migliori al mondo per statistiche e rendimento. Eppure all'inizio della sua avventura al Chelsea aveva ricevuto molte critiche, proprio a causa del suo rapporto con Maurizio Sarri: "L'anno scorso, i tifosi mi criticavano molto perché ero arrivato con un altro allenatore e, secondo me, ho finito per sentire alcune cose che erano onestamente ingiuste – le sue parole alla rivista inglese FourFourTwo - Ma non ho mai sfidato le opinioni dei tifosi e delle altre persone che mi hanno criticato. Al contrario, in realtà, mi hanno dato forza perché dentro sapevo che avevano torto. Nel profondo della mia mente, è stato così. Ho voluto dimostrare che avevano torto, lavorando in silenzio come ho sempre fatto, perché non è mai stato facile per me. Ho attraversato periodi difficili in ogni club per cui ho giocato. In momenti negativi possono subentrare dei dubbi che ti portano a chiederti "Devo lasciare questo posto?" o "Forse qui non c'è spazio per me?". Ma accolgo ogni tipo di sfida e non mi sono mai tirato indietro. Mi dà forza per lavorare ancora di più, per dimostrare a tutti che posso farcela".

"Lampard ha sempre parlato bene di me, lo ringrazio"

Dopo quattro stagioni con Sarri (tre al Napoli e una al Chelsea), ora l'avventura con Lampard: "Ha sempre parlato molto bene di me da quando è tornato a Stamford Bridge e abbiamo iniziato a lavorare insieme. Onestamente, lo ringrazio per la sincerità che mi ha mostrato in pubblico. Non doveva farlo e non tutti i manager lo fanno. È una leggenda all'interno del club, quindi le persone ascoltano ciò che dice. Da quel giorno, ho sentito che tutti hanno iniziato a guardarmi con occhi diversi e a prestare davvero attenzione a ciò che faccio e a quanto mi sono dedicato per raggiungere il miglior risultato possibile".