
Liverpool, come è riuscito Klopp a vincere la Premier League dopo 30 anni
Jurgen Klopp ce l'ha fatta. Dopo 30 anni di attesa, è riuscito nell'impresa di riportare il Liverpool sul trono d'Inghilterra. Lo ha fatto sapendo infondere la sua filosofia ai giocatori e recependo a sua volta quella del club, rivestendo il ruolo di allenatore-manager e diventando il leader assoluto di Anfield. Così il tedesco ha costruito una macchina perfetta in grado di dominare la Premier League ed entrare nella storia

MEISTER | Il 'Maestro' Klopp è entrato nella leggenda del calcio inglese: trionfando sulla panchina del Liverpool, infatti, è diventato il primo allenatore tedesco di sempre a vincere la Premier League. In generale è diventato il 9° straniero fuori dal Regno Unito a riuscirci dopo Wenger e Mourinho (3 a testa), Guardiola (2), Pellegrini e il quartetto italiano composto da Ancelotti, Mancini, Ranieri e Conte
CHELSEA-MAN.CITY 2-1, GOL E HIGHLIGHTS: LIVERPOOL CAMPIONE 30 ANNI DOPO
MENTALITÀ | Klopp ha centrato un'impresa riuscita a pochi nella storia: vincere tutto in Europa e nel mondo prima che farlo 'in casa propria'. La Premier League, infatti, è il primo trofeo conquistato nei confini nazionali dal tedesco alla guida del Liverpool. Il 53enne ha costruito attorno ai suoi Reds una mentalità prima europea, tassello fondamentale per arrivare poi a dominare incontrastati in Inghilterra

I AM THE NORMAL ONE | Si presentò così Jurgen Klopp il giorno della sua presentazione, in netta contrapposizione con la 'fama' di Mourinho. "Sono quello normale, posso dire solo questo. Un tipo normale che arriva dalla Foresta Nera ed è stato un giocatore di medio livello". Modestia, ma non mancanza di ambizione: quella di vincere in un club e in un calcio che ha sempre amato. Detto, fatto!

L'ESORDIO | Quello di Klopp è stato un lungo cammino. Mattone dopo mattone ha saputo costruire la sua creatura, partendo dal primo match che lo vide protagonista a White Hart Lane. In casa del Tottenham finì 0-0, in un percorso di spettacolarizzazione del gioco che si andò formando un passo alla volta. Quel giorno, il 17 ottobre 2015, incrociò Pochettino, casualmente lo stesso avversario nella finale che lo avrebbe consacrato campione d'Europa

PRIMA GIOIA | Per festeggiare la prima vittoria sulla panchina dei Reds, Klopp dovette aspettare il 4° incontro della sua gestione. Il successo arrivò di misura contro il Bournemouth - gol di Clyne - negli ottavi di Coppa di Lega. Un'edizione che vide il Liverpool approdare fino alla finale, poi persa ai rigori. Contro chi? Proprio il Manchester City, rivale in patria delle ultime stagioni

RHYTHM AND BLUES | Tre giorni dopo, invece, arrivò il primo successo in campionato. Un 3-1 contro il Chelsea, a Stamford Bridge, ricco di significato: in primis perché a farne le spese fu proprio Mourinho e, in secondo luogo, perché con un ritmo alto e una qualità di gioco di grande livello Klopp fece capire che si poteva costruire qualcosa di importante. Uno scatto tattico e agonistico per determinare tra i suoi il concetto di dominio sul campo

HEAVY METAL | Ed è proprio partendo dalla sua filosofia di gioco che l'allenatore tedesco ha messo sù un giocattolo meraviglioso. Il Gegenpressing, l'ossessiva ricerca di sopraffare l'avversario con grinta, corsa e audacia e il gioco caratterizzato da velocità, inserimenti e coralità. A Liverpool è riuscito ad adattarlo perfettamente, guidando la squadra come un direttore d'orchestra e avendo la meglio sul Tiqui-taqua di Guardiola che, in passato, aveva così definito: "È un calcio perfetto, ma non è il mio sport"

ALLENATORE-MANAGER | La bravura di Klopp, però, non è stata dettata solo dalla sua guida tecnico-tattica. Il tedesco ha studiato i profili ideali per il suo Liverpool e, passo dopo passo, ha costruito il suo Dream Team rivoluzionando per gran parte la rosa dal giorno del suo arrivo. Una squadra da sogno appunto, ma inedita perché "se hai solo super star finiranno per crearti problemi"

SURVIVORS | Dando un'occhiata al primo XI con la quale Klopp affrontò il Tottenham il giorno del suo esordio, infatti, si nota che solo 4 dei giocatori allora presenti tra campo e panchina fanno parte ancora oggi della rosa dei Reds: James Milner, Divock Origi, Adam Lallana e Nathaniel Clyne

RIVOLUZIONE | Quella di Klopp è stata una rivoluzione progettata con lungimiranza e, soprattutto, silenziosa. Rilevanti le cifre spese per ogni singolo elemento, ma nessuna campagna faraonica tale da ricevere pressione e aumentare le aspettative. Un colpo mirato a stagione per accrescere il livello della rosa, a partire da quello più oneroso della stagione 2016-17: Sadio Mané, arrivato dal Southampton per 41.2 milioni di euro

THE WALL | Sistemato l'attacco, Klopp ha individuato il punto debole nel reparto difensivo e ha trovato il giocatore perfetto per consolidarlo e renderlo (quasi) imperforabile. Seppur con qualche mese di ritardo rispetto a quanto desiderato, l'allenatore tedesco ha potuto finalmente abbracciare Virgil van Dijk nel gennaio del 2018. Un trasferimento che ha reso l'olandese il difensore più costoso di sempre, con un esborso al Southampton di 84.65 milioni di euro

FROM ROME WITH LOVE | L'ultimo tassello del puzzle lo ha incastrato all'inizio della stagione 2018-19. Reduce dal ko nella finale di Champions contro il Real Madrid, dovuta in particolare agli errori tra i pali di Karius, Klopp ha scelto ancora la capitale italiana per pescare il rinforzo perfetto. E così, dopo Salah l'anno prima, anche Alisson ha raggiunto Liverpool, fruttando nelle casse della società giallorossa 62.5 milioni di euro

IL PREZZO DELLA VITTORIA | Comprare, ma non solo. Klopp ha trovato i giocatori ideali dopo aver rinunciato, allo stesso tempo, a dei big. Molte operazioni in entrata, infatti, sono state rese possibili da cessioni eccellenti, come quella di Coutinho che ha permesso al club di poter reinvestire ben 145 milioni derivanti dalla partenza del brasiliano verso il Barcellona. E ha saputo arricchire il proprio tesoretto anche lasciando partire a cifre alte elementi inespressi dalle parti di Anfield Road, come Benteke e Sakho venduti complessivamente a circa 60 milioni

LOW COST | Una volta trovata la quadra, Klopp ha avuto il coraggio di non cambiare. E così nell'ultima sessione estiva - da fresco campione d'Europa - ha deciso di non effettuare alcuna operazione in entrata, fatta eccezione per il giovane van der Berg (arrivato dallo Zwolle per 1.9 milioni) e Adrian (preso a parametro zero come vice-Alisson). L'unico ritocco si è materializzato a gennaio, con l'ingaggio dal Salisburgo di Minamino: un colpo in prospettiva e non congeniale per dare la caccia all'obiettivo Premier fin da subito

YOU'LL NEVER WALK ALONE | Considerare l'apporto di Klopp al titolo della Premier solamente in riferimento a concetti tattici e manageriali sarebbe riduttivo. Il tedesco ha infatti impresso la sua filosofia di vita alla squadra e alla città di Liverpool. La visione del calcio ampliata alla quotidianità e viceversa. "Lo spogliatoio come esempio del mondo. Utilizzare tutte le culture, sfruttare i punti di forza di ognuno di essa". L'ex Borussia ha creato così una comunità: 13 nazionalità diverse nella rosa dei Reds, affini per amore e sensabilità al popolo di Anfield

FIDELITY CARD | Rosa corta e rosa lunga. Il numero di giocatori utilizzati da Klopp in stagione è diventato altissimo a causa della semi-contemporaneità tra Mondiale per Club e Coppe nazionali, periodo in cui ha mandato in campo tantissimi ragazzi del vivaio, ma in Premier League la sua forza è stato lo zoccolo duro. Pochissime variazioni negli uomini al 4-3-3 ideale, con Firmino simbolo della continuità: è stato lui il più utilizzato con 45 presenze complessive

DON'T TOUCH | Il cocktail vincente di Klopp ha previsto anche un pizzico di superstizione. A poche settimane dal suo arrivo, infatti, ribadì un concetto chiaro ai suoi: "Non toccate la scritta 'This is Anfield' fin quando non diventeremo leggende". Il tedesco ha volato basso fin dall'inizio e adesso ha raggiunto l'Olimpo

EFFETTO ANFIELD | Impossibile non sottolineare il contributo che il pubblico dei Reds ha dato alla causa. Un affetto incondizionato che ha trascinato tutti e creato un'entusiasmo che ha fatto tremare le gambe agli avversari prima ancora di cominciare. E quel lungo filo rosso è diventato più solido che mai nel giorno della sfida al Dortmund. Una pazza rimonta per 4-3 che per Klopp - subito leader - ha rappresentato una sorta di passaggio tra il suo passato e il suo futuro: una perfetta identificazione con lo spirito di Anfield, dove le partite 'non finiscono mai'!

THE LONG AND WINDING ROAD | Ultimo, ma non per importanza, Klopp ha avuto la forza di rialzarsi sempre dopo i momenti peggiori. Lo ha fatto personalmente, dopo il ko subito in finale di Champions sulla panchina del Borussia, e lo ha fatto insieme ai Reds, in seguito alla sconfitta rimediata in finale di Europa League contro il Siviglia. La seconda battuta d'arresto (insieme alla Coppa di Lega) alla sua prima stagione a Liverpool, ma dalle ceneri ha saputo rigenerarsi e trovare il riscatto più dolce

IL CERCHIO SI CHIUDE | Dal Palace... al Palace. Contro i Glaziers, infatti, arrivò la prima sconfitta del Liverpool con Klopp alla guida: un clamoroso 1-2 ad Anfield Road. E fatalità, proprio contro di loro, i Reds hanno conquistato la vittoria decisiva per il titolo grazie a un netto 4-0. Protagonisti per lo più differenti, ma una squadra nel destino a simboleggiare tutti i valori dell'allenatore tedesco: la pazienza, l'audacia, l'ambizione

REDS KINGDOM | Tutti questi fattori hanno incoronato il Liverpool campione d'Inghilterra e gli hanno consegnato un posto nella leggenda: la squadra di Klopp, infatti, ha dominato il torneo e lo ha vinto con 7 giornate di anticipo, stabilendo un nuovo record assoluto e battendo il precedente primato detenuto dal City grazie all'exploit della stagione 2017-18

EN PLEIN | Nel mirino del Liverpool ci sono ora altri record da poter battere fino al termine della stagione. Il primo di questi riguarda il proprio fortino, Anfield, dove fin qui i Reds hanno raccolto 16 vittorie su 16. Chiudere a bottino pieno vorrebbe dire fare uno splendido regalo ai propri tifosi e lasciare un'impronta incredibile, e forse irripetibile, alla storia della Premier League

ACROSS THE UNIVERSE | Tra le mura amiche la squadra di Klopp non ha lasciato neanche un punto agli avversari, ma anche in trasferta è stata quasi sempre implacabile. Ecco perché il tedesco ci tiene a vincere anche le ultime gare esterne: con un percorso netto da qui alla fine i Reds arriverebbero a quota 16 successi lontani da Anfield, eguagliando il record stabilito dal City due stagioni fa

AFFAMATO DI GLORIA | E perché non aggiungere, a tutti questi record, anche quello delle partite vinte? Attualmente il Liverpool è a quota 28, a -4 dal primato attuale dei Citizens. Un obiettivo certamente alla portata per Klopp, abituato alle missioni impossibili

LEGGENDA | L'ultimo record che Klopp insegue è quello dei punti totali, al momento detenuto dal City di Guardiola con la fatidica quota 100. Superandolo, riuscirebbe a completare un percorso senza eguali non solo nella storia di Liverpool, ma in quella dell'intero calcio mondiale