Tottenham, Hojbjerg risponde a Conte: "Facciamo il possibile per accontentarlo"

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Il centrocampista del Tottenham risponde all'allenatore dopo la sfuriata in cui aveva accusato i giocatori di essere "egoisti": "Dovrebbe capire meglio come si sente, noi facciamo il possibile per accontentarlo. Io so di essere un giocatore onesto che dà sempre il 100%"

A poche ore dalla sfuriata di Antonio Conte, durissimo con i suoi giocatori dopo il pareggio contro il Southampton, qualcosa si muove. Non ancora a livello di club (nonostante in Inghilterra si scriva che l’avventura di Conte sulla panchina del Tottenham sia al capolinea), mentre tra i giocatori il centrocampista danese Hojbjerg è stato il primo a mandare una risposta al suo allenatore.


Impegnato nei prossimi giorni con la sua nazionale, Hojbjerg ha affrontato l’argomento nel corso di una conferenza stampa, invitando Conte a essere “più preciso” nelle sue accuse. "Abbiamo visto tutti la sua conferenza stampa”, ha detto. “È stata molto onesta e molto aperta. È perché non è soddisfatto. Non lo fai se sei arrivato ai quarti di finale di Champions League e se sei in semifinale di FA Cup. Nasce dal fatto che, purtroppo, non abbiamo ottenuto i risultati che volevamo come squadra e come società. Capisco che per avere successo come squadra occorrono undici uomini impegnati in un progetto condiviso. Ma penso che l'allenatore debba elaborare come si sente, prima che tu come giocatore possa iniziare a misurarlo e soppesarlo. L'allenatore non è soddisfatto, facciamo il possibile per accontentarlo. Quello che so di me stesso è che sono un giocatore onesto. Sono un giocatore che dà sempre il 100% per la squadra”.

Cosa aveva detto Conte

Una richiesta di maggior precisione nel fare le sue critiche, dunque, dopo che Conte si era sfogato parlando in modo generico di “giocatori egoisti” e di un club che non vince nulla da 20 anni. "Per me è inaccettabile. Stai vincendo 3-1, sei in controllo e vai a concedere due gol”, aveva detto Conte. “Penso che ora sia molto meglio andare dentro il problema, perché il problema è che abbiamo dimostrato di non essere una squadra. Ci sono 11 giocatori che vanno in campo e io ho visto giocatori egoisti, che non vogliono aiutarsi tra loro, che non ci mettono il cuore".

E ancora: "Sono abituati qui, non giocano per niente importante. Non vogliono giocare sotto pressione, sotto stress. La storia del Tottenham è questa. 20 anni che c'è questo proprietario e non hanno mai vinto nulla. Perché? Colpa solo del club o degli allenatori? Ho visto gli allenatori che sono stati qui... Finora ho provato a nascondere la situazione, ma adesso basta. Perché non voglio più vedere ciò che è successo oggi, perché è inaccettabile. Anche per rispetto dei tifosi, che ci seguono e pagano un biglietto".

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