Nuove certezze e vecchi problemi dello United di Ruben Amorim

Quando nel maggio 2013 Sir Alex Ferguson lasciò da campione d’Inghilterra lo United dopo oltre 26 anni al comando nessuno pensava che sarebbe stato facile raccoglierne l’eredità. Ma pochi, probabilmente, immaginavano che undici anni non sarebbero bastati per risolvere il problema. Ora tocca ad Amorim provarci. “Chiamatemi ingenuo - ha detto subito Ruben - ma penso di essere l’uomo giusto al posto giusto”. Autostima e convinzione ci sono. Gli torneranno utili. Perché il lavoro da fare è tanto. In attesa della prima finestra di mercato a sua disposizione per cominciare a rimodellare l’organico a immagine e somiglianza della sua idea di gioco il portoghese deve fare con quello che ha. A Portman Road i primi vagiti della sua creatura hanno confermato alcuni punti fermi. Il sistema di gioco innanzitutto: il 3-4-2-1. Il suo. Praticamente da sempre. A cominciare dalla difesa: rigorosamente a 3, come dall’alba della stagione 2019-20 sulla panchina del Braga. In porta, ovviamente, Amorim è ripartito da Onana: strepitoso in almeno tre interventi e anche capace di innescare gli attaccanti con i suoi precisi lanci. De Ligt, reduce da un problematico inizio di stagione, ha giocato da centrale nella difesa a 3. Mazraoui, che con Ten Hag - e con la nazionale marocchina - ha sempre giocato indifferentemente da terzino destro o sinistro, è stato schierato da ‘braccetto’ di destra. Come ‘braccetto’ di sinistra allo Sporting Amorim ha sempre utilizzato un mancino naturale , mentre contro l’Ipswich - in attesa di recuperare a pieno Lisandro Martinez e Luke Shaw - ha puntato inizialmente su Evans, il più ‘ambidestro’ degli uomini a disposizione. Per poi inserire al 9’ del secondo tempo Luke Shaw, che non giocava una partita ufficiale dalla finale degli europei contro la Spagna, e che si candida ora per giocare in quella posizione. Shaw dovrà fare attenzione alla concorrenza di Lisandro Martinez, mancino pure lui, meno esterno e più marcatore ‘puro’. Con Maguire ancora infortunato, potrebbe scalare posizioni nelle prossime partite il giovane Yoro. Il centrale classe ’05 lanciato da Fonseca al Lille, pagato 52 milioni di sterline in estate, ha superato la frattura al piede e smania per la prima presenza in maglia-United. La mossa più interessante del primo United targato Amorim è stata indubbiamente Amad Diallo schierato da esterno destro a tutta fascia. L’inizio è stato fiammeggiante: con una splendida cavalcata partita dalla metà campo difensiva e conclusasi con l’assist – di destro – per il gol del vantaggio di Rashford dopo appena 1 minuto e 20 secondi. Diallo in questa posizione è impiegato in modo estremamente offensivo e ha le caratteristiche per diventare un’ala aggiunta, ma anche per entrare dentro il campo favorito dal fatto di essere mancino di piede. Del resto, anche allo Sporting - sia con Quenda che con Catamo - Amorim utilizzava un mancino da esterno destro a tutta fascia. Diallo ha mostrato qualche difficoltà in fase difensiva quando è stato puntato dalla coppia Davis-Smodzics, ma in fase di possesso è stato una minaccia costante. L’esperimento sembra destinato a ripetersi. In mezzo Amorim ha puntato sull’esperienza e le geometrie di Casemiro e Eriksen, per poi inserire Ugarte. Nemmeno un minuto per Mainoo, ma il nazionale inglese non gioca da oltre un mese per un infortunio alla coscia ed è facile immaginare che potrà presto tornare titolare. A sinistra, Dalot a tutta fascia ha offerto un’interpretazione del ruolo ovviamente più difensiva rispetto a quanto non abbia fatto Diallo dalla parte opposta, ma è sembrato perfettamente a suo agio anche quando entrando dentro il campo interloquiva con in centrocampisti. In attacco due uomini a supportare il centravanti: Bruno Fernandes e Garnacho, partiti rispettivamente sul centro destra e sul centro sinistra. Bruno più trequartista a cucire il gioco, lasciando spesso l’ampiezza a destra a Diallo, e Garnacho più esterno d’attacco. Entrambi hanno sofferto le fasi di maggiore aggressività dell’Ipswich in mezzo al campo - come pure Casemiro ed Eriksen - ma sono stati molto pericolosi quando sono riusciti a giocare in verticale. Sono loro le prime scelte nelle due posizioni sotto punta, ma come hanno mostrato i cambi di Amorim a partita in corso in quelle due posizioni potranno giocare Zirkzee e Mount, due giocatori in cerca di rilancio. L’olandese ex Bologna, che da centravanti puro con Ten Hag ha stentato, potrebbe avere una nuova chance giocando in appoggio ad un'altra punta, ma l’impatto dovrà essere diverso rispetto a quello avuto a Portman Road. Mount, che dopo l’addio al Chelsea è entrato in una bolla di depressione, può sicuramente esaltarsi nel calcio aggressivo che vuole giocare Amorim. Il centravanti? La prima scelta nel ruolo del nuovo corso è stato Rashford. Il numero 10 ha trovato subito il gol prima di sparire dalla partita nei momenti più difficili. Qualche segnale di riscatto c’è, ma il miglior Rashford – quello dei 30 gol di due stagioni fa – era un’altra cosa. Si giocherà il posto con Hojlund. Il danese non segna da oltre un mese, ma anche quest’anno ha avuto qualche problema fisico e da qui in avanti potrà solo migliorare. In generale lo United visto a Portman Road è ancora molto lontano dai momenti migliori dello Sporting di Amorim. Soprattutto nella capacità di tenere le linee alte e andare ad aggredire gli avversari nella loro metacampo. Impossibile, del resto, pensare di risolvere in pochi giorni i problemi che l’era Ten Hag sembrava aver reso cronici. Contro l’Everton, domenica alle 15:00 nell’esordio a Old Trafford in campionato, si attendono nuove e più convincenti risposte. Buon lavoro, Ruben!

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Paolo Ciarravano