Forest... Jump! Il Nottingham può fare come il Leicester di Ranieri?

Miracolo nelle Midlands, parte seconda. Deve essere quella la zona dell’Inghilterra a ispirare le imprese: 2015/2016 Leicester, 2024/2025 Nottingham. Forse è solo una forzatura, vincere il titolo come le Foxes di Ranieri è quasi impossibile, ma già il fatto che esista la suggestione ci fa capire che lavoro incredibile stiano facendo gli uomini in rosso al City Ground di Nottingham. In un anno dalla possibile retrocessione alla corsa per il titolo. Anche questo unisce Leicester City e Nottingham Forest, due club che peraltro si detestano cordialmente. Il parallelo regge anche se confrontiamo gli stili di gioco delle due squadre: Ranieri come Nuno Espirito Santo, gioco essenziale ed efficace, fondato su una difesa di ferro e sull’abilità di ripartire in contropiede. Armi semplici ma affilate, capaci di ribaltare le gerarchie di un campionato sulla carta ingiocabile per le piccole, contro le ricchissime corazzate della Premier League. Non siete ancora stufi del paragone? Prendete il centravanti. L’eroe di quel Leicester era un semisconosciuto Jamie Vardy, il trascinatore di questo Forest è il neozelandese Chris Wood che a 33 anni sembra aver trovato il tocco magico. L’uomo al comando è Nuno Espirito Santo. Da calciatore era portiere di riserva del Porto di Mourinho. Non è alla prima impresa della carriera: da manager del Wolverhampton ha conquistato una promozione in Premier League e condotto il club a due settimi posti consecutivi con tanto di qualificazione alle coppe europee. Dopo il fallimento al Tottenham, dove è durato solo dieci giornate, è ripartito da Nottingham con la stessa ricetta utilizzata a Wolverhampton. Idee chiare, totale sintonia con ambiente e squadra, un calcio in cui la chiave sono le transizioni rapide: con due passaggi gli uomini in rosso ribaltano il campo. Sono ultimi per possesso palla e passaggi nel campionato ed è la squadra che risale il campo più velocemente giocando quasi esclusivamente in verticale. Difesa di ferro Il veterano belga Matz Sels è il secondo portiere meno battuto del campionato dopo Raya dell’Arsenal, è primo per clean sheet e terzo per percentuale di parate. Dopo una carriera normale - per tanti anni è stato il numero 1 dello Strasburgo in Ligue 1- anche a lui l’aria del Trent, il fiume che attraversa Nottingham e passa proprio di fianco al City Ground, ha fatto bene. La difesa è praticamente sempre la stessa: a destra l’ex Torino Ola Aina sta giocando a livelli altissimi, forza fisica e corsa, nelle due fasi forse sin qui non c’è stato un terzino più continuo in Premier League. La sua esplosione ha costretto l’ex Liverpool e nazionale gallese Neco Williams a traslocare sulla fascia sinistra dove sta offrendo un rendimento più che sufficiente. Il terzo posto del Forest si fonda però soprattutto sull’intesa dei due centrali di difesa: l’ex Fiorentina Milenkovic e il brasiliano Murillo. Il serbo, giocando in una difesa bassa e con poco campo da coprire, si sta rivelando quel leader che a Firenze è stato solo a tratti, la sua guida ha permesso l’esplosione di Murillo, mancino del 2002 arrivato dal Corinthians due anni fa e ora nel mirino di tanti grandi club. È il primo del campionato per tiri bloccati e rinvii. La qualità che non manca Davanti alla difesa brilla il 2002 Elliot Anderson. Da grande promessa del Newcastle è diventato punto fermo del Forest. Il suo acquisto per 35 milioni di sterline sembrava un azzardo, è già a quota 5 assist e non stupitevi se a breve arriverà la prima convocazione con l’Inghilterra. Con lui in mezzo gioca Ryan Yates, il capitano e unico anello di congiunzione con gli anni bui in cui il club annaspava in seconda divisione. Fisico e intenso, porta in campo lo spirito del club, alternativa è l’ex Bologna Nico Dominguez. Se il Nottingham Forest vola in contropiede è grazie al terzetto di trequartisti dietro a Wood. Appena si apre il campo Elanga a destra e l’ex Chelsea Hudson Odoi a sinistra diventano imprendibili. L’uomo chiave è il trequartista Morgan Gibbs White: si è scrollato di dosso l’etichetta di promessa destinata a non esplodere mai e questa è l’annata della sua consacrazione, anche a livello di continuità. Ha esordito in nazionale non per caso. A finalizzare il gioco ci pensa Chris Wood che nonostante i 191 centimetri sembra trovarsi a suo agio anche in una squadra così verticale, rapida e poco avvezza ai cross in area: ha segnato 13 dei 30 gol della squadra e ha la percentuale più alta di gol in rapporto ai tiri effettuati dell’intera Premier League. Al City Ground si respira l’aria di fine anni 70 quando il club vinse due edizioni consecutive della Coppa dei Campioni. Riportare il Nottingham Forest sulla cartina geografica del grande calcio e qualificarsi per le coppe europee sarebbe un risultato incredibile.

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Federico Zancan