Una vittoria tira l'altra, il Bournemouth di Iraola non si ferma più

In Inghilterra per capire come vanno le cose spesso basta guardare le lavagne dei bookmakers. Il momento del Bournemouth è tutto in una quota. Il favorito come prossimo allenatore del Tottenham è lui: Andoni Iraola. Si incassano 6 sterline ogni 4 puntate. A oggi non sappiamo se sarà davvero lui il successore di Postecoglu. Ma una cosa è certa: tutto il mondo si è accorto dell’allenatore basco e del suo formidabile Bournemouth, settimo in classifica e in piena corsa per la Champions League. Per qualcuno può essere una sorpresa. Ma non di certo per la proprietà del club. Sì, perché scegliere Iraola nel giugno del 2023 fu una scelta per molti impopolare, per alcuni addirittura una follia. Perché? Semplice. Puntare su Iraola, in quel momento, significava mettere da parte l’uomo più popolare in città dai tempi di Eddie Howe, l’allenatore che aveva messo il Bournemouth sulla mappa del calcio che conta, portandolo ad assaporare per la prima volta la massima divisione partendo addirittura dalla League Two, la quarta divisione della piramide calcistica inglese. Quell’uomo era Gary O’Neil, subentrato a Scott Parker nell’agosto dell’anno precedente e capace di salvare un Bournemouth non certo attrezzato come quello di oggi con uno strepitoso ciclo di sei vittorie in nove partite, inclusi i successi negli scontri diretti contro Leicester, Southampton e Leeds. O’Neil per molti aveva fatto un miracolo. Ma la proprietà subentrata nel dicembre del 2022, guidata da Bill Foley – finanziere texano che controlla anche quote del Lorient in Francia e dell’Hibernian in Scozia – voleva un allenatore in grado di coniugare i risultati con un calcio aggressivo e spettacolare. Per costruire una Bournemouth che potesse affrontare e battere anche le big del calcio inglese. La parabola del Rayo Vallecano di Andoni Iraola di quell’anno sembrava il modello giusto per il nuovo corso del Bournemouth. Con la squadra di Vallecas, Iraola nella stagione 2022-23 fece il suo primo grande capolavoro: una salvezza trionfale chiudendo addirittura all’undicesimo posto in un campionato giocato alla grande, battendo 3-2 il Real Madrid di Ancelotti e 2-1 il Barcellona di Xavi. Proprio quello che voleva Bill Foley: Iraola sembrava l’uomo gusto per permettere alle 'Cherries' di fare un passo avanti. Uno che con una piccola può battere una grande. Al primo anno il Bournemouth di Iraola non ha tradito le attese: salvezza tranquilla e 12° posto, il miglior piazzamento dalla stagione 2017-18. Con tanto di record di punti nella sua storia in Premier League: 48. Iraola aveva accompagnato l’esplosione di Solanke: 19 gol in 38 partite di campionato. Un salto di qualità ormai quasi insperato per un 26enne che in PL aveva segnato al massimo 6 gol in una stagione. Proprio i proventi della cessione di Solanke agli 'Spurs' hanno permesso in estate a Thiago Pinto – arrivato nel maggio scorso dopo l’esperienza alla Roma – di rinforzare la squadra per tentare un ulteriore salto di qualità. Evanilson, arrivato dal Porto per 40 milioni di sterline, ha confermato che i 25 gol segnati in Portogallo nella stagione precedente non erano frutto del caso. E Huijsen, arrivato per poco più di 15 milioni di sterline dalla Juventus, ha sfruttato al meglio i problemi fisici di Senesi per diventare titolare al fianco di Zabarny in difesa. Ottimo anche l’inserimento di Kepa, arrivato in prestito dal Chelsea, e capace di rilanciarsi sulla south coast dopo qualche stagione negativa tra Real Madrid e appunto Chelsea. La chimica tra nuovi innesti e vecchia guardia ha funzionato alla perfezione. E per almeno tre giocatori la seconda stagione alle dipendenze di Iraola sembra davvero quella del decollo: Kerkez, Semenyo e soprattutto Justin Kluivert. Kerkez, mancino Serbo-Ungherese arrivato due anni fa dall’Az Alkmaar, ha tutto per essere un rimpianto per il Milan, che lo aveva avuto per un anno nella squadra Primavera. Qualità, forza fisica, propensione al tackle e capacità di proporsi da esterno altissimo ne hanno fatto un punto fermo sulla fascia sinistra. Una stagione fin qui ad alto livello impreziosita da due gol contro Wolverhampton e Newcastle, più 3 assist. Antoine Semenyo, esterno destro di straripante fisicità, sta vivendo la sua miglior stagione da quando frequenta la Premier League: già 6 gol segnati e 3 assist. Oltre a una grande propensione al sacrificio in fase di non possesso. E poi c’è Justin Kluivert, fondamentale interprete del calcio di Iraola. Nella posizione alle spalle della punta centrale nel 4-2-3-1 il figlio di Patrick è un uomo-chiave. E’ sempre il primo ad accompagnare il centravanti in fase di pressione alta, ma è anche bravissimo a proporsi abbassandosi per ricevere tra le linee, spesso direttamente dai due centrali di difesa: una giocata tipica delle 'Cherries'. Il Bournemouth, del resto, è secondo solo al Tottenham per pressioni portate nell’ultimo terzo di campo: un classico delle squadre di Iraola. Malgrado la sua grande disponibilità al pressing, Kluivert sta vivendo la sua miglior stagione a livello realizzativo in Premier League: 10 gol in campionato e 3 assist. Non andava in doppia cifra dall’Eredivisie 2017-18, sua ultima stagione in Olanda prima di approdare alla Roma. Infallibile dagli 11 metri , ha realizzato due triplette: contro il Wolverhampton, con tre rigori, e nell’ultimo turno di campionato in casa del Newcastle, stavolta con tutti gol su azione. La partita vinta in casa del Newcastle, guidato proprio dall’ex 'padre della patria' del Bournemouth Eddie Howe è solo l’ultima perla di una serie esaltante: 10 risultati utili consecutivi in campionato, con 6 vittorie e quattro pareggi. E’ la miglior striscia positiva della storia del club in massima divisione. E anche il Bournemouth di Iraola, proprio come il 'suo' Rayo Vallecano, sa fare la voce grossa con le grandi: 2-0 contro ‘Arsenal, 2-1 contro il Man City, 1-0 contro il Tottenham e appunto l’1-4 in casa del Newcastle, che veniva da 6 vittorie consecutive in campionato. Quello che impressiona è che la squadra di Iraola sia rimasta vincente anche con l’accumularsi di una serie incredibile di infortuni. A Newcastle gli indisponibili erano ben 9. Inclusi i due centravanti di ruolo, infortunatisi a poche ore di distanza due settimane fa: prima il titolare Evanilson, poi il suo vice Enes Unal. Ma Iraola continua a trovare soluzioni: Ouattara adattato da centravanti, Lewis Cook da terzino destro. I subentranti segnano come nessuno in PL: 11 gol, record assoluto. E la sua squadra resta la seconda per xg a favore dietro al Liverpool capolista. Nessuno può fare miracoli. Nemmeno Iraola. Ma ci sta provando. Ecco perché era lui l’uomo giusto per sognare. Con le 'Cherries'. Il Tottenham, e i bookmakers, per ora possono aspettare.

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Paolo Ciarravano