Il naufragio del Southampton di Juric: è la peggior squadra di sempre in Premier

Per fortuna manca poco. Ancora sette partite, dunque, e per i Saints questa stagione da incubo sarà finita. Non certo in odore di santità. La retrocessione aritmetica arrivata con la sconfitta per 3-1 in casa del Tottenham ha quasi il paradossale retrogusto di una liberazione. Perchè il Southampton non solo torna in Championship, ma – cosa ancor più grave – non ha mai davvero partecipato alla lotta per la salvezza. “Que sera, sera/whatever will be, will be/we’re going to Coventry” cantavano domenica pomeriggio nel nord di Londra i tifosi del Southampton. Tristi ma non abbastanza da rimuovere quell’inguaribile autoironia che contraddistingue le tifoserie inglesi. Anche nel giorno della discesa agli inferi del Championship. Ammesso che il Coventry guidato da Frank Lampard non riesca nel frattempo a ritornare in Premier League. Ma forse in cuor loro i tifosi dei Saints erano contenti di poter tornare nella divisione inferiore a vincere qualche partita dopo una serie interminabile di sconfitte e prestazioni umilianti. L’addio a Juric, secondo manager permanente della stagione dopo Russell Martin, è arrivato poche ore dopo la sconfitta del Tottenham Hotspurs Stadium. Ed è sembrato l’epilogo inevitabile di un’avventura cominciata male e finita peggio. Juric, arrivato a caccia di riscatto dopo la brutta esperienza alla Roma, non è riuscito a cambiare l’inerzia della stagione: ha conquistato solo 4 punti in 14 partite di campionato e cioè 0.29 punti a partita. La peggior media punti per un manager che abbia all’attivo almeno 10 partite nella storia della Premier League. Non che Russell Martin avesse fatto tanto meglio: 5 punti in 16 partite quest’anno. Il suo calcio ambizioso, rischioso e propositivo aveva pagato la scorsa stagione in Championship. Quarto posto con 87 punti e il terzo miglior attacco del campionato. Risultato propedeutico al successo nei play-off promozione grazie al gol-vittoria di Adam Armstrong nella finale di Wembley contro il Leeds United. Ma a livello di Premier League, con una squadra non rinforzata adeguatamente per il salto di categoria, il suo calcio improntato ad un’ossessiva e troppo spesso raffazzonata costruzione dal basso si era rivelato perdente. Che difendesse a 4 o a 5 cambiava poco. Il Southampton di Martin provava sempre a impostare da dietro ma perdeva tanti palloni in uscita e veniva costantemente punito: in 16 partite con lui in panchina erano stati ben 16 gli errori che hanno portato a tiri subiti e ben 12 gli errori che hanno portato direttamente a gol subiti. Tutti record negativi, ovviamente. Come quello di una retrocessione con 7 giornate ancora da giocare per questo Southampton. Peggio del precedente record negativo detenuto fino a domenica scorsa dalle quattro squadre retrocesse a 6 giornate dalla fine: Ipswich '94/'95, Derby '07/'08, Huddersfield '18/'19 e Sheffield United '20/'21. Il Southampton può ancora evitare almeno il record negativo di punti. E fare meglio del Derby County che sempre nella stagione '07/'08 chiuse con soli 11 punti. Uno in più dei dieci punti attuali del Southampton. Due punti da conquistare per evitare l’ennesima onta di questa stagione. Ecco l’obiettivo per la coppia composta da Simon Rusk e Adam Lallana alla quale è stata affidata la squadra da qui alla fine del campionato. Per la panchina del futuro l’obiettivo è il tedesco Danny Rohl, attuale allenatore dello Sheffield Wednesday, 13esimo in classifica in Championship. Per la squadra il sogno è provare a trattenere il corteggiatissimo Tyler Dibling, luccicante esterno d’attacco mancino classe 2006. Uno dei pochi a brillare in questa stagione. Ma difficilmente destinato a una militanza di lungo corso con i Saints in ‘stile-Le Tissier’. I tempi cambiano si sa. E di ‘Le God’ ce n’è solo uno.

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Paolo Ciarravano