Dalla Manica a Wembley: l'ascesa di Alex Scott tra parenti e omonimie

“La Sardegna era considerata un’isola penale, una terra di banditi, un posto dove si veniva mandati in castigo. I sardi hanno subìto nel corso dei secoli ingiustizie e abbandono. Il nostro Scudetto fu un riscatto enorme”. Testo e musica di Gigi Riva, il 'Rombo di Tuono' da Leggiuno che nel 1970 regalò al Cagliari quella che resta ancora oggi l’unica Serie A vinta dai rossoblù e, di rimando, da tutta la Sardegna. Un premio alla fierezza di un popolo profondamente legato alle proprie radici e tradizioni e spesso colpito da pregiudizi. Quando il mare avvolge completamente la tua terra e la divide dal resto del tuo Paese, è naturale che in te nasca un senso d’appartenenza ancora più profondo, un vero e proprio orgoglio isolano. È lo stesso sentimento che si ritrova anche a Guernsey, isola immersa nel Canale della Manica, più vicina geograficamente alla Francia che all’Inghilterra, ma alle dirette dipendenze della Corona britannica. Qui è nato e cresciuto uno dei calciatori più iconici che la First Division prima e la Premier League poi abbiano mai potuto ammirare. Si tratta di Matthew Le Tissier, altrimenti noto come 'Le God': “Chiunque viva a Guernsey sa perfettamente che quest’isola ha qualcosa di speciale. Si tratta della sua gente, dotata di uno spirito comunitario unico”. Le Tissier è stato un genio col pallone tra i piedi, uno di quelli capaci di lasciare a bocca spalancata chi correva al The Dell di Southampton per farsi stordire dai suoi trucchi di magia. È partito da Guernsey ed è arrivato in Inghilterra, dove si è costruito una memorabile carriera tra le file dei Saints, fino a conquistarsi la Nazionale dei Tre Leoni. Poche presenze, tra 1994 e il 1997. Soltanto otto, per la precisione. Troppo poche per un fenomeno che ha plasmato una generazione. A convocarlo fu il Ct Terry Venables, rendendolo così il primo e unico calciatore nato a Guernsey a ricevere una chiamata nell’Inghilterra. Almeno fino a pochi giorni fa. Nell’ultimo giro di convocazioni l’attuale Commissario Tecnico dei Tre Leoni, Thomas Tuchel, ha infatti inserito anche il nome di Alex Scott, giovane centrocampista originario proprio di Guernsey. Il classe 2003 ha catturato l’attenzione dell’allenatore tedesco grazie alle ottime prestazioni offerte in estate con l’U21 inglese e che sono state determinanti nel trascinare gli 'Young Lions' alla vittoria dell’Europeo. Con l’inizio della nuova stagione, è poi diventato uno dei punti fermi nel sorprendente Bournemouth di Andoni Iraola, scendendo sempre in campo in tutte le prime undici giornate di questa Premier League e segnando anche un importante gol contro il Brighton. La chiamata di Tuchel è stata quindi una naturale conseguenza, con Scott che spera ora di debuttare in una delle due gare che vedrà l’Inghilterra affrontare Serbia e Albania, nelle ultime due giornate delle qualificazioni europee alla prossima Coppa del Mondo. I Tre Leoni al Mondiale 2026 sono già certi di partecipare, avendo dominato fin qui il proprio girone senza troppi problemi, e ciò potrà dare a Tuchel l’opportunità di sperimentare un po’. Una delle idee dell’ex manager del Chelsea potrebbe essere quella di testare a centrocampo la coppia formata proprio da Alex Scott ed Elliot Anderson, duo che ha funzionato alla perfezione nell’U21 di Lee Carsley. “Alex ha vinto l’Europeo giocando molto bene al fianco di Elliot. Anche Lee era entusiasta delle sue prestazioni e ora è riuscito a compiere pure un altro passo in avanti, diventando un titolare nel Bournemouth, una delle squadre che sta facendo meglio in Premier League – ha dichiarato Tuchel – Questo era il momento giusto per premiare la sua crescita e per permetterci di conoscerlo meglio, così da capire quale contributo possa dare alla nostra squadra”. DA GUERNSEY ALL’INGHILTERRA Se la Sardegna per Gigi Riva era vista da molti come una terra in cui si veniva mandati in castigo, Guernsey è stata a tutti gli effetti il luogo dell’esilio per Victor Hugo. Colui che è considerato il padre del Romanticismo francese fu costretto a vivere sull’isola nel Canale della Manica dal 1856 al 1870, durante il regno di Napoleone III. Quattordici lunghi anni in cui lo scrittore visse a Hauteville House, villa oggi restaurata e riaperta al pubblico, nella quale diede luce alla sua opera più nota: 'I Miserabili'. Per Hugo Guernsey è stata quindi l’isola dell’allontanamento da casa, per Alex Scott invece quella della formazione e del riscatto. L’inglese è partito giocando prima nei Rangers e poi nel St. Martin’s, entrambi club di Guernsey che lo hanno accompagnato nella crescita tra i quattro e gli otto anni. Poi è volato a Southampton per un provino e ha iniziato a indossare la maglia dei Saints nell’Academy, facendo la spola ogni weekend tra la città inglese e la sua isola di nascita, accompagnato dalla mamma o dal papà. Alex si è ritrovato così a vivere un vero e proprio sogno, ma una mattina il risveglio è stato di quelli bruschi: quando aveva all’incirca tredici anni il Southampton decise di non puntare più su di lui, come spesso accade a livello giovanile. Scott si trasferisce allora per un anno al Bournemouth e poi torna a Guernsey, poiché insoddisfatto delle proprie prestazioni, malinconico e dubbioso. “Quando il Southampton mi lasciò a casa fu difficile. Il mio amore per il calcio si affievolì e mi ritrovati a dover tornare sulla mia isola, dove iniziai a giocare in una squadra locale per un paio d’anni. Fu la mia salvezza, perché mi permise di ritrovare il mio profondo amore per questo sport. Tornare a Guernsey è stata una delle decisioni migliori della mia vita. È stato un passaggio fondamentale per arrivare dove sono oggi”, ha raccontato il diretto interessato sul portale ufficiale dell’England Football, parlando del suo rientro al St. Martin’s. All’età di 16 anni Alex è diventato poi il più giovane calciatore a vestire la divisa del Guernsey FC, nell’Isthmian League , guadagnandosi tutte le attenzioni dei media locali e ricevendo presto una telefonata dal Bristol City di Steve Lansdown, proprietario dei Robins e residente proprio sull’isola di Guernsey. Il club gli offrì la possibilità di mostrare le proprie qualità in un nuovo provino: “Mi sono trasferito a Bristol quando avevo 16 anni e ho iniziato a giocare lì come studente. Inizialmente ero un calciatore dell’U23, ma all'età di 17 o 18 anni sono entrato in prima squadra e da allora ho giocato praticamente tutte le partite”. L’esperienza nella città contaminata dal trip hop dei Massive Attack gli ha così permesso di farsi le ossa in Championship e di conquistarsi il soprannome di 'Guernsey Grealish' , prima del ritorno al Bournemouth nel 2023 per circa 26 milioni di euro e della consacrazione definitiva in Premier League, sebbene rallentato da un paio di brutti infortuni . Iraola ha infatti iniziato a concedergli sempre più spazio, convinto dalla sua solidità e maturità a centrocampo, tanto da renderlo un perno nel suo schema tattico in questa stagione. Da qui la convocazione nell’Inghilterra maggiore di Tuchel, con Scott che a livello giovanile ha già messo in bacheca oltre all’Europeo U21 anche un Europeo U19. LA SORELLASTRA E L’OMONIMA Se si vuole raccontare la storia di Alex Scott non si può trascurare l’importanza che Maya Le Tissier ha avuto nella sua vita. Maya è la sorellastra di Alex e i due sono cresciuti insieme a Guernsey, vivendo lo stesso spogliatoio al St. Martin’s. Hanno condiviso l’infanzia e l’adolescenza, accompagnandosi l’un l’altra nei viaggi che dall’isola li portava in Inghilterra, dove entrambi volevano coltivare i rispettivi sogni. Come Alex, anche Maya è infatti una calciatrice ed è una calciatrice di grande successo. Sebbene il cognome possa far pensare a una sua parentela con Matt Le Tissier, è giusto specificare come i due non siano per nulla parenti, bensì soltanto conoscenti: 'Le God' quando era giovane giocava infatti spesso a calcio contro il padre di colei che è attualmente la capitana della squadra femminile del Manchester United. Entrata nel St. Martin’s all’età di quattro anni, Maya vi è rimasta fino ai sedici, allenata quasi sempre da papà Darren, un ex calciatore semiprofessionista che vestì le casacche di Windsor ed Eton mentre era un membro della Royal Air Force. Durante il suo periodo da teenager Maya ha avuto esperienze nella squadra maschile dell’Academy del Southampton, nell’Hampshire e ha preso poi parte al South West Regional Camp, tappe che le hanno permesso di costruirsi la sua strada nel calcio e di condividere parecchi momenti proprio con Alex Scott. I due volavano insieme, giocavano insieme a pallone negli alberghi inglesi in cui pernottavano e si supportavano a vicenda, in un periodo delle rispettive vite in cui era difficile avere una quotidianità simile a quella dei loro coetanei. Essendo più grande di un anno , Maya ha compiuto i suoi passi con leggero anticipo rispetto ad Alex, tanto da essere sempre una fonte d’ispirazione per lui. Ha giocato nel Brighton ed è diventata poi la capitana del Manchester United nella Women's Super League e nella Women’s Champions League. È stata poi convocata nell’Inghilterra e con le Tre Leonesse ha vinto l’Europeo 2025, nel ruolo di difensore centrale. A proposito di Leonesse, curiosità vuole che proprio nell’Inghilterra femminile abbia giocato una Alex Scott. Si tratta di Alexandra Virina Scott, nota a tutti come Alex e difensore che nelle prime due decadi degli anni Duemila ha collezionato oltre cento presenze con la Nazionale maggiore. Nata a Londra, ha giocato nell’Arsenal, nel Birmingham City, nei Boston Breakers e ha fatto parte della selezione della Gran Bretagna che ha ottenuto il bronzo ai Giochi Olimpici di Londra 2012. Con i Gunners ha vinto diversi trofei, tra cui un campionato inglese e una Women's Cup , prima di diventare un volto noto nei media d’oltremanica, in veste di presentatrice e opinionista per Sky Sports, BBC e BT Sport, oltre che essere nominata MBE per il contributo dato al calcio. Dalle Tre Leonesse ai Tre Leoni, il nome Alex Scott continuerà dunque a rappresentare l’Inghilterra. E chissà se un giorno i due potranno ritrovarsi a Guernsey a discutere di questa particolarità che li accomuna. Lei londinese, lui isolano. Come Juliet e Dawsey, protagonisti del romanzo 'Il club del libro e della torta di bucce di patata di Guernsey' scritto da Mary Ann Shaffer e Annie Barrows.

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Dalla Manica a Wembley: l'ascesa di Alex Scott tra parenti e omonimie

Marco Garghentino