Arteta non si era sbagliato su Ethan Nwaneri

I segnali da piccolo fenomeno li aveva mandati già da un paio d’anni. Esattamente dal 18 settembre 2022: nel recupero di Brentford-Arsenal, praticamente inutile visto lo 0-3 scritto sul tabellone, entra tale Ethan Nwaneri. Nwaneri chi? La domanda più gettonata di sta guardando in tv la partita. In Italia certamente, ma anche in Inghilterra. Domanda più che giustificata: il ragazzo non ha nemmeno un profilo sul sito ufficiale del club e ha appena 15 anni 5 mesi e 28 giorni. Più di 6 mesi meno di Harvey Elliott il giorno del suo esordio. Così Nwaneri si prende il primato di più giovane debuttante nella storia della Premier. Ma sono talmente pochi a conoscerlo che quel record diventa quasi una colpa per Mikel Arteta: secondo alcuni lo avrebbe messo in campo solo per far entrare anche il suo di nome nel libro dei record. In pochi a chiedersi se quel ragazzo avesse veramente qualcosa di speciale. 800 giorni dopo, il motivo di quella scelta è chiarissimo. Ethan Nwaneri cominciano a conoscerlo in tanti, quasi tutti e scene come quella di Brentford oggi sono la normalità. Negli ultimi tempi Nwaneri è entrato praticamente sempre: sei presenze in Premier, due in Champions, con una media esatta di 10 minuti a partita. Pochi certo, ma cresceranno. Intanto gli sono bastati per trovare il primo gol in campionato, contro il Nottingham. E quando è stato impiegato da titolare, due volte su due in coppa di Lega, è stato micidiale: 3 reti in 170 minuti. Anche se quella non è la sua unica specialità. I paragoni sono già tanti e diversi. Per qualcuno ricorda Saka, per qualcun altro Fabregas. La verità, come sempre, sta nel mezzo. Testa da centrocampista, ma passo veloce che gli fa saltare l’uomo. Nwaneri sin dall’Academy è una specie di facilitatore di gioco per chi gli sta intorno. Insomma, giocare con lui è uno spettacolo. E per lui uno spettacolo è essere un gunner. Perché quella tra lui e l’Arsenal è una storia scritta nel destino. Nato ad Enfield da mamma e papà nigeriani, è cresciuto in una casa dove l’Arsenal è stata una presenza costante. Primo perché si trova ad Islington, praticamente dietro l’Emirates. Poi perché in quella casa c’era un appuntamento fisso: tutti incollati alla tv per tifare insieme e seguire le partite della squadra. Con un idolo da ammirare: Alex Iwobi. Non esattamente il più forte, e nemmeno il più rappresentativo dell’Arsenal di quegli anni magari, ma nigeriano come i Nwaneri e prodotto dell’Academy. In cui Ethan è entrato presto, a 9 anni, seguito poi da suo fratello minore Emerson. Anche l’Opara, in casa Ethan veniva chiamato così , doveva però sottostare alle regole di papà Obi e di Mrs. Nwaneri. Regole molto rigide alla voce istruzione. Il calcio è legato a doppio filo ai buoni risultati scolastici. Insomma, bisogna meritarselo. Iscritto alla St. Johns senior schools di Enfield, Ethan se lo è più che meritato. Ha sempre avuto buoni voti, brillando in particolare in matematica e scienze. E soprattutto allo stesso tempo brillava in campo. Dove la sua è stata una corsa continua per anticipare i tempi: debutto in under 16 a 13 anni, in under 18 quando ne aveva 14 e in Under 21 a 15. I numeri non sono da meno, l’anno scorso 14 gol in 14 partite con l’Academy. E questo è solo l’inizio. Lui la voglia di migliorarsi ce l’ha da sempre. A quattordici anni chiedeva di poter studiare i video di Saka e Smith-Rowe per imparare dai loro movimenti. Una cosa così non poteva che colpire il responsabile del settore giovanile Mertesacker: “Studenti per tutta la vita” è sempre stato uno dei suoi motti preferiti. A proposito di studenti, quel giorno a Brentford Ethan fu accolto in campo dal primo coro dei tifosi tutti per lui: “E domani vai a scuola”, gli cantavano. Il giorno dopo a scuola ci andò davvero, e pure con i compiti fatti. Quella stessa scuola dove oggi sono esposti orgogliosamente una sua maglia e un suo paio di scarpini. Arrivati quando ha firmato il primo contratto da professionista a luglio 2023, poi entrato in vigore lo scorso marzo, quando ha compiuto 17 anni. Gioventù, testa, sfrontatezza, altruismo e senso di appartenenza. Nwaneri incarna alla perfezione i principi dell’Arsenal. E al contrario di quello che hanno pensato in tanti, Arteta se ne era accorto subito. Il primo giorno del suo lavoro all’Emirates, chiamò l’allenatore dell’under 16 Dan Micciche: “So che hai un fenomeno per me” gli disse. No, quell’ingresso in campo del 18 settembre 2022 non è certo avvenuto per caso.

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Arteta non si era sbagliato su Ethan Nwaneri

Alessandro Sugoni