Dries Armando Mertens, Napoli ai piedi del talento

Serie A

Michele Mastrogiacomo

Dries_Armando_Mertens

Grazie ai 7 gol segnati in due partite, Dries Mertens è entrato definitivamente nella storia del nostro calcio e nei cuori dei tifosi napoletani. Alla mente tornano le gesta di tanti campioni, ma è soprattuto con il più forte di tutti che il belga sembra legarsi a doppio filo. Anzi, a doppia maglia

Nel guardare la foto in copertina qualcuno, a Napoli, potrebbe anche confondersi. Se poi con la mente
si torna alla straordinaria perla del 5-2 contro il Toro, allora la suggestione diviene ancora più concreta. Dries come Diego, Mertens come Maradona. Stesse iniziali, simile talento, in una sovrapposizione di volti e nomi che si somma all’estro nel definire i contorni di un paragone forse non più troppo eretico. Numeri da circo e gol impossibili, tecnica fina e classe pura al servizio di una passione tutta partenopea. Proprio quella che Diego scatenava quasi una trentina d’anni fa, la stessa che ieri ha fatto gridare al fenomeno la Napoli pallonara, ma non solo. De Laurentiis se lo coccola come un figlio, Sarri lo benedice come la migliore delle medicine dopo l’addio di Higuain e l’infortunio di Milik. E allora, se effettivamente potrebbe sembrare opera pericolosa scomodare l’icona sacra del calcio napoletano per esaltare il belga, una cosa resta innegabile: alle pendici del Vesuvio è nata una stella. E anche lo stesso Dries sembra essersene accorto.

Lo 'scugnizzo' che viene da lontano - Il folletto che riporta alla mente suggestivi reminiscenze argentine ha passaporto belga ma evidentemente sangue napoletano. La città oggi è ai suoi piedi, proprio come lui dalla città del sole è sempre rimasto affascinato. Vive a Posillipo insieme alla moglie, in una villa affacciata sul mare dove poter smarrire lo sguardo verso l'azzurro dell’orizzonte. Spesso lo si trova in giro nella zona ‘Baretti’, sempre pronto ad affrontare con massima disponibilità l’affetto travolgente dei tifosi. Nello spogliatoio, come in campo, è irrefrenabile: amico proprio di tutti e sempre pronto a scherzare grazie anche a un carattere esuberante e goliardico. Talmente tanto partenopeo che i suoi compagni, da qualche tempo oramai, lo chiamano simpaticamente Ciro. E talmente tanto scugnizzo che alla festa di carnevale si è presentato camuffato da Lorenzo Insigne, con al fianco la fedele Kat travestita da Hamsik, altro staniero che a Napoli ha trovato una seconda casa.

Numeri da record - Ma se anche fuori dal campo Mertens sta conquistando l’amore di città e cittadini, è soprattutto in campo che il piccolo belga sta ottenendo la devozione di quei tifosi che ora non credono ai propri occhi. D’altronde segnare 7 gol in due partite consecutive in Serie A non capita tutte le settimane. Anzi, non capita praticamente mai. Bisogna tornare al calcio sbiadito degli anni 50 per trovare, infatti, il precedente più recente. Quello dello svedese Gunnar Nordahl, che con la maglia del Milan, sul finire della stagione ‘54-‘55, impallinò prima per 3 volte il Genoa e poi, 7 giorni dopo, per 4 la Spal. Tutta un’altra realtà, evidentemente, tra partite che terminavano quasi sempre in goleada e statistiche che hanno consegnato alla storia record di segnature praticamente irragiungibili. E che, per l’appunto, nemmeno Diego Maradona è mai riuscito a ritoccare. Dries invece ce l’ha fatta, ripetendo l'impresa già realizzata nel 2011 con la maglia del Psv (guarda i gol!) e andando ben oltre quel ruolo di falso nueve nel quale Sarri lo ha rigenerato.

Gonzalo chi? - Sono già 10 i gol in campionato, uno in meno di quelli messi a segno nelle ultime due stagioni ed esattamente gli stessi realizzati dal ‘traditore’ dell'estate, Gonzalo Higuain. Anzi la sua media è ancora migliore se si considera che il belga trova un gol ogni 91,5 minuti, mentre all’argentino ne occorrono 115. Ma Mertens è riuscito a fare meglio anche di un altro grandissimo bomber del recente passato, segnando i primi tre gol nella partita contro il Torino in appena 9 minuti, uno in meno di quelli necessari a Trezeguet per infilare per tre volte, nel 2006, la porta dell’Ascoli. Insomma, un vero fuoriclasse. Che ha riportato il Napoli a un passo dal secondo posto e sta facendo sognare i tifosi come non accadeva dai tempi di Maradona. D’altronde lo stesso Diego si era accorto della sua classe, certificando la stima per il belga con il regalo più gradito, la maglietta del primo scudetto. Maglia su maglia, talento su talento, fantasia su fantasia. Non resta che chiudere gli occhi e continuare a confondersi.

Best birthday gift ever from my wife. Thank you for the epic shirt Diego! #1987 #campione #seiilmigliore #forzanapolisempre

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