Da oggetto misterioso a pedina fondamentale del Milan di Montella: il 2016 ha trasformato Suso, anche grazie a quattro mesi di prestito al Genoa
Per spiegare il 2016 di Jesús Joaquín Fernández Sáez de la Torre - per tutti sempre e solo Suso - basterebbe prendere la prima e l’ultima partita dell’anno solare. Differenze? Prima di tutto una costante, che si rivelerà determinante ai fini della storia: Vincenzo Montella. L’allenatore di quella Samp che sconfisse il Genoa per due a tre il 5 gennaio, l’allenatore di questo Milan che ha superato la Juventus in finale di Supercoppa giusto l’altro ieri, il 23 dicembre. A cambiare in modo macroscopico è il volto del ragazzo spagnolo di Cadice: scuro allora, dopo 45 minuti decisamente anonimi e inconcludenti con la maglia del Genoa addosso, sorridente e felice l’altro ieri perché vincente e protagonista in rossonero.
Prestito sinonimo di successo - Suso cresce e sboccia a Cadice, nel Cadice, dove mette in mostra tutto il suo talento con giocate da fenomeno. Di lui se ne accorge Rafa Benitez, al tempo manager del Liverpool. Che pur di convincerlo ad accettare l'Inghilterra (su Suso c'era anche il Real Madrid!) si presenta direttamente a casa de la Torre. Alla fine il matrimonio si celebra ma la mamma non la prende benissimo, svenendo inaspettatamente e non per l'emozione. "Solo e giovanissimo, ce la farà?". Certo che sì. Ma senza troppo successo e fortuna perché nel frattempo i reds cambiano allenatore e Rodgers non lo vede praticamente mai. Spagnolo che così fa le valige e torna in Spagna, all'Almeria, in prestito. Per giocare e sorridere, come sarà. Soprattutto in campo. Perché fuori Il ragazzo era davvero un disastro: nel giorno del suo 20.o compleanno, Suso fa perdere le sue tracce e non si presenta. L'Almeria lo cerca ovunque fino a casa, dov'era, ma a dormire.
Suso revolution - La Suso revolution parte dal Genoa di Preziosi, dove lo spagnolo è arrivato in prestito durante la sessione di mercato invernale del 2016. La domanda iniziale dei tifosi rossoblù assomigliava a un ritornello, anche piuttosto lecito: “Pacco o potenziale crack?”. Perché le premesse non erano affatto buone, nonostante un passato importante al Liverpool: sei partite in un anno di Milan, senza mai lasciare né traccia né segno. Ma ci ha pensato l’offensivo Gasperini a trasformare quella parentesi di quattro mesi in revitalizzante e paradisiaca: ventuno gare giocate, sei gol - due proprio alla Samp di Montella l’8 maggio - numeri da attaccante (esterno) vero e quella dose infinita di fiducia che gli serviva per tornare al Milan dalla porta principale. Tant’è che a fine stagione, il Genoa avrebbe anche voluto tenerselo stretto, al di là di qualsiasi prestito con diritto o obbligo di riscatto, ma Galliani fu perentorio: “Resta con noi”. E sarà allenato da Vincenzo Montella, forse il più spagnolo degli allenatori italiani.
Crack decisivo - Da pseudo pacco a crack decisivo e sempre pericoloso, il passo tutt’altro che breve l’ha compiuto Suso in circa otto mesi di calcio giocato, e proprio sotto la gestione (impeccabile) di un Montella abile a esaltare le sue qualità. Il campionato attuale dello spagnolo è pressoché perfetto, di chi è consapevole che se dovesse continuare su questa strada potrebbe anche ambire al salto in Nazionale: 17 presenze, 5 gol, 6 assist. Pure il lusso e la capacità di dribblare scommesse - fortunatamente - vinte: “Una doppietta nel derby contro l’Inter e torno a casa a piedi” dichiarò. E doppietta fu, ma senza lieto fine. Il ragazzo è ’93 ma dimostra maturità anche fuori dal campo: riposare, dormire e mangiare bene sono i suoi segreti. Che si sommano all’amore per la sua ragazza Alis Rodriguez, al supporto incondizionato della famiglia, che porta con sé anche in campo, sugli scarpini. Questo Suso dà l’impressione di poter risultare determinante in qualsiasi momento della partita, a qualunque pallone toccato. Di cambiare il volto della partita con una sola giocata. E la stessa Milano rossonera che lo aveva accolto diffidente nel gennaio del 2015 adesso è totalmente ai suoi piedi, innamorata di lui. Come la società, chiaramente. Che adesso non lo vuole più mollare.
Rinnovo in vista - Galliani ha incontrato gli agenti di Suso già due volte per discutere del suo rinnovo, attualmente in scadenza nel 2019, a 1 milione l’anno. E l’intesa per allungare il matrimonio fino al 2021 e passare a 2 milioni a stagione con tanto di bonus Champions è già stata trovata. L’ultimo passo dovrà essere - com’è stato anche per Bonaventura - dei cinesi che decideranno se dire sì o no a queste condizioni. Certo è che il Milan di Montella senza Suso non sa più stare. Una squadra fantasiosa e - dopo la Supercoppa - vincente.