Inter, Champions possibile: 5 motivi per crederci
Serie AI numeri dell'Inter dicono che la squadra ora corre come le primissime della classe: dall'arrivo di Pioli solo il Napoli ha fatto meglio. Icardi mostruoso, gruppo in fiducia, calendario favorevole: il sogno europeo dei nerazzurri è più vivo che mai. Ma sulla difesa c'è ancora tanto da fare
Due mesi fa sembrava una follia. Ora crederci è quasi un obbligo. La qualificazione alla Champions League per l'Inter non è più impossibile. Stefano Pioli ha ridato ai nerazzurri tutto quello che mancava: fiducia, condizione atletica, gioco. Una partenza un po' così – pareggio nel derby, sconfitta con l'Hapoel Beer Sheva – poi 7 vittorie di fila di cui 5 in campionato. E una classifica che ora dice 6° posto, a soli 5 punti dal Napoli che occupa l'ultimo slot utile per la qualificazione in Champions, assente ingiustificata dal Meazza interista dal 2012. Ora c'è più di un motivo per crederci. Anzi: almeno 5.
Con Pioli Inter seconda – Dal 20 novembre, primo match con Pioli allenatore, l'Inter ha giocato 8 partite: 1 sconfitta, 1 pareggio e 6 vittorie. In totale 19 punti. Nello stesso periodo solo il Napoli ha fatto meglio (20). Roma e Lazio si sono fermate a 18. Juventus e Milan a 15 e 12, ma devono recuperare una partita. Certo, si tratta di un parziale. Nel quale la migliore Inter dell'anno ha, di fatto, recuperato un solo punto alla squadra di Spalletti e ne ha perso uno da Sarri (difficile che a cedere il suo posto Champions sia la Juve). Ma la media punti di questa Inter è da Europa, e non League. Se non è troppo tardi.
Fiducia e rinascite – La novità più importante dell'era Pioli è l'evidente fiducia ritrovata dai giocatori. In se stessi, nei compagni, nel progetto nerazzurro. Tutti si sentono coinvolti e giocano – quasi sempre – al massimo delle proprie possibilità. “Finalmente anche chi sta fuori si impegna per mettere in difficoltà il mister e questo stimola anche i titolari a dare di più”, ha confermato Eder. Merito di un allenatore che ha lavorato sulla psicologia e ha fatto scelte chiare: finalmente ci sono giocatori, un modulo, delle idee di gioco. L'esempio lampante è Kondogbia, trasformato in poche settimane nel centrocampista che l'Inter aspetta da un anno e mezzo.
Calendario e coppe – Una mano potrebbe darla anche il calendario. Saranno vitali i punti negli scontri diretti, in particolare con chi oggi è sopra in classifica. La Roma sfiderà l'Inter a Milano (il 26 febbraio) dopo aver giocato due volte contro il Villarreal e una con il Torino, alla quarta partita in 10 giorni. E la settimana dopo ci sarà Roma-Napoli, da cui l'Inter spera di recuperare altro terreno. Prima di trovare di nuovo a San Siro proprio il Napoli il 30 aprile, nel momento cruciale, e magari vendicare il 3-0 del San Paolo, fin qui unica partita persa male dall'arrivo di Pioli. Prima bisognerà passare dallo Juventus Stadium, ma almeno nel derby col Milan lo stadio sarà tinto di nerazzurro. Un'altra bella spinta.
Maurito d'oro – In questo momento l'attaccante più forte del campionato è Icardi. 15 gol e 7 assist: nessuno ha fatto meglio. A 23 anni sta compiendo un salto di qualità internazionale che oggi lo proietta al secondo posto nella classifica per la Scarpa d'oro. Dietro solo ad Aubameyang, davanti a Ibra, Messi, Suarez e altri extraterrestri (che verosimilmente, con mezza Champions da giocare, lo supereranno). Se qualcuno può riportare l'Inter su quei palcoscenici quello è il capitano, che ha rinnovato fino al 2021. Il rapporto con la società – superato il pasticcio dell'autobiografia - è solido, “per la Cina c'è tempo a fine carriera”. E finché l'Argentina continuerà a non convocarlo, solo a Milano Maurito potrà trovare la sua America.
Un puzzle da completare – Ok, raccontata così sembra una squadra fenomenale. Invece – lo dicono anche i numeri – c'è ancora moltissimo da migliorare. Soprattutto in difesa: l'Inter di Pioli ha subito 10 gol in 8 partite (tanti, visti i 3 “clean sheet”). Il lavoro di Pioli per ridare equilibrio alla squadra non è concluso. L'inserimento di Gagliardini in mediana e il ritorno di Medel in difesa, a giocarsi il posto con Murillo, serviranno in quest'ottica. Ci sono 18 partite da giocare: la lotta per la Champions è una maratona. L'Inter ha cominciato a correre.