Terzo giorno di violenze nelle banlieue parigine dopo il caso che ha coinvolto un 22enne e quattro poliziotti. Tre sono indagati per aver pestato, uno per aver stuprato il giovane. Il centrocampista dell'Inter chiede giustizia tramite i suoi account social
A Parigi si è chiuso un terzo giorno di violenze, dopo il caso che ha coinvolto quattro poliziotti e un 22enne. Secondo le accuse del giovane Theo, dopo un controllo di identità e un diverbio, gli agenti lo avrebbero fermato, pestato e violentato con un manganello. Il caso è montato dopo la diffusione su Internet di un video che ha ripreso le violenze.
Con un post sui suoi account social, il centrocampista dell’Inter Geoffrey Kondogbia ha voluto far sentire la sua voce e ha chiesto giustizia per lui. In pochi minuti la voce del nerazzurro ha raggiunto tanta gente sulla Rete.
60 giorni di prognosi - Il giovane è stato operato per le ferite subite. I medici gli hanno prescritto fino a 60 giorni di convalescenza. "Ci hanno ordinato di restare in piedi contro il muro, l'ho visto con il suo manganello", ha spiegato il giovane, che ha poi raccontato in tv nel dettaglio la violenza subita e ha denunciato di aver subito successivamente di insulti a sfondo razziale in un'auto della polizia.
Le reazioni - Il primo ministro francese Bernard Cazeneuve, è intervenuto per chiedere "fermezza" contro i responsabili delle violenze. I poliziotti sono stati fermati: uno è indagato per stupro, tre per violenze volontarie. Il primo ha escluso la violenza, ma giù un primo esame sul ragazzo ha confermato "importanti lesioni", tanto che è stato necessario un intervento. Sul posto è giunto anche il presidente della Repubblica Francese François Hollande che ha promesso: "La giustizia andrà fino in fondo". Il giovane ha rivolto un appello alla comunità: "Stop guerra ragazzi, so quello che sta accadendo. Pregate per me".