L’Inter invita Theo a San Siro
Serie AIniziativa del club nerazzurro dopo il post di Kondogbia che chiedeva giustizia per il ragazzo di una banlieu parigina, vittima di violenze da parte della polizia
Kondogbia forse non ha ancora dimostrato il talento di Thuram. I ruoli sono certamente diversi. Identico, però, il coraggio di uscire dal recinto calcistico e di schierarsi. Entrambi cresciuti nelle banlieue. Lilliam e Geoffrey non si sentono "fratelli" degli abitanti delle periferie francesi, lo sono. È una differenza importante.
Il precedente - Nel 2005 fu la morte di due ragazzi (rimasti fulminati in una cabina elettrica per sfuggire a un pestaggio della polizia) a innescare la rivolta. L'allora ministro dell'interno Sarkozy definì i manifestanti "racaille" (lo traduciamo nella versione più soft: canaglie, feccia) e promise di ripulire le banlieu con il kärcher, l'idrante. Di fronte a queste parole Lilliam Thuram non scelse il silenzio ma reagì. Si schierò apertamente: "Anche io sono cresciuto in una banlieu. Può darsi che Sarzoky non abbia pesato bene le parole, ma prendo ciò che ha detto come un'offesa personale. Le violenze dei giovani mi fanno tristezza. L'integrazione è la chiave di tutto, noi giocatori di calcio dovremo dare il buon esempio".
Giustizia per Theo - Sono passati 12 anni e la miccia è tornata ad accendersi. Theo, un ragazzo francese, viene pestato e, secondo le accuse, subisce anche uno stupro da parte di 4 poliziotti. Tutto documentato dalle telecamere. Viene ricoverato in ospedale. E riceve la visita del presidente francese Hollande. Nella foto dell'incontro , Theo ha la maglia dell'Inter. Kondogbia non è stato zitto, non poteva. E' la sua maglia, è un suo fratello, è la sua Francia, una banlieue come la sua. Ha scelto Instragram e ha postato quella foto.
L'invito dell'Inter – La vicenda ha colpito anche il club nerazzurro che ha contattato il giovane Theo, come si legge sul profilo twitter del club. Quando starà bene, verrà a Milano per assistere a una partita dell’Inter a San Siro. Sarà l'occasione di tornare a vestire la maglia nerazzurra, stavolta col sorriso. E naturalmente conoscere il suo idolo, Kondogbia. Geoffrey sui social ha scritto un messaggio semplice: giustizia per Theo. Giustizia, una parola che non prevede violenza, una parola matura. Come ha chiesto lo stesso Theo: nessuna vendetta. Parole di speranza preziose che non vanno sciupate. Parole di due ragazzi delle banlieue, tutti e due con la stessa maglia.