Palermo, Baccaglini: "Lopez resta, qui decido io"
Serie AIl presidente rosanero ha parlato di presente e di futuro ai microfoni di Radio 24: "Il distacco di Zamparini non è semplice ma il presidente sono io e decido io; Diego Lopez resta fino a fine stagione. Si può anche retrocedere ma bisogna farlo a testa alta"
Per il Palermo a Udine è arrivata un’altra sconfitta, ancora una volta i rosanero non sono riusciti ad approfittare degli stop delle dirette avversarie. Non ha portato la scossa auspicata nemmeno l’insediamento del nuovo presidente Paul Baccaglini, che proprio il giorno dopo il ko contro la squadra allenata da Delneri è tornato a parlare del momento dei siciliani e del futuro ai microfoni di Radio 24. L’intervista è iniziata smentendo ancora una volta la possibilità che Maurizio Zamparini possa decidere di esonerare l’allenatore: "Ribadisco a tutta Italia che sono io il presidente del Palermo Calcio, e nessun altro – ha iniziato dicendo Baccaglini, ritornando sul comunicato pubblicato in mattinata dal club con le parole dell'ex numero uno rosanero - il distacco di Zamparini dal Palermo non è facile ma forse si è fatta un po’ di confusione. Io parlo con lui come con tutti gli altri, lui ha le sue idee ma sono io che decido e Diego Lopez resta fino a fine stagione, non si discute".
Sul presente - "Il mondo del calcio ha tutta una serie di regole che finché non ci metti la faccia non puoi capire - ha continuato il presidente rosanero - ho capito che c’è voglia di fare scandalo e c’è voglia di parlare di tutto fuorché di calcio. Però a me fa piacere questa esposizione mediatica in tutto il mondo. Il pubblico di Palermo è straordinario, lo è stato anche a Udine ieri e non so se tutti i calciatori del Palermo hanno capito il peso di questa maglia: siamo in una piazza importante e serve qualcosa in più per continuare a sperare nella salvezza. Credo che qualche squadra stia già facendo qualche calcolo per il futuro, io dico che è solo questione di testa. Il nostro calendario è tutto sommato buono e possiamo fare punti. Serve solo accendere il motore dell’automobile e partire: non possiamo rimanere con la macchina spenta".
E sul futuro - "Comunque ho già in mente due scenari, un piano A e un piano B. E poi ci sono delle tematiche ricorrenti sia nell’una che nell’altra ipotesi, come la costruzione del nuovo stadio. A breve presenteremo il progetto perché ovviamente - per celebrare il calcio a Palermo - bisogna che ci sia la casa a tutti gli effetti. La cosa incredibile è che i palermitani amano talmente la loro squadra che, se tu gli dai un progetto pulito, chiaro, cristallino, limpido e coerente, ti seguono fino in capo al mondo. Noi, ai tifosi, dobbiamo coerenza al progetto e rispetto alla maglia. Si può andare in Serie B, ok, ma bisogna andarci a testa alta. Ci sono ancora nove giornate per arrivare al nostro obiettivo. Lo scetticismo nei miei confronti? Il progetto che ho riguarda anche questioni extra-calcistiche, voglio riorganizzazione anche alcuni aspetti del Gruppo Zamparini per intero e all’interno di questo progetto ci sono tutta una serie di tematiche sull’agricoltura, sulla cooperativa agricola che possono creare nuovi posti di lavoro in Italia".
Sul rapporto con Zamparini - E ancora: "Vista la grandezza di questo progetto, Zamparini si augurava che tutto potesse andare per il verso giusto. Se ci riusciamo, la cosa può avere un’eco importante in tutta Italia. E’ ovvio che ho 33 anni, sono tatuato, ho fatto tv e non rappresento il canone classico del presidente di calcio, ma questa è un po’ un’etichetta italiana. Siamo fermi a parametri che ci rendono immobili, il mondo dell’alta finanza italiana non ha riscosso dei successi clamorosi e questi sono fatti di cronaca. Come detto in conferenza stampa, voglio essere giudicato dai fatti e non dalle apparenze: i palermitani iniziano a giudicarmi dai fatti. Queste due partite perse, ovviamente, non ci stanno dando ragione, però un passo alla volta. Poi vedrete la mia credibilità del mio progetto".