Mertens: "Sono un nove. A Napoli calcio pazzesco"
Serie AL'attaccante azzurro si è raccontato al portale belga Blecher Report: "Con i gol che ho segnato oggi, possiamo lasciare il termine 'falso' e dire io sono solo un vero nove". Sul calcio vissuto a Napoli: "È pazzesco, la gente qui mi fa sentire bene. Higuain? Siamo amici, ma in fondo vuole essere davanti a me..."
Chiamatelo nove. Dries Mertens ha trovato una nuova dimensione in questa stagione: da quando Sarri lo ha schierato prima punta - ovvero nelle ultime 18 gare di campionato - il belga ha segnato 18 gol, in media uno ogni 90’: "Vorrei sempre giocare come attaccante. Credo di sapere cosa la gente vuole dire quando usano il termine che 'falso nove’. Credo che con i gol che ho segnato oggi, possiamo lasciare il termine 'falso' e dire io sono solo un vero nove”, ha raccontato al portale Blecher Report. “Ho fatto delle cose buone e sono molto orgoglioso di questo. Ma so che c’è ancora del lavoro da fare. Quando gioco da esterno basta un assist per fare bene, mentre giocando da prima punta ho capito che serve fare gol, altrimenti ci sono le critiche”. Mertens ha parlato anche di Higuain, appena affrontato in una doppia sfida ravvicinata: “Siamo amici, si congratula con me quando faccio bene. Ma so che alla fine vuole essere davanti a me”.
"Napoli? Come in Argentina"
Il belga ha raccontato come vive il calcio a Napoli: “Pazzesco come qui sentono il calcio, per vedere qualcosa del genere forse bisogna andare in Argentina. Qui tutti mangiano, dormono e vivono per il calcio. Dove vivo io, c'è una vecchia signora: penso che abbia 85-90 anni. Questa mattina sono uscito e lei ha commentato come ho giocato. È pazzesco, è davvero pazzesco. E questo è qualcosa che, di sicuro, si sta andando a perdere”. E ancora: “Mi piace vivere come un una persona del posto, quando sei da qualche parte devi cercare di prendere la cultura di quel luogo e cercare di adattarti. La gente mi fa sentire bene qui, quindi cerco di vivere come loro”. Olanda altro mondo: “Quando vivevo in Olanda vedevo un sacco di televisione, guardavo Netflix per tutto il tempo. Lì si mangia alle 6, alle 7, e si finisce alle 8, poi si va a letto. Questo è quello che ho fatto in Olanda. Ma qui a Napoli non è cosi. Torno a casa alle 7:30 e andiamo mangiare fuori o in casa, alle 8:30-9 e poi si finisce alle 11, 11: 30, perché è più importante di altre cose. Poi, dopo cena, si va a letto, o si va a leggere un libro. È diverso, non lo so, penso che mi piaccia più vivere questo modo".
Vita privata e infanzia
Mertens ha poi raccontato del suo rapporto con i cani: "“Un cane ti ama per quello sei, non sa se sei un calciatore o meno. A volte la gente ti tratta bene perché sei un calciatore o perché sei famoso, ma un cane non sa queste cose. E forse questo che mi piace tanto di loro. Che cane sarei? Uno di strada". Sull'infanzia: "Non avevo davvero alcun idolo nel calcio perché ero sempre fuori. A casa dei miei genitori, la televisione non la vedevo mai. Forse per la Coppa del Mondo, o qualcosa del genere. Mio padre ha fatto un campo vicino a casa nostra per noi per giocarci”, ha concluso.