Mister Condò: Massimiliano Allegri e l'arte della leggerezza
Serie AL'intervista con l'allenatore della Juventus è disponibile su Sky On Demand (si ringrazia la Marina Militare)
Capire fino in fondo Massimiliano Allegri è impossibile, perché quando ti avvicini troppo la sua natura sfuggente prende il sopravvento. Ma per arrivare fin lì, al posto di confine, è indispensabile incontrarlo a Livorno, perché la sua città ne addolcisce gli spigoli e ne favorisce l’osservazione: l’anima del giocatore per esempio, che un mattino si sveglia e rovescia da capo a piedi una Juve che è pur sempre prima in classifica, è di chi ha imparato da bambino l’arte della leggerezza, che poi è la consapevolezza di poter sempre ricominciare se qualcosa va male.
Cardiff, in questo senso, è stata una sberla ma anche un traguardo mancato che ridiventa partenza: con una Juve diversa - lo si capisce dalle sue risposte - ma che non dovrebbe portare a crisi di rigetto come quella dell’autunno 2015.
L’intervista è stata realizzata il 14 giugno, e dunque prima che emergessero alcune ricostruzioni di un intervallo acceso a Cardiff; ma nel modo di intendere il calcio di Allegri - poco schematico e molto vissuto - i confronti anche bollenti sono previsti. Lo spiega chiaramente ricostruendo l’alterco con Bonucci, e l’effetto sullo spogliatoio delle misure conseguenti, quelle punitive e quelle autopunitive. Su tutto la rivendicazione di una stagione eccellente, forse un po’ piccata dopo aver annusato la grande depressione del popolo bianconero per l’ennesima sconfitta in finale di Champions. Ha pensato di mollare, quella notte. Un pensiero breve, già rientrato al mattino, come un lancio di dadi venuto male. Sì, un uomo così sarebbe piaciuto moltissimo all’Avvocato.