Milan, Bonucci è sempre lo stesso: serve la difesa a tre

Serie A

Augusto De Bartolo

Quattro gol subiti in 13' (escludendo l'intervallo) hanno fatto scattare l'allarme in casa Milan. Gli errori difensivi nella sfida con la Lazio non sono frutto solo di disattenzioni dei singoli ma piuttosto di "falle" nel sistema difensivo a quattro. Ecco perché Montella dovrà accelerare nel proporre la difesa a tre

"In confusione alla prima difficoltà", parole di Leonardo Bonucci, leader designato di una difesa del Milan che contro il primo attacco di un certo spessore ha mostrato tutte le sue lacune. L'ex centrale della Juve ci ha messo la faccia, ma il problema del Milan contro la Lazio non è stato dei singoli ma di sistema. Un sistema che va cambiato perché nell'originale pensiero di Montella, e con gli sviluppi di mercato annessi, l'idea era quella di costruire una squadra fondata su una difesa a tre. Lo dicono le caratteristiche dei giocatori, la fase di costruzione a tre (come già analizzato), l'esposizione dei centrali che una difesa a quattro, con gli esterni che si alzano molto e il play (nel caso Biglia) che non protegge la linea, comporta.

Bonucci non è il maggiore indiziato

Come detto, le problematiche del Milan non sono legate (solo) ad errori dei singoli ma soprattutto a errori di sistema. Lo dicono le statistiche generali di Leonardo Bonucci. Praticamente invariate, in percentuale, rispetto a quelle della passata stagione, soprattutto in fase di possesso palla e di costruzione del gioco.

Avversario Tocchi Possesso Passaggi totali % positivi
Crotone 114 11,30% 105 93
Cagliari 71 6,20% 55 82
Lazio 77 6,50% 69 83
Media scorso anno 68 5,30% 59 87

Blocco alto, esterni offensivi e difesa senza protezione

L'origine dei problemi del Milan nella gara contro la Lazio si evince direttamente da una grafica molto significativa (qui in basso): quella delle posizioni medie dei singoli giocatori durante la partita. E' evidente come l'idea offensiva di Montella (una scelta legittima) non sia, però, supportata dall'adeguata copertura, sia preventiva che in transizione negativa. Come detto, esterni di difesa molto alti, centrali aperti ma senza copertura di almeno uno dei tre centrocampisti. Biglia e Kessié sono molto piatti (sulla stessa linea) durante l'occupazione dello spazio e Montolivo è pressoché con loro. Non c'è coperura della profondità alle loro spalle e davanti alla difesa, i centrali vengono lasciati da soli uomo contro uomo.

I due gol di Immobile: così uguali, così diversi. Scarsa copertura della porta

Nello specifico della partita dell'Olimpico sono finiti sotto la lente di ingrandimento i due gol segnati da Ciro Immobile, sia per la bravura dell'attaccante ma anche per il posizionamento della difesa del Milan. In occasione del primo gol di Immobile si verifica un 5v5 in area di rigore e nei pressi. Sul cross la difesa è molto "ruotata" verso il primo palo, l'occupazione degli spazi non è perfetta perché Bonucci perde il contatto visivo con Immobile che gli sfila alle spalle (movimento di fuori linea) e poi non riesce più a contrastarlo. Manca Calabria che rientra nella linea come centrale e viene scavalcato dal pallone, manca un centrocampista davanti a Bonucci che consentirebbe al centrale del Milan di proteggersi le spalle e di restare a distanza di contrasto da Immobile. Nel secondo gol di Immobile accade la stessa cosa a cui si aggiunge un secondo errore. Difesa troppo schiacciata verso la palla (Bonucci molto aperto rispetto alla porta), nessuna copertura di un centrocampista (piccolo accenno di Kessié prima e di Biglia poi), quando Parolo riceve palla viene attaccato da Musacchio e Rodriguez, "piatti" (e non in copertura l'uno dell'altro), che scoprono lo spazio alle spalle nel quale Immobile si inserisce e segna.

Con la difesa a tre più copertura della zona centrale difensiva

Stando a queste evidenze, con i giocatori e per le caratteristiche dei giocatori a disposizione, Montella deve accelerare il processo per formare una difesa a tre. Con un centrocampo a 5 o a 4 manterrebbe comunque la spinta sulle corsie e l'ampiezza necessaria ad allargare gli avversari ma avrebbe una maggiore protezione della zona centrale del campo, quella che statisticamente risulta essere la più pericolosa. Detto questo, è necessaria anche una maggiore protezione del centrocampo, soprattutto su attacco da palla esterna quando generalmente i giocatori tendono a schiacciarsi verso la palla lasciando sguarnita la zona centrale dell'area.