Inter, Icardi: "Siamo secondi non grazie alla fortuna. Obiettivo è la Champions, ho la personalità da capitano"
Serie AL'attaccante nerazzurro ha parlato delle responsabilità della fascia di capitano e ha ricordato il suo trasferimento all'Inter: "Ausilio parlò con mio padre e insieme a Moratti chiuse l'operazione"
Capitano, trascinatore, bomber. 24 anni e le spalle già così grandi da poter sostenere l’Inter. E’ Mauro Icardi, anche in questo caso, la punta di diamante in campo di una squadra rivoluzionata dall’arrivo di Luciano Spalletti. “Non si tratta di fortuna, in ritiro abbiamo lavorato molto bene e cambiato tutto. L’allenatore è molto attento e abbiamo in testa l’obiettivo che ci chiedono tutti: dalla società al presidente, fino all’ultima persona. Dobbiamo tornare in Champions League” ha spiegato l’attaccante in un’intervista a Rivista Undici. Nonostante il secondo posto, Icardi preferisce non sbilanciarsi ulteriormente sul piazzamento finale: “Per lo scudetto non saprei dire, ho soltanto idea del lavoro che dobbiamo fare bene”.
Responsabilità, orgoglio, missione
Il giocatore sa bene di avere un ruolo delicato e importante. Ma non avverte grandi pressioni: “Essere il capitano di questa squadra per me non è difficile, perché ho la personalità per poterlo fare. Questa è la mia missione e io ne sono orgoglioso”. Dopo tre anni nel settore giovanile del Barcellona, la Sampdoria riuscì a portarlo in Italia, quando Icardi aveva soltanto 18 anni. Gliene sono bastati altri due per stregare l’Inter. “Chi mi ha voluto maggiormente è stato Massimo Moratti. Mi ha preso dai blucerchiati ed è stato quello che ha insistito di più. Poi c’era anche Piero Ausilio, che parlò di tutto con mio padre, che allora curava i miei interessi. Sono stati loro a definire l’operazione che mi ha portato qui” ha raccontato l’argentino.