Fine dell’effetto sorpresa: lo scudetto è affidato agli scontri diretti

Serie A

Massimo Corcione

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Venerdì Napoli-Juventus, la settimana successiva Juventus-Inter. Gli scontri diretti hanno acquisito un significato ancora più importante in questa stagione. Ecco perché

Cinque giorni per leggere le carte al campionato, per capire a chi, tra i frequentatori di quella parte della classifica in cui tutto si decide, va ristretta la qualifica di candidato naturale allo scudetto 2018. Sarà sempre più una questione affidata agli scontri diretti: è la fine dell’effetto sorpresa, anche nell’ultima giornata Crotone e Udinese mai hanno dato l’impressione di poter reggere il confronto con Juventus e Napoli, costretti venerdì a giocarsi moltissimo (ma non tutto) nel faccia a faccia. E, una settimana più tardi, ci sarà Juve-Inter, un’altra partita-verità. È saltato il sistema (accidentale) delle alleanze per caso, quando l’impresa a sorpresa di una piccola poteva influenzare la lotta per la soluzione finale.

Era questa la differenza ricorrente che separava la serie A dagli altri tornei europei. Ricordate la fatal Verona? Qualche campionato venne deciso proprio nel vecchio stadio Bentegodi, quando (soprattutto) il Milan vide risolti entusiasmanti duelli da mani insospettabili. Quei tempi sembrano lontani anni luce, appartengono a ere calcistiche non replicabili, e il nuovo argomento costringe le Grandi a evitare accuratamente i cali di concentrazione, perché la sconfitta contro i diretti concorrenti pesa il doppio.

È la premessa che conduce direttamente verso Napoli-Juventus, il futuro e il recente, premiatissimo passato del pallone italiano: comunque la pensiate, va in scena il meglio del meglio, il divertimento assoluto applicato al calcio. In campo Insigne e Mertens contro Dybala e Higuain: basterebbe la doppia coppia a qualificare la sfida, ma tutti guardano a Sarri e Allegri, il pensiero che ha generato due macchine perfette. L’appuntamento del Primo dicembre loro due devono averlo vissuto cento volte, sanno perfettamente che uno-contro-uno è impossibile bluffare, vince chi è più forte, per l’altro non ci saranno attenuanti. Due storie diverse: l’applicazione scientifica è servita a costruire il Napoli, trasformando calciatori ordinari in uomini straordinari; apparentemente più libera la genesi juventina, con il talento reclutato quando era già formato.

Il risultato per entrambe le squadre è eccezionale, come il rischio che si annida nelle strisce nere e azzurre della terza forza, l’Inter: dopo la vittoria di Cagliari, in classifica è sempre seconda, anche se nascondersi è stata (inizialmente) la sua forza. Fin quando non le toccò presentarsi al San Paolo: da allora le luci si accesero, e Spalletti fu costretto a proclamare le sue ambizioni. Per una settimana gli sarà concesso di fare da spettatore, poi anche per l’Inter ci sarà la Juventus. E la prova-verità.