Juventus-Inter, Allegri: "Non sarà una sfida scudetto, Buffon out". Poi fa pretattica su Dybala
Serie ADopo i successi con Napoli e Olympiacos, i bianconeri dovranno ripetersi contro l’Inter domani sera. Rivalità storica, in gioco anche la vetta della classifica, per una sfida che torna ad avere l’importanza di un tempo. L’allenatore della Juve ha analizzato la sfida in conferenza stampa
Nelle occasioni che contano, la Juventus ha saputo dare la risposta che si attendeva. Il Napoli ha subito la prima sconfitta del campionato proprio contro i bianconeri, che poi hanno centrato la qualificazione battendo a domicilio l’Olympiacos. Domani l’ultima fatica di un mini-ciclo fondamentale: all’Allianz Stadium arriverà l’Inter. Massimiliano Allegri ha presentato così la sfida in conferenza stampa.
Anche in questo caso valgono gli stessi presupposti di Napoli: due risultati su tre sono buoni?
"A Napoli si è fatto un passettino in avanti. Domani è una partita importante, è sempre Juve-Inter e ci confrontiamo di nuovo con la capolista e raramente capita che in una settimana si affrontino squadre di vertice. Ma la cosa più importante era passare il turno in Champions ed era il primo obiettivo della stagione. Ora abbiamo campionato, Coppa Italia e il tempo per portare la squadra ad una buona condizione. Sono fiducioso, ma non per la partita di domani quanto per il prosieguo della stagione".
La partita di Napoli era un buon test, questa è una sfida scudetto?
"Se si intende che questa sarà una partita tra contendenti per il titolo (insieme a Napoli, Roma e Lazio) sì, ma non decide lo scudetto. Sarà in bilico fino all'ultima giornata, avremo due scontri diretti nelle ultime cinque giornate".
In passato quando Higuain non stava bene veniva mandato in panchina, questo può succedere anche a Dybala?
"Qualcuno domani riposerà perché ha giocato molte partite, servono energie fresche. Vedrò dall'allenamento di oggi che situazioni ci saranno, ma posso dire che Buffon difficilmente ci sarà. Devo decidere se giocare con tre o quattro davanti, ho un po' di confusione, spero di schiarirmi le idee".
Qual è il check-up di questa Juve? Chi dà più affidabilità?
"Non è questo il punto, ma il recupero dei giocatori. Chi ha giocato i playoff con le nazionali hanno avuti tutti problemi. Qualcun altro non è in condizioni ottimali perché ha saltato qualche allenamento, come ad esempio Pjanic che non è quello vero, così come Dybala. Abbiamo un periodo di tre settimane per lavorare con calma e migliorare la condizione generale".
Ha parlato di "vittime sacrificali" a Napoli. Qual è il concetto?
"Una sconfitta a Napoli avrebbe allungato la classifica a loro favore, e sarebbe stato più difficile rincorrere. Le squadre che stanno in testa perdono pochi punti con le piccole, quindi gli scontri diretti faranno la differenza. Sarà un grande stimolo contro l'Inter, è la miglior difesa al momento e Spalletti sta facendo un ottimo lavoro. Poi è il Derby d'Italia, bisogna essere bravi e fortunati".
Nelle ultime quattro partite ha visto una crescita in atteggiamento?
"La squadra è diventata più responsabile, ha capito il momento. Per raggiungere gli obiettivi oltre alla grande tecnica e tattica, la differenza la fanno lavoro e sacrificio, specialmente nel calcio di oggi che è molto fisico".
Nello specifico su Dybala e Alex Sandro?
"I giocatori attraversano sempre dei cali. Paulo è stato importante all'inizio, e lo è anche ora. E' un giocatore di qualità straordinarie, tra i più tecnici che abbiamo. Non mi preoccupa questo periodo, l'importante è il suo focus sul lavoro per tornare a fare le cose che sa fare meglio. Alex Sandro non è ancora il vero, non diciamoci bugie".
Spalletti è più vicino a lei come idee di gioco? La differenza dell'Inter la fa realmente l'allenatore?
"Spalletti sta confermando il suo ottimo lavoro, che già si vedeva l'anno scorso con la Roma dove però c'era una Juve che ha fatto meglio. Lui sa sfruttare bene le caratteristiche dei giocatori e questa è una delle doti migliori per un allenatore, non è rigido. E' molto bravo nelle letture, è uno dei migliori ed è un valore importante per l'Inter".
Mandzukic è ritenuto titolare per domani?
"Ha perso dei giorni di allenamento e quando succede si è fuori. Ora sta riprendendo la condizione, non è ancora ottimale, per alzare l'intensità delle partite è necessaria".
Nei punti che l'Inter ha in più rispetto all'anno scorso ci vede più la mano di Spalletti o la mancanza di coppe?
"E' importante per lavorare serenamente stare senza coppe, ma una grande squadra è abituata a giocare ogni tre giorni. Vedendoli si nota un grande sacrificio tra loro, non hanno iniziato benissimo e hanno portato risultato anche soffrendo. Concede poco, è una squadra fisica, servirà una partita importante".
Icardi e Higuain: quanto una squadra dipende dal potenziale offensivo?
"Loro fanno gol, hanno un peso importante. Gonzalo da un mese è cambiato totalmente e sono venute fuori le sue qualità, che sembravano sparite perché non era in condizione. A Napoli ha fatto un gol straordinario, ha fatto un controllo in un centimetro su una bellissima palla di Dybala. Così come aveva fatto a Milano".
Spalletti ha detto "Allegri non deve nascondersi, sono i più forti".
"Su Sarri avevo fatto una battuta per sdrammatizzare la tensione. Per quanto riguarda ciò che ha detto Spalletti, si sa che noi come l'Inter e la Roma e il Napoli giochiamo per lo scudetto. Che per la Juve sia più difficile è normale perché ne abbiamo già vinti sei".
Ha affrontato Sarri, toscano. Domani affronterà Spalletti, toscano anche lui. E' lì la scuola vincente?
"Abbiamo un buon DNA per gli allenatori ma ce ne sono altri anche di altre zone. In questo momento abbiamo dei buoni allenatori in Serie B e Lega Pro, credo che in generale la scuola italiana sia ottima. Credo che bisogni modificare qualcosa nei settori giovanili, lavorando sui singoli giocatori, e non ingabbiarli e farli crescere come dei polli di allevamento. Quando ero bambino, gli allenatori assistevano all'allenamento. Non possiamo pensare di portare i ragazzini ai campi per fargli fare lavori didattici. Dal 1970 al 2016, la Nazionale ha fatto grandi risultati quindi non è tutto da rifondare".
L'Inter viene paragonata alla prima Juve di Conte per l'entusiasmo dopo dei campionati negativi. Lo invidia?
"Anche noi abbiamo entusiasmo, anzi ne dobbiamo avere di più. Credo che le nostre rivali abbiano molta voglia di poter battere la Juve, e noi dobbiamo essere più bravi e fare qualcosa di straordinario. Quest'anno il normale impegno non basta per arrivare primi, perché ci sono altre squadre che stanno facendo cose straordinarie".