La squadra di Sarri ha mancato l'appuntamento con la vittoria nelle ultime 3 partite tra campionato e Champions. L'anno scorso segnarono 10 gol nella doppia sfida ai granata, ma adesso l'attacco è in crisi: solo tre centri nelle ultime 5 gare. Continua a crescere invece la difesa che ha ritrovato in Reina il suo leader
TORINO-NAPOLI, LE ULTIME SULLE PROBABILI
Non sono state due settimane facili per il Napoli. Dalla modalità on fire il clima umorale attorno ai ragazzi di Sarri si è progressivamente raffreddato, mettendo in discussione certezze che fino a quel momento sembravano inscalfibili. Quella squadra schiacciasassi in grado di non conoscere ostacoli appare quasi un lontano ricordo, come se tre mesi di campionato e vittorie non ci fossero mai stati. Ad aprire questa piccola crepa sono stati la Juventus e Higuain. Ancora loro a frenare le ambizioni degli azzurri, a tarpare le ali quando era arrivato il momento di spiccare il volo. I primi campanelli d’allarme erano però arrivati circa un mese prima, quando una formazione in debito d’ossigeno era stata fermata dal Chievo sullo 0-0. Dopo la trasferta di Verona erano arrivati i successi contro il Milan e l’Udinese, ma nessuna delle due partite aveva convinto del tutto tifosi e addetti ai lavori, preoccupati dal calo di ritmo dei campani. L’1-0 di Udine aveva tuttavia suscitato un’altra analisi sul Napoli, del tutto positiva: quest’anno la squadra di Sarri vince anche quando non convince. La vittoria della Dacia Arena si è rivelata invece, al momento, il picco massimo di gioia nel termometro napoletano che porta a quella parola che nessuno dalle parti del Vesuvio osa pronunciare: scudetto. Al ko contro i bianconeri infatti ha fatto seguito la sconfitta esterna con il Feyenoord che ha decretato l’eliminazione dalla Champions League e il passaggio all’Europa League. Uno smacco preventivabile alla vigilia dell’ultima partita del girone, ma certamente non al momento del sorteggio, quando tutti reputavano il gruppo ampiamente alla portata degli azzurri. Riscatto in campionato? No, nemmeno quello, perché domenica ci ha pensato la Fiorentina a fermare sullo 0-0 la squadra di Sarri. Un pareggio reso ancora più amaro dal non aver approfittato del pareggio di tutte le concorrenti al titolo.
Reina ritrovato e difesa al top
Nonostante le difficoltà dell’ultimo periodo, Sarri può contare ancora sulla miglior difesa del campionato insieme a Inter e Roma, con 10 gol al passivo. Se il Napoli degli anni scorsi si era infatti fatto apprezzare per la spiccata qualità offensiva, in questa stagione si è messo in mostra il reparto difensivo, maturato a tal punto da essere pronto per essere garante di un possibile scudetto. Koulibaly e Albiol sono una coppia consolidata, Chiriches, Maksimovic e Tonelli delle riserve di lusso. Per affrontare la stagione nel migliore dei modi era però necessario avere un portiere all’altezza. Quest’estate infatti la questione legata al rinnovo contrattuale di Reina è stata una bella gatta da pelare per la dirigenza e in particolare per De Laurentiis, il cui rapporto con il portiere era arrivato ai minimi storici, tanto che quest’ultimo si era cominciato a guardare attorno e su di lui ci aveva fatto un pensierino anche il Milan. Col passare dei mesi invece la situazione si è distesa, lo spagnolo ha ritrovato serenità e il suo ruolo da leader e durante la cena di Natale sono comparsi sorrisi e abbracci con il presidente.
Il rapporto Sarri-Mihajlovic
Torino-Napoli, in programma sabato alle 18, rappresenta per gli ospiti l’occasione di rilanciarsi. Sarà anche la sfida nella sfida tra Sarri e Mihajlovic, due allenatori che si stimano reciprocamente. Il serbo infatti, nonostante sia approdato su una panchina di Serie A prima del collega, è stato sempre un ammiratore del suo lavoro. Quando ancora allenava l’Empoli, Sarri riceveva le visite di Mihajlovic, ammaliato da tutti quei fraseggi e da quel giro palla che avrebbero poi fatto dell’attuale allenatore del Napoli uno degli esteti principali del calcio moderno. Sarri invece ha sempre cercato di integrare nel suo gioco lo spirito caratteriale di Mihajlovic e ha sempre portato grande rispetto al Torino. Per tre anni di fila si è infatti recato in visita a Superga per onorare la memoria degli Invincibili, tappa fondamentale secondo lui per la crescita del calcio italiano e per la proliferazione del bel gioco.
Attacco col freno a mano
Stima reciproca che l’anno scorso non ha tuttavia risparmiato Sarri dall’infliggere una dura lezione, sia all’andata che al ritorno, a Mihajlovic. 10 furono infatti i gol messi a segno dagli azzurri nelle due partite, equamente distribuiti nel 5-3 dell'andata, dove Mertens fece il fenomeno realizzando un poker personale con tanto di pallonetto finale, e nello 0-5 del ritorno, in cui il grande protagonista fu Callejon con una doppietta. Lo spagnolo, che vanta già 1999 minuti giocati in tutte le competizioni stagionali, ultimamente è il giocatore offensivo che sta accusando più difficoltà a livello fisico. Non se la passa meglio Mertens, a secco da 5 giornate, e Insigne, tormentato dalla pubalgia. Nelle ultime 5 partite infatti l’attacco è andato in crisi, realizzando appena 3 reti, con la media gol che dal 2.8 è passata allo 0.6 a gara.
I problemi affrontati negli ultimi match non hanno comunque cambiato le considerazioni sul Napoli e sul gioco che ha incantato tutta Europa. Dopo le parole al miele di Guardiola infatti, anche Patrick Vieira qualche giorno fa ha esaltato le doti del gioco di Sarri, un vero esempio per chi punta a consolidarsi attraverso le qualità estetiche complessive e non solo alle giocate dei singoli o alla propria forza fisica. Un punto imprescindibile per gli azzurri che hanno bisogno solo di ritrovare smalto e riserve di qualità nel mercato di gennaio per riprendere i propri standard e prova a giocarsi quello scudetto che al San Paolo manca dal 1990. E magari tentare di vincere anche l’Europa League, una missione più che possibile considerando il potenziale a disposizione.
Partenza ad handicap?
L’obiettivo principale rimane comunque il campionato, ma Sarri alle 18 rischia di giocare a Torino con un ritardo di 4 punti dal primo posto. La capolista Inter gioca infatti qualche ora prima contro l’Udinese e potrebbe approfittare del turno casalingo favorevole sulla carta per allungare il proprio vantaggio sulle inseguitrici. Di certo non la prospettiva migliore per chi, un mese fa, guardava tutti dall’alto in basso ed era pronto a spiccare il volo.