Maledetto recupero: la sfortuna epica del Benevento

Serie A

Vanni Spinella

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Quarta sconfitta arrivata dopo il 90°: se il gol di Brignoli al Milan aveva rappresentato un picco di fortuna e di godimento, sull'altro piatto della bilancia continuano a sommarsi episodi di una sfortuna esagerata. Non sarà troppo?

Mettete su un piatto della bilancia una gioia calcistica esagerata come può essere un gol del pareggio segnato al 95° dal portiere, gol che mette fine a una serie di 14 sconfitte di fila. Quante sfighe è necessario impilare sull’altro piatto della bilancia per riportarla in equilibrio? La nostra sensazione è che il Benevento lo stia pagando anche troppo, quel gran colpo di fortuna. Come si dice in questi casi, la dea che indirizzò la palla di Brignoli era bendata, ma la sua sorella cattiva ci vede benissimo ed è pure un po’ sadica.

È ora che qualcuno lo dica: il Benevento è sfortunato. Certo, è difficile prendere le difese di una squadra che ha fatto un solo punto in 18 giornate segnando appena 9 gol e che continua ad abbattere record negativi, ma il modo in cui la sfortuna si sta accanendo sui ragazzi di De Zerbi è oggettivamente poco elegante.

Con il rigore di Lapadula che ha deciso Genoa-Benevento, sono già 4 i gol decisivi incassati dopo il 90°: tradotto, quelli che per il Benevento sarebbero stati 4 preziosi pareggi (4 punti) si sono trasformati nei minuti di recupero in 4 sconfitte. Mentre sul piatto opposto, sempre considerando il recupero, abbiamo la miseria di un punto piovuto dal cielo per miracolo (quello  con il Milan), godurioso folle storico e inaspettato quanto vuoi, ma pur sempre uno solo. Iniziamo a pensare che qualche tifoso accetterebbe il baratto. In fondo si è trattato di una gioia enorme ma effimera e forse rinunciabile, mentre qui le pugnalate al cuore si susseguono senza sosta e fanno malissimo. Ed è vero che con il tuffo di Brignoli il Benevento è entrato nella storia, ma il pericolo è di finirci anche come la squadra che raccoglierà meno punti in un intero campionato da quando esiste la Serie A.

Quattro pugnalate

Ricapitolando, le sfortune del Benevento hanno inizio il 10 settembre, alla terza giornata. Nelle prime due sono arrivate due sconfitte (l’inesperienza, l’impatto con la Serie A, l’emozione), ma adesso sembra giunto il momento di raccogliere qualcosa: al 90°, contro il Torino, è ancora 0-0. Non solo: Sirigu ha anche evitato la sconfitta ai granata con una serie di parate prodigiose, e se proprio c'è qualcuno che potrebbe uscire dal campo recriminando, quel qualcuno è il Benevento. Al 93°, però, la pugnalata: gol di Iago Falque quasi dal nulla, il primo punto in A sfuma. È successo a tanti, il Benevento non è certo il primo e non sarà l’ultimo, ma la linea di credito con la fortuna è aperta.

Circa un mese e sei sconfitte dopo (anche pesanti, come il 6-0 con il Napoli o il 4-0 con la Roma), il 25 ottobre, la sfortuna si supera nella scrittura del sadico copione. Cagliari in vantaggio dopo 9’, al 16° sbaglia un rigore e trascina l’1-0 fino al 90°. Quando nel recupero, minuto 94 (!), il Benevento si vede assegnare un rigore col brivido della Var e Iemmello lo realizza, sembra essere giunto il momento della riscossione. E invece, mentre i tifosi campani ancora fanno festa, Pavoletti incorna al minuto 95 (!!) il gol del nuovo sorpasso. Riuscite a immaginare un modo di perdere più crudele?

Iemmello su rigore fa 1-1 al 94°, ma al 95°...

Proviamoci, non c’è limite alla fantasia della dea sbendata: 19 novembre, tredicesima giornata, Sassuolo in vantaggio con Matri al 56° e ripreso dieci minuti dopo da Armenteros: 1-1, che tiene fino al 90°. Poi, nel maledetto recupero, un fallo di mano in area regala al Sassuolo il rigore della possibile vittoria. Ecco, ci risiamo: ormai non fa quasi neanche più male. Berardi va sul dischetto al 92° e stampa il pallone sulla traversa. È fatta, si passa alla cassa, finalmente! O forse no: minuto 94, corner per il Sassuolo, calcia Berardi - evidentemente meglio di 2’ prima - incorna Peluso: 1-2. Sì, esisteva un modo più crudele.

Dopo tanta agonia, l’epico 2-2 con il nuovo Milan di Gattuso arriva come una pezza bagnata sulla fronte, ma 20 giorni dopo ci risiamo ed è storia recentissima, quella del rigore di Lapadula dopo 92 minuti di resistenza.

Certo, se poi Chibsah si divora il gol del vantaggio, solo davanti a Perin...

Altre beffe minori

Il tutto senza considerare la beffa della seconda giornata contro il Bologna, con quel pareggio solo annusato: gol dell'1-1 al 98° annullato dal Var mentre i giocatori esultavano come pazzi. O le sconfitte di misura con big come Inter e Juventus (2-1 in entrambi i casi), o ancora il fatto di essersi fatto rimontare dopo essere andato in vantaggio contro la stessa Juve, la Sampdoria e la Spal (sempre 1-2 il finale), in quest’ultimo caso restituendo la gioia del gol (doppietta addirittura, nel giro di 9’) a un attaccante come Floccari che non segnava in A da un anno e 8 mesi.

Neanche la tattica della chiusura a riccio per provare a portare a casa lo 0-0 ha funzionato: Bologna, Atalanta e Verona, alla fine, hanno trovato il modo di aprire il guscio e hanno vinto 1-0. Ve lo chiediamo ancora: tutto ciò può valere la gioia di un pareggio ottenuto con il gol del portiere? E chiediamo invece agli dei che governano le vicende del calcio: se quello era un assaggio di ambrosia riservato a pochissimi, non vi pare fin troppo il fiele che il Benevento sta mandando giù?

Diciassette sconfitte in 18 partite, dicono i freddi numeri, ma 11 di queste con un solo gol di scarto (1-0 o 2-1) e, come visto, spesso a causa del “classico episodio”. Che sarà anche un odioso luogo comune del calcio, una frase fatta di cui si abusa nelle interviste post-gara, ma in alcuni casi può anche essere una sacrosanta verità.