Li vediamo correre per il campo assegnando punizioni e sventolando cartellini, dimenticandoci, troppo spesso, che si tratta di esseri umani. Sì, anche gli arbitri hanno una vita, fatta di hobby, passioni e anche un "vero" lavoro. Scopriamone alcuni
La classe arbitrale rientra sicuramente tra le categorie più "nominate" (siamo a Natale, usiamo un eufemismo) dai tifosi di calcio, che troppo spesso dimenticano che il compito dell'arbitro è svolto da un uomo. Nemmeno l'avvento della Var ha migliorato le cose: i nostri giudici di gara continuano a essere chiamati in causa dopo ogni provvedimento, e ultimamente anche alti dirigenti e allenatori di Serie A si sono espressi duramente mettendo in dubbio l'operato dei nostri fischietti.
Eppure parliamo di veri e propri atleti, che coniugano a un bel paio di polmoni anche la capacità di prendere decisioni in tempi ristrettissimi, senza tradire la minima emozione (un arbitro non può permettersi di sembrare dubbioso). Queste persone, prima di arrivare al calcio professionistico, svolgevano le attività più disparate, dall'elettricista al consulente informatico, ma c'è anche chi avrebbe fatto il parrucchiere seguendo la tradizione di famiglia. Vediamo di conoscere alcuni arbitri di Serie A da questo punto di vista, riscoprendone il lato umano.
Prendere decisioni e sapersi difendere
Antonio Damato, nato a Barletta 45 anni fa, è un avvocato. Se giocate in Serie A e vi vedete fischiare un fallo contro da Damato, quindi, evitate di contestare la sua decisione. Saprà argomentare meglio di voi il suo operato.
L'avvento della Var
La novità del 2017, il Video Assistant Referee, avrà fatto contento Maurizio Mariani, tra i più giovani arbitri della Serie A: nato a Roma nel 1982, Mariani è un consulente informatico. E nel caso in cui uno dei monitor per visionare i replay vada in corto circuito, l'intervento di Daniele Orsato potrebbe essere risolutivo. Il fischietto veneto, 42 anni, è anche elettricista.
Menti pratiche e matematiche... ma non solo
Gianpaolo Calvarese (41 anni, nato a Teramo) è un ingegnere. Uno dei pochi laureati nel rettangolo di gioco, verrebbe da dire, anche se negli ultimi tempi i calciatori che si dedicano agli studi stanno aumentando. Luca Banti, (43 anni, nato a Livorno) è invece un agente di commercio. Curioso il caso di Fabio Maresca (36 anni, nato a Napoli) che fa parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. A lui il coraggio non manca, e per arbitrare è un requisito fondamentale.
L'antiquario, il bancario e il parrucchiere
Se Piero Giacomelli, tra i più alti del circuito con il suo metro e novantadue, può sempre contare sul suo locale a Trieste per distrarsi dalle fatiche arbitrali (il caos di Lazio-Torino è l'ultimo esempio che lo riguarda), Davide Massa (36 anni, nato a Imperia) è un bancario. Ma negli arbitri c'è anche tanta creatività: Paolo Silvio Mazzoleni (43 anni di Bergamo) è un antiquario mentre Paolo Tagliavento (45 anni, di Terni) è figlio di un parrucchiere e in un’intervista ha spiegato che "la mia vita, se non fossi diventato arbitro, era segnata. Avrei fatto il parrucchiere, come mio padre".