Riserve a confronto, chi tra Napoli Juve Inter e Roma ha più alternative ai titolari?

Serie A

Contro l’Atalanta il Napoli è stato eliminato dalla Coppa Italia. Decisivo nella sconfitta anche il turn over proposto da Sarri al San Paolo. Ma, tra le prime quattro in campionato, qual è la squadra con le migliori seconde linee? Chi - tra Allegri, Spalletti, Di Francesco e lo stesso Sarri - ha per ampiezza la rosa migliore e le migliori riserve? Ecco le quattro "formazioni B" di Napoli, Juventus, Inter e Roma

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Napoli, contano gli interpreti

Contro l’Atalanta in Coppa Italia il Napoli ha dato ufficialmente l’addio alla seconda competizione della stagione. Prima l’eliminazione dalla Champions nel girone del Manchester City. Adesso il secondo ko coi gol di Castagne e Gomez. E se c’era ancora qualche dubbio sul primo obiettivo stagionale degli azzurri, la partita del San Paolo ha mandato un messaggio decisamente chiaro: Sarri punta al campionato, e l’undici di partenza di Coppa Italia ne è soltanto un’ulteriore prova del nove. Sono fondamentalmente 13, massimo 14, i fedelissimi dell’allenatore del Napoli. I titolarissimi più qualche ricambio, giusto per far prendere fiato verso il secondo tempo a chi è sempre utilizzato. Contro l’Atalanta al San Paolo di questi ce n’erano soltanto in quattro in campo: Hysaj, Koulibaly, Hamsik e Callejon. Gli altri erano le seconde linee, praticamente tutti tranne Zielinski. Unico delle “riserve” ad aver collezionato più di mille minuti in stagione. Per il resto sembrava di vedere un altro gruppo. Certo, la squadra era sempre la stessa, quella di Sarri, con la sua mentalità di calcio bene in testa, ma alla fine la differenza l’ha fatta propria la qualità degli interpreti. Sui ricambi attuali di rosa del Napoli hanno ovviamente inciso tanto anche i due infortuni, sempre però da mettere in conto nel corso di una stagione attiva su tre fronti. Quello di Milik in attacco, dove in grafica regna un punto di domanda (in attesa di Inglese). E quello di Ghoulam, che ha trasformato Mario Rui in un titolare anche per la Serie A. Poi ci sono tutti gli altri: Sepe è a quota 3 presenze. Maggio, insieme a Diawara, è una delle riserve più attive (oltre 800 minuti stagionali per entrambi). Maksimovic e Chiriches hanno però giocato pochissimo, così come Rog (14 presenze in A ma mai più di 20 minuti giocati a partita). Ounas e Giaccherini, invece, non si sono quasi mai visti. E il risultato è che il “Napoli B” continua a non convincere.

Juventus, ricambi all'altezza

È decisamente di tutt’alto livello l’undici “alternativo” di Massimiliano Allegri, che non a caso è proprio quello che - tra le prime quattro di campionato - ha usato più ricambi. Se nel Napoli sono infatti sette i giocatori con più di due mila minuti nelle gambe, e 12 sopra i mille, nella Juve i dati sono diversi. Solo uno è sopra i due mila minuti (Higuain) e ben 15 sopra i mille. In una parola: ricambi. Capaci di dare continuità di gioco e risultati senza stancare troppo i titolarissimi, poi sempre pronti nei big match a decidere la partita. Alcuni dei “bianconeri B” in grafica sono quasi forzati, in realtà, a partire proprio dal portiere. Szczesny ha ricevuto l’investitura di Allegri, che lo ha descritto come il futuro della porta juventina, e in stagione ha giocato appena cinque partite meno di Buffon. Difficile chiamare “riserve” anche Barzagli e Rugani, due da oltre mille minuti in stagione. Oltre la cifra tonda anche Lichtsteiner, che ha beneficiato della partenza estiva di Dani Alves, e Asamoah, che è ormai da molti anni un jolly sempre valido. Degno di nota è anche che, nell’undici “B” della Juventus, ci siano anche quattro colpi dell’ultima sessione di mercato, da inserie gradualmente in un gruppo già solido. Bentancur è uno di questi, e ha giocato di più anche grazie all’infortunio iniziale di Marchisio. Sturaro è invece a secco di minuti in A: solo 13’ giocati nelle ultime undici giornate. Più frequente invece l’utilizzo di Bernardeschi e Douglas Costa, altri acquisti estivi, che però non anno ancora determinato in stagione. In attacco ecco Mandzukic, l’altra forzatura, lui che in realtà di questa Juve ne è sempre stato un uomo chiave. Già, ma è pur sempre un passo indietro nelle gerarchie, come punta, rispetto a uno come il Pipita Higuian. C'è un nome per quelli come lui: riserva di lusso. Insomma, come quasi tutte quelle bianconere.

Inter, contro il Pordenone un segnale

C’è più di un punto di domanda, invece, nell’Inter “riserve”, e si riferisce alla difesa e al centrocampo. I due centrali titolari sono sempre stati Miranda e Skriniar (in assoluto il più utilizzato da Spalletti in stagione), due che però non hanno mai realmente avuto rispettivamente dei veri e propri ricambi, eccezion fatta per il solo Ranocchia. Sugli esterni, se Santon ha giocato poco, Dalbert ha ancora meno minuti nelle gambe. E anche a centrocampo le alternative per l’Inter sono poche. Certo, il non avere impegni europei nel calendario è, sotto questo aspetto, sicuramente un vantaggio in ottica campionato. Gagliardini è un uomo su cui Spalletti fa affidamento, anche se è alle spalle di Vecino e Borja Valero nelle sue gerarchie. Sono invece poche le presenze di Joao Mario, due volte titolare in 19 turni totali di Serie A, e col piede forse in partenza già in questo mercato di gennaio. Ancora meno sono le chance avute da Eder, Karamoh e Pinamonti: titolari solo una volta in tutta la stagione, in Coppa Italia, contro il Pordenone. Dopo un’avvio di stagione scoppiettante fu infatti proprio quella la partita a segnare una svolta negativa nell’annata dei nerazzurri. Il pari, poi corretto ai rigori contro una squadra di Lega Pro, ha infatti lanciato l’Inter verso le tre sconfitte consecutive di fine anno, a cui si è poi aggiunto il pari interno contro la Lazio. Il tutto a far luce su una rosa - anche in questo caso - con troppa poca qualità rispetto all’unitici titolare.

Roma, delude il mercato

Chi invece nella Roma di Di Francesco sta deludendo, prendendosi il posto da “titolare” in questo undici di seconde linee, sono proprio i nuovi acquisti arrivati in estate. Tra centrocampo e attacco spiccano i nomi di Gonalons, Under e Defrel (0 gol per i due attaccanti), spesso accantonati nel momento di scegliere chi mandare in campo. Leggermente diversa anche la storia per Gerson, arrivato in realtà nell’estate del 2016. Per il brasiliano qualche presenza in più e quanto meno già un paio di gol, arrivati entrambi nel match contro la Fiorentina. Sicuramente di diversa affidabilità Lorenzo Pellegrini (20 presenze, 2 gol) e Stephan El Shaarawy (23 presenze, 6 gol), entrambi sopra i mille minuti e considerati ottimi ricambi per Di Francesco. In difesa, invece, buoni minuti per Juan Jesus e Bruno Peres, molti meno per Emerson e soprattutto Hector Moreno, altro colpo estivo che ha giocato, però, soltanto 317 minuti tra agosto e gennaio.