Due gli episodi contestati nel corso di Cagliari-Juventus, posticipo della 20esima giornata. Sullo scontro aereo Benatia-Pavoletti il Var Banti non è coinvolto: l'arbitro Calvarese fa un cenno col braccio a indicare il vantaggio, ma la fortuna non lo aiuta... L'episodio del mani di Bernardeschi invece chiama in causa sia Calvarese che il Var Banti: ecco come nasce la decisione del direttore di gara di non assegnare il rigore ai sardi
Se il buongiorno del 2018 si vede dal mattino, l'anno dei Mondiali per i Var si preannuncia piuttosto complicato. La giornata si era aperta con il gol di Cacciatore annullato con il video in Chievo-Udinese (fuorigioco giusto, ma di pochissimo, e il tema se correggere o no i casi di pochi centimetri resta molto delicato), era proseguita con la simulazione di Verdi in Torino-Bologna trasformata in rigore (poi fallito dai rossoblù, un bel salvagente contro eventuali polemiche) e come nei migliori copioni si è conclusa col botto con l'ultima partita, Cagliari-Juventus.
Due gli episodi contestati. Sul primo il Var Banti non è coinvolto: c'è uno scontro aereo al limite dell'area della Juve tra Benatia e Pavoletti, che cade a terra dolorante. L'arbitro Calvarese fa un cenno col braccio a indicare il vantaggio. La fortuna non lo aiuta, per due volte: prima infatti da una possibile punizione dal limite si passa al pallone perso dal Cagliari, poi arriva addirittura il gol della Juve, sul quale non può assolutamente esserci revisione Var perché dopo lo scontro Benatia-Pavoletti per ben due volte il pallone è finito tra i piedi dei rossoblù.
In mezzo, c'è la vecchia questione del gioco da fermare in caso di infortunio: "è l'arbitro che deve fermarlo", si discolpano puntualmente i giocatori, ma l'arbitro, se non c'è un infortunio grave (per Calvarese evidentemente il fallo c'è ma è veniale, infatti non arriva nemmeno il giallo retroattivo per Benatia), da regolamento lascia giocare .
L'episodio del mani di Bernardeschi invece chiama in causa sia Calvarese che il Var Banti. Due le certezze: sul cross di Padoin lo juventino intercetta il pallone di mano all'interno dell'area. Rigore? No. Perchè? Perché Calvarese ha visto il contatto e lo ha giudicato involontario, un primo "step" che già mette il Var sulla strada del non intervento. Ma l'arbitro attende comunque qualche secondo prima di far riprendere il gioco con un calcio d'angolo. Segno che si sta consultando con Banti, il quale a quel punto "supporta" la scelta del collega non ritenendo il mancato rigore un chiaro errore.
Risultato? Non viene concesso un rigore che se fosse stato rivisto personalmente da Calvarese probabilmente sarebbe stato assegnato (il braccio è largo, il movimento non così naturale e la traiettoria del pallone non imprevedibile o ravvicinata). Conferma di un forse ineluttabile ma decisivo neo del sistema-Var: per non interrompere troppo spesso le partite e tutelare la centralità dell'arbitro si sta cercando di alzare l'asticella e intervenire solo quando l'arbitro stesso, sul campo, non ha visto un pezzo della scena (esempio, il tocco col piede di Skriniar prima del mani su cui Rocchi aveva dato il rigore - poi revocato - in Inter-Lazio), mentre quando l'arbitro ha valutato personalmente la volontarietà di un tocco di mano o l'entità di un contatto la revisione deve scattare solo per errori clamorosi. Così ad esempio non viene rivisto il famoso mani di Iago Falque in Lazio-Torino o un rigore più che generoso come quello concesso la settimana scorsa alla Samp contro la Spal.
Una strategia che nasce da un intento forse nobile (non "invadere" troppo il gioco col Var) ma difficile da applicare e ancora più da comunicare. Vedremo se l'asticella - dopo questi episodi - verrà ritoccata al ribasso. Di sicuro nessuna correzione renderà arbitri e Var immuni dalle critiche. D'altronde, vien da dire, la Var non è nata per ridurre le polemiche. Semmai per aumentarle.