Elezioni Figc, Tommasi: "Candidato unico, non impossibile ma difficile"

Serie A

Il poresidente dell'Assocalciatori sulle prossime elezioni federali: "La mia candidatura è stata fuori tempo rispetto agli altri perché vuole essere una candidatura di proposta. Unico candidato? Complicato oggi perché mi sembra di capire che noi tre abbiamo le idee chiare su quella che dovrà essere la nostra Federazione" 

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"Non impossibile, ma complicata": così Damiano Tommasi valuta la possibilità di una canditatura unica per le elezioni Figc, dai tre candidati attualmente in corsa. "Se mi sento un riformista come Gravina? Non lo so, sicuramente la mia candidatura è stata fuori tempo rispetto agli altri perché vuole essere una candidatura di proposta. Se si polarizza un consenso per essere contro qualcuno è un passaggio successivo". Lo dice il presidente dell'Aic e candidato alla presidenza della Figc, Damiano Tommasi.

"Se un ticket Tommasi-Gravina lo vedo vincente? Sicuramente con tre candidati (il terzo è Sibilia della Lega Dilettanti, ndr) ci dovrà essere una convergenza su uno dei due da parte degli altri e quindi inevitabilmente, se non prima delle elezioni, sicuramente in quarta votazione a meno che uno dei tre candidati non raggiunga il 50%", specifica Tommasi a margine della presentazione del IV Rapporto 'Calciatori sotto tiro' andata in scena oggi al Viminale.

Secondo Tommasi, che nelle prossime incontrerà di nuovo Gravina, una candidatura unica "non è impossibile, ma sicuramente è molto complicato oggi perché mi sembra di capire che noi tre candidati abbiamo le idee chiare su quella che dovrà essere la nostra Federazione e per adesso non mi sembra ci sia questa intenzione: però le cose nel calcio cambiano nel giro di poche ore".

Il numero uno dell'Assocalciatori ha anche detto la sua sl rischio che il Coni possa commissariare il calcio: "Il commissariamento ha dei presupposti giuridici - conclude Tommasi - probabilmente ad oggi non c'erano ancora stati e non so se in futuro ci saranno. Qualora ci fossero credo non solo sia giusto ma anche un diritto e un dovere da parte del Coni di intervenire".