Nerazzurri e giallorossi hanno avuto un percorso simile: dopo le certezze accumulate nel girone d'andata sono crollate alla fine del 2017. La partita di stasera darà delle risposte su chi parte in vantaggio nella corsa al quarto posto
Come arrivano le due squadre alla partita e come sono cambiate rispetto alla partita di andata
La partita di andata tra la Roma di Di Francesco e l’Inter di Spalletti è ormai lontana cinque mesi, ma già in occasione della gara di andata si era intravista l’impronta dei due nuovi allenatori sulle due squadre. Di Francesco, nonostante l’emergenza nel ruolo di terzino destro, era subito riuscito ad organizzare il 4-3-3 secondo i propri principi di gioco, facendo intravedere alcune delle dinamiche tattiche già messe in campo con il suo Sassuolo. Spalletti, invece, pur con una struttura di gioco che sembrava più approssimata, era riuscito subito a dare una certa quadratura all’Inter, anche se si erano soprattutto intravisti quegli adattamenti per colpire i punti deboli dell’avversario tipici di un tecnico che fa della conoscenza dei propri rivali un’arma spesso decisiva.
Un girone dopo, due squadre che avevano fatto vedere un inizio incoraggiante dal punto di vista dell’apprendimento dei principi di gioco dei rispettivi allenatori, hanno subito un brusco stop sul piano dello sviluppo tattico nelle ultime giornate prima della sosta. La Roma, che dopo sembrava essere riuscita a trovare alcune certezze dopo un inizio complicato (anche grazie ad un Di Francesco rivelatosi meno integralista di quanto si potesse pensare), ha visto sgretolarsi quelle stesse certezze con le difficoltà di fine anno. Dall’altra parte, la bozza di gioco che Spalletti aveva predisposto in così poco tempo sembra essere rimasta la stessa, ma appena i migliori giocatori nerazzurri sono calati nel livello delle proprie prestazioni, tutta la squadra ne ha risentito. Si affrontano, quindi, due squadre che si conoscono meglio rispetto a qualche mese fa. Nei pregi, ma soprattutto nei difetti.
Che partita aspettarsi
Inter e Roma sono due formazioni che danno il meglio quando riescono a giocare con la massima intensità e non ci sarà da stupirsi se l’inerzia della gara passerà di mano in mano durante i 90 minuti. All’andata furono anche i cambi tattici a determinare la brusca svolta nell’andamento del match: l’ingresso di Joao Mario e il corrispondente abbassamento di Borja Valero a centrocampo aveva visto precipitare il numero di verticalizzazioni tra le linee giallorosse, con anche Candreva e Perisic più larghi e quindi meno disponibili a ricevere sulla trequarti.
Se la Roma si presenterà in campo allungata come nelle ultime partite, allora sarà molto difficile per i giallorossi tenere le redini del match controllando il possesso. I giallorossi correrebbero anche il rischio di esporsi alle transizioni offensive dell’Inter, la fase di gioco in cui i nerazzurri rendono al meglio. Se però l’Inter mostrerà la solita costruzione macchinosa, costringendo Borja Valero ad abbassarsi, la Roma potrebbe controllare meglio gli spazi, congestionandoli verticalmente una volta che la linea difensiva fosse liberata dalla minaccia di un uomo costantemente tra le linee in posizione centrale.
Sarà importante anche vedere quale sarà l’effetto della pausa su due squadre che sembravano non essere esattamente al massimo della condizione fisica nelle ultime gare prima della sosta.
La battaglia a centrocampo
Il girone di andata, soprattutto in occasioni delle partite chiave, ci ha insegnato che se la squadra in possesso di palla riesce a muovere la sfera quel tanto che basta per attirare il pressing della Roma e, soprattutto, attirare fuori posizione le mezzali, ha la possibilità di giocare un pallone ai fianchi di De Rossi, o comunque del mediano, impossibilitato a coprire tutto il campo in orizzontale, specie se si moltiplicano i giocatori tra le linee. Questo dipende anche dall’atteggiamento della linea difensiva giallorossa, spesso troppo passivo, soprattutto se paragonato a quello della prima linea di pressione.
Anche la Juventus ha sfruttato gli spazi ai lati di De Rossi, forzando le uscite delle mezzali giallorosse, per raggiungere i propri uomini più avanzati.
Ecco che l’Inter potrebbe dunque riproporre la strategia del primo tempo della gara dell’Olimpico, quando Borja Valero riuscì a ricevere tra le linee quasi a volontà. Il problema, come già accennato, è che la costruzione dell’Inter si poggia su equilibri e meccanismi piuttosto precari, per cui lo spagnolo, unica vera certezza quando si tratta di gestire il pallone, deve spesso abbassarsi e lasciare la trequarti. In questo senso, potrebbero essere Candreva e Perisic a posizionarsi negli spazi di mezzo per moltiplicare le linee di passaggio progressive e fare leva su uno dei più noti punti deboli della squadra di Di Francesco.
Cercare di attaccare la Roma tra le linee è sicuramente un'ottima strategia, che Icardi potrebbe rendere ancora più efficace: minacciando sistematicamente la profondità, costringendo quindi la difesa giallorossa a scappare indietro, le distanze tra i reparti di Di Francesco diventerebbero ancora più larghe.
Chi avrà la meglio fra l'uscita palla dell'Inter e il pressing alto della Roma
Spalletti ha recuperato Miranda, uomo fondamentale che prima dell’infortunio aveva raggiunto con Skriniar un’intesa importante per la solidità dell’Inter, ma anche per assicurare il possesso, soprattutto quando lo slovacco non aveva la possibilità di verticalizzare immediatamente con uno dei suoi passaggi taglia-linee.
Il pressing ultra-offensivo è però uno dei principi del suo gioco che Di Francesco è (o lo era?) riuscito a trasmettere con maggiore efficacia: quando i tre giocatori del tridente e le mezzali riescono a coordinarsi nelle uscite, la Roma ha pochi rivali in Italia nel disturbare l’inizio azione avversario. Di certo, se si riproponessero i reparti scollegati in fase offensiva visti nelle ultime uscite, alla lunga sarebbe più complicato organizzare anche la fase difensiva, soprattutto perché con distanze più ampie da colmare sarà difficile mantenere un adeguato livello di intensità per tutta la partita.
Già all’andata il calo fisico della Roma ha di fatto definitivamente messo la gara nelle mani dell’Inter. Ma i nerazzurri non sembrano avere la consapevolezza per costruire dal basso di fronte a un pressing organizzato: se da un lato i mezzi tecnici dei singoli non sono eccelsi (Skriniar escluso), non c’è nemmeno una struttura organizzata in grado di assicurare l’uscita della palla.
Fiorentina - Inter: pronti via e i nerazzurri sono subito in difficoltà contro il pressing predisposto dall’ex Pioli. Rimasto senza opzioni di passaggio corto, Ranocchia è costretto a lanciare verso Icardi.
Cosa dovrebbe fare la Roma per controllare la partita
La prima cosa che dovrà fare la Roma sarà cercare di mantenere uniti i reparti, per evitare che la tensione verticale diventi frenesia: nonostante la fisicità e l’abilità nel gioco aereo del bosniaco, lanciare lungo su Dzeko saltando il centrocampo non fa altro che mettere la Roma di fronte ai propri limiti, sfilacciando i reparti e rendendo difficilmente gestibili le già complicate transizioni difensive.
L’altra mossa potrebbe essere quella di ripensare i compiti dei componenti dei due triangoli laterali del 4-3-3, con le mezzali che potrebbero giocare più dentro al campo in modo da poter ricevere negli spazi di mezzo, collegando meglio la squadra a Dzeko e aiutando il proprio centravanti nell’attacco degli ultimi 16 metri. L’assenza di Perotti, che per caratteristiche tende ad accentrarsi più o meno sistematicamente, con il conseguente probabile impiego di Florenzi nel tridente potrebbe permettere proprio a Strootman e Nainggolan di incidere di più sulla fase offensiva, inserendosi dentro l’area nerazzurra.
Se gli avvicendamenti nel controllo del pallone saranno frequenti quanto previsto, il fatto di avere i due in una posizione più centrale permetterebbe anche di contendere immediatamente il possesso all’Inter, evitando di lasciare libero il centro. L’Inter probabilmente riuscirà a trovare qualche spazio per contrattaccare, ma indirizzare le transizioni verso le fasce è sicuramente una scelta migliore rispetto al lasciare varchi in mezzo al campo.
Prima della gara i tecnici ci hanno tenuto a smorzare il peso della partita, ma i punti in palio stasera saranno invece molto importanti per la corsa alla Champions. Sia per ragioni di classifica che di equilibri psicologici, particolarmente delicati in questo momento per entrambe le squadre.