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La Liberia del presidente Weah: "Lavoro duro e passione, ce la faremo"

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George Weah, neopresidente della Liberia (Getty)

Il neo-eletto presidente della Liberia si racconta sulla Gazzetta: "Ho gli occhi del mondo su di me, non vedo l'ora di iniziare. Io, l'Italia e il mio paese. Non sono cambiato rispetto a quando ho vinto il Pallone d'Oro"

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Eravamo abituati a vederlo lì, su un campo di calcio, a saltare una squadra intera. Dribbling, numeri e gol. Tanti anni fa andava così, oggi è cambiato tutto. Anche se lui dice di no: "Lavoro duro e passione, nel calcio come in politica. Non sono cambiato.Quando ho iniziato a giocare non pensavo di vincere il Pallone d’oro e arrivare ad essere il miglior calciatore del mondo...". E invece è stato un calciatore unico. George Weah ha smesso di giocare e oggi fa... il politico. Anzi, di più: è appena diventato il nuovo presidente della Liberia, il suo paese. Dopo aver vinto il Pallone d'Oro e aver smesso col calcio, l'ex centravanti del Milan ha deciso di cambiare strada, venendo eletto col 61% dei voti. In un'intervista sulla Gazzetta, Weah si è raccontato così, tra idee politiche e ricordi. 

"La mia Liberia ce la farà"

"Siamo uno degli Stati più vecchi d’Africa e non abbiamo strade, elettricità, acqua, lavoro. Non può essere. Prometto che avremo strade buone e che saranno creati posti di lavoro. E farò ciò che ho promesso, perché so di cosa ha bisogno la Liberia". I cittadini lo sostengono in pieno: "Il governo precedente ha promesso e non ha mantenuto. Mi chiedono in cosa sarò migliore di loro: ecco, in questo. E poi voglio un Paese che possa sostenersi da solo, che sia in grado di esportare, che possa rilanciare la sua agricoltura". Mission... possible: "Sanno da dove sono partito - continua Weah, sempre sulla Gazzetta dello Sport - e hanno visto dove sono arrivato. Ce l’ho fatta io, possono farcela tanti altri liberiani. Il mio compito è quello di provare a dar loro l’opportunità che ho avuto io".

"Dico grazie all'Italia"

Durante una partita amichevole, Weah ha firmato un paio di maglie del Milan: "Ci tengo a ringraziare gli amici italiani. Nel vostro Paese le cose sono andate benissimo e oltre a fare scorta di grandi ricordi ho imparato tanto da voi. In tanti dall’Italia in questi giorni mi hanno scritto e incoraggiato, oggi posso ricambiare tanto affetto con queste parole: penso che in Italia il mio successo faccia piacere, e non solo ai milanisti, ma a tutta la gente che ama il calcio. La mia vita in Italia è stata meravigliosa. Oggi sono qui, a casa mia, con il mio popolo e la mia famiglia. Sono felice di essere diventato il presidente della Liberia. So di avere gli occhi del mondo addosso, spero di essere in grado di mantenere il mio Paese in pace e di farlo arrivare lontano. Ci tengo a ringraziare Berlusconi, che in passato ha fatto tante cose per me e che mi ha mandato un bel messaggio quando ho vinto le elezioni, così come ha fatto Galliani. So che presto ci saranno le elezioni anche da voi, se Berlusconi dovesse vincere magari potremo parlare, la Liberia ha bisogno di amici".

"Non vedo l'ora di iniziare"

Lunedì l'investitura ufficiale, Weah non vede l'ora di iniziare. Ha una missione da portare a termine: "C’è tanto di quel lavoro da fare che uno dovrebbe spaventarsi, io invece sono eccitato, come la gente. Ce la dobbiamo fare. Mi hanno votato perché spera che con me tanti altri possano crescere, lavorare, cambiare le proprie vite come ho fatto io".