Serie A, duello Juventus-Napoli: il Guinness dei Primati

Serie A

Massimo Corcione

Allegri-Sarri: il duello scudetto continua (Getty)

La lotta per lo Scudetto prosegue senza passi falsi. Il Napoli raggiunge le nove vittorie consecutive, la Juventus dopo il successo nel derby pensa al Tottenham. Fiducia per il recupero di Higuain

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Dritti verso quota cento, Napoli e Juventus non si fermano mai. E il punteggio finale per garantire lo scudetto si alza costantemente; la conseguenza più evidente è che le due squadre stanno scoprendo la propria versione più risparmiosa: a tredici turni dall'epilogo la guerra diventa una sfida di strategia, una versione di quei giochi di società che vedono in campo venti milioni di tifosi, una moltitudine impressionante che non può non condizionare chi poi scende nell'arena. Alla fine decideranno i risultati, da nove settimane monotonamente uguali: tutte vittorie come al Napoli (tanto per celebrare l'eccezionalità dell'evento) non era mai capitato in novantadue anni di vita. Quel punto di vantaggio, viaggiando a questa media, diventa una distanza enorme.

Che campionato, che duello: la conferma, giornata dopo giornata, che le due protagoniste stanno disputando una stagione strepitosa: sono speculari la rispettiva forza e pure le differenze, partendo dalle parole dei due allenatori. In comune, Sarri e Allegri, hanno l'origine toscana, cioè la base di tutte le diversità. Il ruolo dell'inseguitore diverte l'allenatore della Juventus, perennemente a caccia del settimo scudetto consecutivo per la sua squadra, una cifra da record assoluto: per lui sarebbe il quarto, e il quinto in otto anni, mettendo nel conto anche il titolo vinto con il Milan. In un colpo solo, nel derby vinto con il Torino, accusa gli infortuni di Higuain e Bernardeschi, un doppio ko che va ancora quantificato, ma non è stato ascoltato alcun lamento. In gioco c'è sempre la Champions con una vittoria da conquistare in casa del Tottenham per evitare una mancata qualificazione che il Napoli, in Europa League, pare aver già metabolizzato.

Tutti ripetono, invece, i numeri di un’annata da Guinness dei primati capaci di trasformarsi nella prima ragione di carica supplementare per Sarri che sa di lottare contro la Storia del calcio in Italia. Una vittoria sarebbe rivoluzionaria, ventotto anni dopo il secondo scudetto dell'era Maradona: ma avrebbe una capacità eversiva diversa, ancora maggiore, perché il leader maximo stavolta siede in panchina, è molto meno capriccioso, e porterebbe in Paradiso la categoria meno premiata del pallone, i talenti costretti per troppo tempo a sopravvivere nelle serie minori, quelli con meno telecamere e ancor meno microfoni. Quelli che qualche settimana fa registrarono una teoria di Sarri che i risultati hanno poi confutato: l'assenza di appuntamenti in contemporanea tra Napoli e Juventus non ha cambiato nulla in classifica. Si prosegue così, in un clima da esaltazione popolare che recupera quell'entusiasmo che intorno al calcio s'era come dissolta. Onda su onda, ora sta tornando. E farà bene a tutti.