Il dominio sulle fasce della Roma contro quello centrale del Milan; la costruzione bassa rossonera contro il pressing giallorosso, questi e altri temi chiave di una sfida delicata per la classifica
Da diversi anni i rapporti di forza tra Roma e Milan sono sbilanciati in favore dei giallorossi. Il Milan ha chiuso gli ultimi quattro campionati alle spalle della Roma con distacchi a doppia cifra, ha vinto soltanto uno degli ultimi 11 scontri diretti (un 2-1 alla fine del campionato 2014/15) e ha una striscia aperta di quattro sconfitte consecutive contro i giallorossi.
Da qualche settimana, il Milan sembra però aver trovato solidità e fiducia, certificate dagli 11 risultati utili di fila, mentre la Roma non pare essersi del tutto ripresa dal periodo d’involuzione seguito alla sconfitta contro la Juventus di fine dicembre. Insomma, per i rossoneri potrebbe essere davvero la volta buona per interrompere la lunga tradizione negativa che caratterizza i suoi confronti con la Roma.
Un girone fa Milan e Roma erano due squadre all’inizio di un nuovo ciclo in cerca di conferme dopo un inizio di stagione non del tutto convincente: vinsero i giallorossi, che contribuirono ad alimentare la crisi di gioco e risultati che avrebbe portato all’esonero di Vincenzo Montella. Era il periodo delle sperimentazioni di Montella, che stava insistendo sul 3-5-2 e aveva mandato in panchina il giocatore più determinante, Suso, mentre i giallorossi stavano cercando di apprendere meccanismi e movimenti del 4-3-3 di Eusebio Di Francesco. Di quella partita restano validi solo pochi riferimenti: il Milan è molto diverso dal punto di vista tattico ed è una squadra con maggiori certezze, Di Francesco si è invece dimostrato un tecnico più flessibile di quanto si pensasse, ha ammorbidito alcuni dei suoi princìpi e di recente ha scelto il 4-2-3-1 come sistema di base. Insomma, ci aspetta una partita molto diversa rispetto a un girone fa.
Se dovesse essere confermata la contrapposizione tra il 4-2-3-1 della Roma e il 4-3-3 del Milan, il campo sarebbe disseminato di duelli individuali. I due triangoli di centrocampo si specchierebbero l’uno nell’altro, e la vicinanza tra i giocatori favorirebbe marcature più attente e aggressive sull’avversario di riferimento, mentre sulle fasce si sfiderebbero le coppie formate dai terzini e dagli esterni d’attacco.
In uno scenario di questo tipo, in cui cioè i difensori centrali avrebbero maggiore libertà di manovra e le responsabilità di costruire l’azione si sposterebbero soprattutto su di loro, sarebbe la Roma a correre più rischi concedendo il primo possesso. L’impostazione dal basso del Milan si basa infatti sul triangolo formato da Bonucci, Romagnoli e Biglia, decisamente a loro agio col pallone tra i piedi e particolarmente in forma nelle ultime settimane. Lasciare a uno dei tre tempo e spazio per gestire il pallone potrebbe mandare subito all’aria i piani difensivi della Roma, che ha provato sulla propria pelle contro lo Shakhtar Donetsk i rischi di concedere margine di manovra a un difensore particolarmente abile col pallone. Come Rakitskiy, decisivo con il suo passaggio in occasione del gol di Ferreyra, Bonucci e Romagnoli hanno la qualità per tagliare le linee giallorosse o puntare direttamente lo spazio dietro la difesa (soprattutto Bonucci).
Il Milan, invece, potrebbe indirizzare l’inizio azione della Roma su Manolas, poco a suo agio quando deve impostare, e uscire con maggiore decisione quando la palla arriva al terzino destro e può contare sull’aiuto della linea laterale, una strategia utilizzata da diverse squadre che hanno affrontato la Roma, per ultimo lo Shakhtar Donetsk.
Le incoerenze della Roma e i vantaggi che potrebbe trarne il Milan
Partendo dal 4-2-3-1, la squadra di Di Francesco dovrà mostrare meccanismi di pressing più precisi di quelli delle ultime partite. Al contrario di quanto accade di solito alle squadre che utilizzano il 4-2-3-1 e che normalmente difendono scivolando comodamente su due linee da quattro, la Roma ha finito per allungarsi e concedere più spazi, invece di guadagnare in solidità accorciando le distanze tra i reparti.
Le incoerenze in fase di non possesso evidenziate di recente sono diverse: la linea difensiva che resta molto alta anche in assenza di pressione da parte dei compagni più avanzati; le incomprensioni tra Manolas e Fazio sui comportamenti da tenere, se restare in posizione o coprire la profondità; l’accentuazione delle difficoltà a chiudere gli spazi tra centrocampo e difesa, per la tendenza che hanno i difensori a non rompere la linea e la rinuncia a un mediano che li protegga; le indecisioni su come affrontare il primo possesso avversario, alzandosi in pressione o coprendo le linee di passaggio, che si è tradotto in un atteggiamento ibrido che ha facilitato la costruzione dal basso delle squadre affrontate di recente.
Nessuno scherma il passaggio da Costa a Sandro, che però non è posizionato bene col corpo e viene chiuso dall’uscita di Strootman. Dal suo errore la Roma risalirà il campo con Ünder e segnerà con Dzeko, ma se il brasiliano avesse protetto la palla avrebbe avuto ben quattro compagni da servire dietro il centrocampo giallorosso.
In teoria il Milan ha la qualità e le soluzioni per far emergere le incoerenze difensive della Roma. Se la qualità del primo pressing è scadente Bonucci, Romagnoli e Biglia possono trovare l’uomo libero in diversi modi, puntando su una risalita del campo palleggiata o più diretta, Kessié e Bonaventura possono invece utilizzare le grandi porzioni di campo che sono chiamati a coprire gli interni di centrocampo giallorossi per smarcarsi e ricevere senza pressione allargandosi sulle fasce, oppure per aprire spazi invitanti sulla trequarti per Suso e Calhanoglu.
Non è escluso, quindi, che Di Francesco possa tornare al 4-3-3 per restituire sicurezze difensive e controllare meglio i punti di forza del Milan. Avere un’adeguata protezione centrale contro due esterni abituati a entrare dentro il campo palla al piede come Suso e Calhanoglu è ovviamente fondamentale.
I punti di forza delle due squadre
Sulla carta, se nelle zone centrali è probabilmente il Milan la squadra più attrezzata a creare vantaggi, approfittando delle debolezze della Roma e delle caratteristiche di Suso e Calhanoglu, sulle fasce la situazione dovrebbe ribaltarsi. La qualità delle possibili combinazioni dovrebbe permettere alla Roma di avere un vantaggio sia a destra, grazie soprattutto a Ünder, che a sinistra, grazie alla qualità di Kolarov, forse in calo rispetto a inizio stagione, ma comunque capace di far pendere la costruzione della Roma a sinistra, approfittando dello spazio che potrebbe lasciargli Suso.
Le responsabilità delle coppie formate dai terzini e dalle ali sono cresciute con il passaggio al 4-2-3-1. La rinuncia al 4-3-3 ha infatti reso più complicata la creazione dei triangoli tipici del gioco di Di Francesco e ha appiattito la circolazione giallorossa. La costruzione si è così spostata ancora di più sulle fasce puntando sulle qualità individuali di chi le occupa. Probabilmente la crescita di Cengiz Ünder è stata favorita da questo contesto meno codificato che in passato, ed è soprattutto il suo stato di forma che rende probabile la supremazia della Roma sulle fasce.
Dai triangoli si è passati alle coppie ed è diventato più difficile manovrare con fluidità. Qui Strootman riesce a trovare Dzeko, ma il bosniaco regala il possesso con il passaggio successivo. La Roma, comunque, riconquisterà subito il pallone e andrà a segnare con una grande giocata di Ünder.
Il turco ha tutto quello che si chiede a un’ala moderna: è veloce, ha un gran dribbling, alterna ricezioni statiche a tagli dietro il terzino ed è imprevedibile palla al piede, perché è ugualmente pericoloso quando va sul fondo e crossa, anche col destro, e quando si accentra. Soprattutto, ha dimostrato di avere una certa affinità col gol, merito di un mix tra tecnica di tiro e potenza davvero eccezionale. Dalla mattonella sul centro-destra al limite dell’area può mettere il pallone praticamente in ogni angolo della porta, colpendolo con ogni parte del piede. Probabilmente il terzino milanista più indicato a contenerlo sarebbe Calabria, per caratteristiche fisiche e puntando sul fatto che essendo destro potrebbe controllare meglio Ünder quando si accentra, ma spostandolo a sinistra Gattuso rinuncerebbe alla sua intesa con Suso e alla sua spinta sulla fascia destra, determinante ad esempio nei gol segnati alla Lazio e alla Sampdoria da Bonaventura.
Dovesse giocare Rodríguez, come è probabile, il Milan rischia di andare in seria difficoltà da quel lato, come è già successo nella partita con la SPAL. Per contenere Lazzari, che stava travolgendo il terzino svizzero, Gattuso era stato costretto ad abbassare in marcatura Calhanoglu: «Una squadra matura avrebbe evitato quella mossa», aveva poi dichiarato il tecnico rossonero a fine partita.
È Bonaventura che esce sul centrale difensivo destro della SPAL, Simic, mentre Calhanoglu aspetta il passaggio per uscire su Lazzari.
A parti invertite, anche la Roma potrebbe avere gli stessi problemi a gestire gli attacchi del Milan sulla propria fascia destra. L’intesa e le combinazioni sviluppate da Bonaventura e Calhanoglu hanno infatti migliorato e reso più imprevedibile il possesso rossonero, ammorbidendo la dipendenza da Suso. Spostare dalla loro parte la progressione della manovra, puntando ad attaccare il lato teoricamente debole della difesa romanista, quello destro, può essere una buona strategia, ma la difficoltà a trovare un terzino che completi la catena attaccando in ampiezza con qualità potrebbe suggerire di utilizzare le loro combinazioni per muovere il pallone più centralmente dietro le linee di pressione della Roma.
Sull’altra fascia il Milan può contare su meccanismi più solidi sviluppati intorno a Suso, ma anche la squadra di Di Francesco si difende meglio, per le qualità difensive di chi gioca da quel lato e le intese costruite. Chi dovesse giocare tra El Shaarawy e Perotti garantirebbe un contributo in ripiegamento superiore a quello di Ünder a destra.
Dopo la tribuna contro lo Shakhtar Donetsk, El Shaarawy potrebbe avere l’occasione di far dimenticare gli errori commessi a Udine partendo da titolare contro la sua ex squadra. Sarebbe un altro segnale della volontà di Di Francesco di attaccare soprattutto in campo aperto, utilizzando i tagli degli esterni dietro i terzini (una delle cose che riesce meglio a El Shaarawy), con una costruzione ancora più marcatamente verticale e veloce a colpire alle spalle la difesa del Milan. Con Perotti, più associativo e più abile a farsi trovare dietro le linee e a gestire la palla in spazi stretti, la manovra giallorossa sarebbe sensibilmente diversa.
La posta in palio
La lotta per la Champions in cui è impegnata la Roma ammette pochi margini d’errore, e in questo turno sono proprio i giallorossi ad avere sulla carta l’avversario più difficile. Il passaggio al 4-2-3-1 ha tamponato la crisi di risultati con tre vittorie consecutive contro il Verona, il Benevento e l’Udinese, ma la sconfitta contro lo Shakhtar Donetsk ha fatto capire che gli squilibri tattici non sono scomparsi con il cambio di sistema, che anzi si fonda ancora di più sulle decisioni individuali dei giocatori e si poggia quindi su un filo ancora più sottile, che può spezzarsi contro squadre più attrezzate di quelle affrontate finora. Dopo il Milan, la Roma sfiderà il Napoli, poi testerà la crescita del Torino con Mazzarri e quindi giocherà la gara di ritorno contro lo Shakhtar. Ritrovare le sicurezze che sembrano essersi disperse durante il periodo di involuzione è fondamentale per superare un ciclo di partite cruciale per la stagione.
Anche il Milan sta per affrontare una serie di partite altrettanto decisive per la sua stagione: dopo la Roma, sfiderà la Lazio nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, poi avrà il derby e infine ospiterà l’Arsenal negli ottavi d’andata di Europa League. Con Gattuso i rossoneri sono migliorati molto, hanno ritrovato sicurezze e fiducia e con una serie di vittorie potrebbero aprirsi scenari impensabili fino a qualche settimana fa. La partita contro la Roma inizierà a dirci se il Milan è davvero pronto a scalare quel gradino che potrebbe trasformare il suo finale di stagione.