Acerbi, campione vero: il suo tempo donato agli altri

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Ogni giovedì Francesco Acerbi trascorre del tempo con i ragazzi disabili del "Caspita", laboratorio dell’Asp di Vignola, con i quali si diverte a chiacchierare e... lavorare: "Con loro mi sento a mio agio"

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Carattere e sacrificio in campo, cuore e umiltà fuori. Francesco Acerbi siamo abituati a vederlo con la maglia neroverde addosso, intento a guidare la difesa del Sassuolo in questa stagione difficile e complicata. I ragazzi del Caspita però lo conoscono semplicemente come Francesco, un ragazzo come gli altri che ogni giovedì trascorre del tempo con loro all’interno di questo laboratorio per persone diversamente abili dell’Asp di Vignola. "Vengo qui perché questi ragazzi hanno sempre il sorriso" ripete Acerbi alla Gazzetta di Modena quando gli si chiede il perché di questa sua assidua presenza. "Mi rilassa molto partecipare alle attività del Caspita, ci sono ragazzi in gamba che non lasciano mai trasparire il fatto di avere problemi. Noi ci lamentiamo spesso per cose futili, loro invece sorridono e si godono la vita. Alcuni suonano strumenti musicali, giocano a bowling o a calcio. Lavorano e trasmettono felicità, perché ne hanno da vendere. Questo è quello che manca un po’ a me e un po’ in generale a tutti noi".

"Tra di loro mi sento a mio agio"

Un lungo bancone pieno di galleggianti, più in là un altro con targhette metalliche per camion. Questo è il lavoro odierno al Caspita, svolto con gioia e felicità da una decina di ragazzi con indosso un grembiule blu: "Oggi è il giorno dei galleggianti – prosegue Acerbi – però capita che mi metta a pitturare o a fare lavoretti di creta. Sono ragazzi molto intelligenti con cui si ride, si scherza e con cui chiacchiero di tutto. Parlare con loro mi dà grande soddisfazione, anche più che con persone cosiddette ‘normali’. Loro dicono la verità, sempre. Non indossano maschere né tantomeno hanno secondi fini. Sono genuini. Tutto ciò mi permette di sentirmi a mio agio, vivendomi al massimo questa oasi di tranquillità".

"La malattia ha influito"

Acerbi ha dimostrato in passato di sapersi destreggiare bene non solo in campo ma anche nelle difficoltà della vita, avendo sconfitto due volte il cancro. Proprio la malattia gli ha permesso di scoprire con occhi nuovi il mondo del volontariato: "Anche prima ero una persona con dei valori, ma forse mi sarei approcciato a questo mondo in maniera differente, frequentandolo giusto per andarci ma non con le stesse motivazioni. La società potrebbe imparare tanto da questi ragazzi. Con poco si divertono ed hanno grandi principi. Vivono un mondo simile al nostro, ma molto più positivo".