I biancocelesti pareggiano la seconda partita consecutiva e restano in quinta posizione, a -5 dalla Roma e a -1 dall'Inter (che ha ancora una gara da recuperare). La squadra di Inzaghi va subito sotto per il gol di Verdi, ma ha la forza di reagire con Lucas Leiva. Nella ripresa l'impegno c'è, ma Mirante non corre mai grandi pericoli
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LAZIO-BOLOGNA 1-1
3' Verdi (B), 16' Lucas Leiva (L)
Lazio (3-5-1-1): Strakosha; Luiz Felipe, De Vrij, Wallace (46' Bastos); Marusic, Parolo, Lucas Leiva, Luis Alberto, Felipe Anderson (83' Caicedo); Nani (46' Lukaku); Immobile.
Bologna (3-5-1-1): Mirante; De Maio (59' Mbaye), Gonzalez, Helander; Torosidis (77' Romagnoli S.), Donsah, Pulgar, Dzemaili, Masina (85' Krejci); Verdi; Palacio.
Si conclude in parità il posticipo dell’Olimpico tra Lazio e Bologna. I biancocelesti, dopo l’ottima prova di Kiev, pareggiano la seconda partita di fila in campionato e restano indietro nella corsa Champions. La squadra di Inzaghi, ora 5°, mantiene infatti un ritardo di cinque punti dalla Roma e di un punto dall’Inter, che ha ancora da recuperare il derby contro il Milan. Proprio i rossoneri rappresentano ora la nuova minaccia della Lazio, visto che la distanza tra le due squadre in classifica è di appena quattro lunghezze. Il Bologna invece rompe la serie di sconfitte, che durava da cinque giornate, e supera l’Udinese, salendo all’11° posto con 34 punti. Positiva la prestazione dei rossoblù, molto propositivi nonostante una formazione rimaneggiata. Il primo tempo è equilibrato e vivace fin dai primi minuti. Meno di 180 secondi infatti e Simone Verdi porta già avanti i suoi, approfittando dell’errore di Strakosha e realizzando il primo gol personale del 2018. La Lazio, in meno di un quarto d’ora, ristabilisce l’equilibrio con il secondo centro consecutivo di Lucas Leiva. Dopo l’1-1 però i biancocelesti appaiono stanchi e distratti e permettono agli ospiti di controllare senza grossi rischi. Inzaghi paga soprattutto un brutto primo tempo, con Nani bocciato a metà gara. Neanche le sostituzioni riescono tuttavia a dare una scintilla alla squadra nella ripresa, alla fine costretta ad accontentarsi di un pareggio.
Primo tempo
Simone Inzaghi cambia rispetto alla trasferta di Kiev e mette in campo una formazione sperimentale: Felipe Anderson agisce da esterno mancino nel centrocampo a 5, Nani è in appoggio a Immobile. Donadoni invece deve rinunciare a Poli e sceglie Torosidis al posto di Di Francesco. Il Bologna entra sul terreno di gioco convinto di giocarsi le proprie possibilità e al 3’ sblocca il risultato. Dzemaili ci prova da oltre 30 metri, Strakosha respinge malissimo e Verdi insacca da due passi. La Lazio accusa il colpo e reagisce in modo confuso, con un tentativo mancino di Parolo. Molto meglio la conclusione seguente del centrocampista azzurro che, dalla lunga distanza, manca di poco l’angolino basso. Il gol è nell’aria e arriva subito dopo il quarto d’ora, ancora grazie a Lucas Leiva, alla prima rete in A dopo quella in Europa League. Il brasiliaino si inserisce perfettamente al centro, riceve l’assist di Luis Alberto, rientra sul destro e trafigge Mirante. La squadra di Donadoni non si fa demoralizzare e continua a rendersi pericolosa in attacco, in particolare con le incursioni di Palacio. I tiri spettano però sempre a Simone Verdi che, con il mancino, non trova questa volta lo specchio della porta. I padroni di casa faticano a trovare le solite geometrie e vivono di fiammate, innescate la maggior parte delle volte da Parolo. La luce di Immobile invece non riesce ad accendersi, neanche sull’ottimo rasoterra di Luis Alberto in chiusura di primo tempo. Dall’altra parte è Donsah a sprecare un clamoroso contropiede, facendosi intercettare da Luiz Felipe il passaggio per lo smarcatissimo Verdi. Il primo tempo si chiude in parità.
Secondo tempo
L’allenatore della Lazio riparte subito da un doppio cambio: fuori Wallace e Nani, dentro Bastos e Lukaku. I biancocelesti sembrano mostrare un piglio diverso e sfiorano la rimonta con Luis Alberto che chiude troppo la conclusione e perdona Mirante. Nel Bologna invece il primo cambio è l’ingresso di Mbaye per De Maio. Il terzino, cresciuto nelle giovanili dell’Inter, si fa subito vedere in fase offensiva e offre a Donsah la chance per il 2-1. Il centrocampista tira a botta sicura ma trova sulla traiettoria l’intervento disperato di Marusic. La Lazio non si tira indietro e tenta di alzare il pressing nella trequarti avversaria, le idee peccano però di lucidità e la retroguardia rossoblù controlla senza affanni. Con la squadra in difficoltà, sale in cattedra Felipe Anderson per il forcing dell’ultimo quarto d’ora. Il brasiliano si mangia in velocità la difesa e spara a lato da posizione complicata. Poco dopo ha invece la possibilità di far male al portiere del Bologna con un tiro al volo da fuori area, ma anche in questo caso c’è troppa potenza e poca precisione. Inzaghi manda in campo anche Caicedo per le speranze finali. Né lui né i suoi compagni però hanno l’energia giusta per cambiare le sorti dell’incontro. L’ultima chance, al contrario, spetta a Verdi, ma il suo missile mancino viene sventato in angolo da Strakosha. Finisce 1-1 e la Lazio ora è costretta non solo a inseguire, ma anche a guardarsi dietro e difendersi dalla risalita del Milan.