È morto a 71 anni Emiliano Mondonico. Da allenatore rese grandi Torino e Atalanta: con i granata vinse la Coppa Italia 1992-1993, dopo essere andato a un passo dalla vittoria della Coppa Uefa della stagione precedente, una sconfitta senza mai perdere contro l'Ajax nella doppia finale
Dopo una battaglia di sette anni con il cancro è morto nelle prime ore della mattina Emiliano Mondonico, uno degli allenatori più amati del calcio italiano. Il "Mondo", che da giocatore ha vestito le maglie di Cremonese, Torino, Monza, e Atalanta, è entrato nella storia del calcio da allenatore: nel 1984 riportò la Cremonese in A dopo 54 anni, nel 1988 guidò l’Atalanta alla promozione e si rese protagonista di una straordinaria corsa fino alle semifinali di Coppa delle Coppe con il Malines. Sulla panchina del Torino arrivò alla finale di Coppa Uefa dopo aver superato il Real Madrid: era il 1992, la sconfitta (senza mai aver perso) con l'Ajax arrivò tra le polemiche di un arbitraggio ancora amaro. Ha poi allenato l'Atalanta, dal 1994 al 1998, e tra le altre esperienze è passato anche da Napoli, tornando poi alla Cremonese, prima di chiudere col Novara, l’ultima squadra allenata quando la malattia si era già manifestata. Nel 2012 abbandona il calcio professionistico.
La triste notizia nelle prime ore della mattina
Lo riferisce la figlia Clara sulla sua pagina Facebook. "Ciao pap, sei stato il nostro esempio e la nostra
forza... ora cercheremo di continuare come ci hai insegnato tu. Eternamente tua". Mondonico, originario di Rivolta d'Adda, da sette anni lottava contro un tumore che aveva richiesto l'asportazione di una massa di sei chili, di un rene e di un pezzo di intestino. "Il calcio mi dà la forza di per continuare la sfida", diceva a chi gli stava vicino. Il 'Mondo', che era stato anche un'ala giocando nel Torino, nell'Atalanta, nel Monza e nella Cremonese, aveva compiuto 71 anni il 9 marzo.
Il saluto del Toro
"Ciao Mondo, ci mancherai". Così, con un tweet, il Torino Football Club saluta Emiliano Mondonico, che allenò la squadra piemontese tra il 1990-1991 e il 1993-1994, portandola alla finale di Coppa UEFA, persa con l'Ajax. Celebre l'episodio della finale di Amsterdam quando, per protestare contro l'arbitro, Mondonico sollevò una sedia verso il cielo, finendo poi squalificato per una giornata. Nel 1992-93, sempre con la squadra granata, il 'Mondo' vinse la Coppa Italia. Dopo aver reso grande l'Atalanta, al Torino tornò poi nel 1998-99, riportandolo in serie A.
Il ricordo di Arrigo Sacchi
"Perdo un caro amico, avevamo fatto il corso da allenatore a Coverciano insieme, ci conoscevamo da tantissimi anni, provo un grande dolore. E' stato un tecnico di valore, con grandi capacità e un uomo ancora migliore". Arrigo Sacchi ricorda così l'amico e collega Emiliano Mondonico: "Ha lottato in questi sette anni come un leone, non si è mai dato per vinto - ricorda l'ex allenatore del Milan -. Sono molto vicino alla famiglia". "Tanti ricordi mi legano a lui, scherzavamo tanto. Giocavamo spesso a tennis e io gli dicevo con un sorriso: 'sei un difensivista anche con la racchetta', perché giocava sempre da fondocampo, aveva gambe buone e fargli il punto non era facile, alzava pallonetti e pedalava", conclude Sacchi.
Un Mondo di affetto
Sul profilo dell'allenatore - che iniziò la sua carriera in panchina nel 1979 con le giovanili della Cremonese - continuano ad aggiungersi messaggi di condoglianze, così come moltissimi sono i post su twitter. In molti hanno scelto di postare la celebre immagine della sedia alzata al cielo per un rigore negato il 13 maggio del 1992, durante la partita di coppia Uefa tra Ajax e Torino giocata allo Stadio Olimpico di Amsterdam.
La sedia del Mondo
L'episodio che rimarrà alla storia è legato alla sedia alzata nella finale di Coppa Uefa del 1992. All’epoca il match decisivo si giocava nel doppio scontro e i granata allenati da Mondonico mancarono il successo senza perdere, visto che l’esito fu deciso dai gol segnati fuori casa dall’Ajax. L’andata al Delle Alpi finì 2-2, il ritorno ad Amsterdam 0-0. Nonostante l’epilogo triste, fu un’edizione mitica della Coppa Uefa. I granata non sollevarono quella coppa, ma il Mondo sollevò la sedia. È l’immagine eterna di quella finale, che Emiliano Mondonico tornò a commentare a Sky Sport lo scorso aprile, a distanza di 25 anni, spiegando il senso di quel gesto. Il Toro attaccava, ma alla sfortuna (a fine partita si conteranno tre legni) si sommava l’arbitraggio di Zoran Petrovíc, che negò un rigore a Cravero. Quel contatto in area con De Boer fece esplodere la panchina granata. È così che nasce quella sedia alzata al cielo, come segno di protesta ma anche di frustrazione di fronte a un senso di impotenza che spesso fa la differenza, nello sport. Soprattutto quando non si merita di perdere.