Juventus-Milan sette anni dopo, due mondi capovolti

Serie A

Domenico Motisi

Il gol di Gattuso in quel match del 2011 sigillò lo scudetto targato Allegri, ma chiuse idealmente un ciclo fatto di trionfi, soprattutto Europei. Da quel giorno è cambiato proprio tutto: i bianconeri sono ripartiti da una base italiana per dominare in Italia e far paura in Champions, i rossoneri hanno perso l’appeal internazionale e provano a rialzarsi proprio seguendo l’esempio juventino

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Per trovare una squadra diversa dalla Juventus festeggiare uno scudetto bisogna andare indietro di sette anni. Allora vinse il Milan di Max Allegri e una delle vittorie più importanti di quella cavalcata fu proprio quella di Torino contro i bianconeri. Da quel giorno, però, le realtà delle due squadre si sono totalmente capovolte: la Juve ha raggiunto un livello (quasi) ineguagliabile in Italia e sta trovando quel dna europeo di cui si fregiava il vecchio Milan. I rossoneri, dal canto loro, stanno provando a rialzarsi dopo anni difficili e lo stanno facendo seguendo lo stesso modello adottato dai bianconeri proprio sette anni fa.

Da Gattuso a Gattuso, così è cambiato il Milan

Dalla sua "ciofeca" (così lui stesso definì il tiro che superò Buffon) alla guida del suo Milan. Sono passati sette anni ma Gattuso c’è sempre. Quel 5 marzo 2011 fu lui a segnare su assist di Zlatan Ibrahimovic il gol che regalò i tre punti ai rossoneri e la definitiva consapevolezza che quello scudetto sarebbe rimasto a Milano ma avrebbe cambiato sponda. Era un Milan ricco di stelle di livello internazionale come i brasiliani Thiago Silva, Robinho e Pato, il vice campione del mondo Van Bommel e lo stesso gigante svedese arrivato quell’anno dal Barcellona. Era però il più classico colpo di coda di una squadra che avrebbe visto da lì a poco gli addii di quei fuoriclasse che avevano aperto un ciclo storico fatto di trionfi soprattutto europei. Per Pirlo (che passerà alla Juventus l’anno successivo), ma anche per Nesta, Seedorf e lo stesso Gattuso si trattava dell’ultimo titolo in maglia rossonera. Dopo quel tricolore (e quello sfumato l’anno successivo proprio a causa di una nuova Juventus) è cambiato tutto: ambizioni, budget e obiettivi prima; allenatori, presidenza e dirigenti poi. Oggi il caso (ma forse non è proprio di casualità che stiamo parlando) vuole che alla guida del nuovo Milan ci sia proprio quel Gennaro Gattuso che chiuse l’epopea rossonera nel 2011. Altrettanto singolare è che per ricominciare si stia puntando su un ex centrocampista-bandiera della società e una base italiana che potrebbe rappresentare il futuro della nazionale. Vi ricorda qualcosa?

Da Allegri ad Allegri, la rinascita della Juventus

La Juventus, appunto. La squadra che perse il match dell’Olimpico di Torino contro il Milan di Allegri era il bozzolo di quella che con Antonio Conte avrebbe poi vinto lo scudetto (da imbattuta) nella stagione 2011-12. Per strappare il tricolore ai favoriti rossoneri, la società torinese aveva individuato in Buffon, Bonucci, Chiellini, Barzagli e Marchisio gli uomini da cui ripartire e un nuovo ciclo vincente. Probabilmente neppure nella più rosea delle aspettative Marotta&co pensavano che avrebbero poi dominato tutti i campionati a seguire fino al 2017 (e chissà…), ma la Juventus ha fatto anche di più e l’ha fatto – guarda un po’ – con Allegri. Chiusa (male) l’avventura in rossonero, l’allenatore livornese accetta l’offerta bianconera ereditando da Conte una macchina da guerra perfetta in Italia ma balbettante in Europa. Belli in campionato, fragili in Champions, quello che è storicamente l’habitat naturale del Milan. E invece, nella metamorfosi arrivano anche le notti europee: due finali in tre anni e una Juventus che diventa una corazzata capace di competere con le grandi del continente. Una consapevolezza giunta grazie anche al talento e alle prestazioni di stelle come Pjanic, Higuaín, Dybala e Douglas Costa, campioni di livello mondiale arrivati a Torino con investimenti importanti proprio per provare l’assalto all’Europa.

Juventus-Milan sette anni dopo

Gattuso, Bonucci, Allegri erano protagonisti nel 2011, lo saranno anche in questa 30ma giornata di campionato in maniera del tutto diversa. Sono passati sette anni, le realtà di Juventus e Milan si sono diametralmente capovolte: quel Gattuso “goleador” è adesso in panchina, Bonucci ha chiuso il ciclo vincente a Torino ed è il simbolo della ripartenza italiana del Milan, Allegri è l’ultimo allenatore ad aver vinto uno scudetto con una squadra diversa dalla Juventus. Sono passati sette anni, sono cambiate tante cose: rossoneri operai, bianconeri belli d’Europa in attesa del Real in uno scenario completamente ribaltato una Juve stile Milan e un Milan stile Juve.