Durante una conferenza stampa a Roma, il presidente dell'Aia ha denunciato ciò che sta succedendo intorno al mondo arbitrale: "Fatti gravissimi"
"All'Associazione Italiana Arbitri sono arrivati plichi con pallottole indirizzate a me, al vice presidente e al designatore Rizzoli. E' un fatto nel dominio della Digos e all'attenzione del Viminale e del ministro degli
Interni". Quella denunciata da Marcello Nicchi, in una conferenza stampa convocata a Roma, è una minaccia pesante agli arbitri. "C'è un giornalista professionista che in una trasmissione ha affermato 'Hanno dichiarato guerra a un popolo e in guerra non si va suonando lo zufolo, si va sparando. Bisogna sparare agli arbitri e non permettere loro di arbitrare'. Questa è la conseguenza", ha aggiunto, sottolineando che il responsabile della frase è stato regolarmente denunciato. Rimborsi spese arretrati, tagli ai raduni tecnici e autonomia a rischio, l'Associazione Italiana Arbitri si sente sotto attacco: "Stanno accadendo cose gravissime, da parte della Figc è in corso un attacco all'autonomia dell'Aia per accentrare tutto a Roma". Quanto ai rimborsi, Nicchi lamenta il fatto che da parte della Federazione "pochi giorni fa sono stati pagati 5,6 milioni al mondo dilettantistico, per prestazioni dal 16 ottobre alla fine del mese. Nel frattempo, sono maturati altri rimborsi che gli arbitri devono ancora avere e altri 7,5 milioni di rimborsi che non hanno avuto per circa 30 mila prestazioni".
La vicenda Di Bello-Giacomelli
Il presidente dell'Aia ha parlato a 360°: "L'arbitro Di Bello, che ieri ha gestito molto bene il derby di Milano, assieme a un altro (Giacomelli) dovrà comparire in tribunale dal giudice di pace perché non avendo dato un rigore è stato convocato in tribunale dall'associazione dei consumatori. Vi risulta che un giocatore di Serie A se sbaglia un rigore viene convocato in tribunale dopo una settimana?". Il riferimento è alla citazione in giudizio avanzata da un gruppo di tifosi della Lazio nei confronti degli arbitri Giacomelli e Di Bello per le decisioni prese durante la gara di dicembre contro il Torino. E poi, ha aggiunto: "E' una cosa gravissima. Come facciamo a mandare gli arbitri ad arbitrare sapendo che possono subire la stessa sorte per un errore? Ci sono tesserati che parlano di malafede del mondo arbitrale, non ho sentito nessun intervento".
Sulla Figc: "E' in grande difficoltà"
Inevitabile il riferimento alla Figc: "E' in grande difficoltà perché altrimenti non sarebbe commissariata e si deve ricostruire, ma non partendo dal distruggere le cose che funzionano. Il mondo arbitrale è qualcosa che funziona e non vi parlerò del 2% (il peso dell'Aia nel consiglio federale che alcuni vorrebbero togliere agli arbitri) perché non è all'ordine del giorno. E non sono qui a parlare di sciopero, mai nominata questa parola. Gli scioperi li fanno i dipendenti e l'Aia è costituita da 35 mila volontari, che se dovessero essere pagati per quello che fanno non basterebbe una finanziaria".
Capitolo "violenza": "Non si può sottovalutare"
Un'altra preoccupazione è quella della violenza: "Non è più procrastinabile questo problema e non può più essere sottovalutato: 300 arbitri sono stati soggetti a violenza, 100 di questi sono finiti al pronto soccorso. Si sarebbero dovute applicare sanzioni pecuniarie con rischio di eventuale non iscrizione ai campionati per circa 304 mila euro. Per il momento il presidente della Lega nazionale dilettanti, Cosimo Sibilia, che ringrazio, ha pagato 78 mila euro ma rimangono ancora 155 mila euro liquidabili ma che nessuno paga: ci sono ragazzi che smettono di arbitrare perché ci sono famiglie che non si possono permettere di anticipare i soldi, per giunta sapendo che i loro figli rischiano di essere picchiati".
"Var in B? Per il momento no"
"La Var anche in serie B? Per il momento no. Il commissario della Figc Fabbricini ha già risposto a Balata (presidente della Lega B), non è una cosa che si decide dall'oggi al domani, ma deve essere autorizzata dal protocollo internazionale. E poi bisognerebbe modificare l'organigramma degli arbitri e c'è anche il problema di organizzare gli stadi: non è una cosa semplice, dobbiamo valutare se siamo in grado di farlo con standard altissimi, altrimenti si rischia di buttare a mare il lavoro fatto finora". Parlando della Var in serie A e delle polemiche che hanno fatto spesso da sfondo al suo utilizzo, Nicchi ha sottolineato: "Tutti hanno detto che siamo stati bravi a introdurre un elemento che fa giustizia, dopodiché come tutte le cose nuove può darsi che ci sia qualcosa da perfezionare. Ma l'avvento della Var è un qualcosa che contraddistingue il nostro calcio e che fa giustizia".